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Sconfitta elettorale, colpa del M5S. Parla Oronzo Valentini

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di Gianni Nicastro

Mercoledì scorso abbiamo intervistato il consigliere comunle Oronzo Valentini, leader storico del centrodestra rutiglianese e uno dei principale fautori dell’accordo elettorale PD-NCD. Un accordo, un progetto politico, che decisamente non ha pagato nelle urne il 25 maggio scorso e che ha portato all’opposizione metà classe dirigente fino al giorno prima al governo a Rutigliano da quindi anni. Lo abbiamo intervistato sui motivi della sconfitta e sul tipo di opposizione che il NCD farà in consiglio comunale.

Consigliere Valentini, sappiampo che qualcuno dell’opposizione sta valutando l’idea di fare un ricorso elettorale per quello 0,5%. Il NCD sarebbe d’accordo con questo ricorso, lo appoggerebbe?
«Su questa storia l’opposizione si muoverà all’unisono. Noi stiamo aspettando in questo momento soltanto la proclamazione ufficiale degli eletti. Decideremo in seguito cosa fare, nel frattempo facciamo atto di fede rispetto a quello che è stato l’esito delle urne. I Rutiglianesi ci hanno dato un responso, se riterremo opportuno di far valere i nostri diritti su quanto è accaduto stai sicuro che lo faremo».

Una valutazione politica su quel 10% in più preso da Romagno. 1272 voti in meno alla vostra coalizione scottano, sono un risultato politico negativo o un incidente di percorso?
«Sicuramente una volontà espressa dagli elettori che è abbastanza chiara. Certo, in un momento cosi particolare di forte antipolitica, vedere quel risultato alle europee che ha dato, mi pare, un 30-25% al M5S di protesta che poi si è ribaltato su chi a Rutigliano rappresenta la continuità, quindi, sul sindaco uscente, mi pare una cosa molto strana, è un dato che va valutato nella sua complessità che però ci dice una cosa. Ci dice che noi comunque abbiamo tenuto, noi ci aspettavamo esattamente quei voti che abbiamo preso complessivamente. Non ci aspettavamo che, appunto, questa area di malessere, che c’è anche a Rutigliano e che si evidenzia nel voto al M5S alle europee, poi potesse trasferirsi sul voto a chi è stato protagonista degli ultimi cinque anni di governo del paese».

Quindi, Roberto Romagno avrebbe vinto perché c’è quest’area di malessere che l’ha premiato, non perché probabilmente la vostra strategia politica sia stata poco apprezzata, perdente.
«Ribadisco, la nostra strategia politica per i nostri elettori è stata apprezzata. Noi abbiamo confermato, bene o male, quella che era la nostra aspettativa di consenso. Quello che non ci aspettavamo è questa larga partecipazione; penso che tutti gli osservatori dicessero, prima del voto, che ci sarebbe stato un forte astensionismo. Lo dicevano tutti e, soprattutto, gli esponenti del M5S a Rutigliano predicavano il voto alle europee al M5S e la scheda nulla o bianca al comune. Invece, questa previsione non si è avverata e tutta quella gente, ribadisco, fortemente sofferente rispetto allo stato attuale delle cose, poi, guarda un po’, ha deciso di votare chi è rappresentante della continuità amministrativa».

Anche il PD ha preso quasi 3000 voti alle europee e, nello stesso giorno e cabina elettorale, quegli stessi elettori non lo hanno votato al comune, almeno per il 50%.
«Ci sta tutto, ci sta tutto, perché in quel caso ci sono le liste civiche che nel centrosinistra, mi pare Progetto Città e NCS, ma anche Realtà Italia, che hanno un voto di quell’area, e che sicuramente avranno drenato poi al comune i voti espressi alle europee dell’unico partito di centrosinistra più forte che c’è, il PD. Quello che, ripeto, non è comprensibile al momento è questa stranezza, cioè, sono andati a votare 12.000 elettori così come cinque anni fa, quindi tutta quell’area di malessere che c’è nel paese e che poi sfociava nel voto al M5S, stranamente ha deciso di riversare il proprio consenso sul sindaco uscente. E’ una cosa quanto meno strana ecco, un po’ surreale che, però, è così, è successo».

D’accordo, ma il fatto che quest’area di malessere, di antipolitica, di cui stai parlando, abbia premiato quello che generalmente è il suo bersaglio politico preferito, cioè chi governa, e non abbia premiato, invece, voi, non è il segno di un vostro scarso appeal elettorale o no.
«Non credo, l’appeal elettorale c’è perché quello che noi ci spettavamo, ripeto, lo abbiamo preso. Però, quel voto di antipolitica non ci aspettavamo che venisse a noi che, invece, vogliamo fare politica. Ma non ci aspettavamo che andasse al sindaco uscente ancor di più dato che rappresenta il governo degli ultimi anni, cioè è un non senso».

Comunque, quello che manca a alla vostra coalizione è il voto di sinistra, perché se tu sommi Antonelli-Gigante...
«E’ una tua opinione...».

Sono i voti, analizzali. Se tu sommi i voti delle liste di sinistra, in queste elezioni diversamente collocate, area che la scorsa volta raccolse complessivamente 5000 voti, oggi ne raccoglie solo 3000, ha perso 2000 voti. Sono quelli che mancano.
«Allora, è una tua interpretazione...».

Sono i numeri, basta fare i calcoli...
«Adesso, tu sei sicuramente più abile di me coi numeri, però è sempre una tua interpretazione. Ribadisco, 2900 voti di persone che hanno inteso protestare andando a votare M5S che poi si ritrovano a votare il sindaco uscente, è una anomalìa politica. Questo è il dato che mi lascia da pensare. Né, tanto meno, credo che l’appeal elettorale di cui tu parlavi, riferito alla nostra compagine, si possa riferire al non aver avuto la possibilità, o la capacità, di attirare il voto, diciamo, dei contestatori. Noi volevamo il voto politico rispetto al nostro progetto e l’abbiamo ottenuto. Il problema è capire come mai, questa gente che è contro la politica, ha deciso di votare il sindaco uscente. Questo è il teme su cui ci dobbiamo interrogare».

Certo, poi andremo ad intervistare, se vorranno, anche gli esponenti di questo movimento a Rutigliano. Però c’è un dato interessantissimo, Oronzo. Intanto FI con 1700 voti e voi, NCD, con 1200, è chiaro che il vincitore di queste elezioni è FI, primo partito, e il suo leader locale. Poi, un altro dato importante è che, se si sommano i voti di FI ed NCD presi nelle urne lunedì scorso, viene fuori una cifra che è molto al di sopra della cifra elettorale del PDL di cinque anni fa. Voi, insieme sommate più di 2800 voti, il PDL (AN e FI) cinque anni fa ne ha preso poco meno di 2100. Insomma, la base elettorale c’è ancora, quello che ha fatto la differenza questa volta è stata la divisione nel centrodestra.
«La politica non è aritmetica, io almeno così la penso. Ci sono situazioni e situazioni soprattutto oggi in cui vediamo a livello nazionale ormai una fluidità degli elettori che è veramente notevole. Chi mai avrebbe pensato che nel Nord Est del paese Renzi prendesse oltre il 40%, in un’area che è sempre stata collocata, politicamente, nel centrodestra. Oggi siamo in un momento in cui gli elettori premiano le persone e i programmi e non più l’appartenenza a una squadra aprioristica e a una ideologia. Noi abbiamo, proprio sul solco di quello che dico, abbiamo capito e abbiamo inteso mettere su una squadra e un progetto che superasse le divisioni preconcette e andasse proprio in questa direzione».

Un progetto che non è stato premiato dagli elettori.
«Sicuramente i cittadini al primo turno hanno dato un segnale che, però, prima ho cercato di spiegare, poi, se i risultati saranno quelli che al momento appaiono o potranno diventare altri, la storia lo dirà. Quello che succederà sarà la conseguenza dei comportamenti di tutti. Allo stato noi accettiamo la volontà del popolo. Certo, se verificheremo, ribadisco, la possibilità di far valere i nostri diritti lo faremo senz’altro».

Va bene. Un’ultima cosa. Che tipo di opposizione farete voi che siete nati politicamente in maggioranza e in amministrazione e ora vi ritrovate all’opposizione, tu e Michele Martire. Che tipo di opposizione da voi si può aspettare il paese, costruttiva o barricadera?
«Siamo chiamati a fare l’opposizione tutti insieme, uniti, noi e il PD, in maniera compatta così come è stata la campagna elettorale, che ha visto nascere un gruppo forte, soprattutto tra i giovani, e coeso. Noi faremo una opposizione assolutamente non sterile, ma utile al paese; la faremo nell’aula consiliare ma soprattutto fra la gente, nelle strade del paese. La faremo nel merito dei provvedimenti che l’amministrazione proporrà e anche su quelli che noi intenderemo promuovere e che riguardano il nostro programma, che abbiamo presentato ai cittadini».

Quindi una opposizione costruttiva, niente barricate...
«Sarà costruttiva perché noi siamo persone che ragionano “per” e non “contro”, a differenza anche dei vincitori che hanno festeggiato più contro qualcuno che per la loro vittoria. Noi faremo sempre le cose che servono per Rutigliano. Quindi, in questo senso, son ci abbandoneremo a contestazioni, sterili, proteste che non portano a nulla se non all’appagamento dell’orgoglio di qualche leader possibile».


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