Consiglio, la requisitoria di Valentini contro rutiglianoonline
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- Pubblicato Lunedì, 03 Febbraio 2014 17:49
- Scritto da La redazione
Consiglio comunale del 26 gennaio scorso, una parte della pregiudiziale di Oronzo Valentini:
«Io esprimo, a nome del gruppo che ho l’onore di rappresentare, tutta la nostra solidarietà al sindaco e all’ing. D’Aries per due ordini di ragioni. Il primo e che non mi risulta che questi abbiano ricevuto, come la norma prescrive, un avviso di garanzia e quindi siano stati messi in condizioni di potersi difendere in un’aula di tribunale. Questo è stato di diritto. Non siamo ancora arrivati, mi dispiace per qualcuno, alla gogna che si fa nelle piazze quando nel medioevo si buttavano i sassi e si davano al fuoco gli innocenti. Scrivere certe cose diffamando un’intera comunità, perché tramite il sindaco questo si farà, non è una cosa giusta e soprattutto è un’opera di diffamazione di massa che francamente nulla ha a che fare con la libera informazione».
Queste sono le accuse, testuali, sbobinate, che il capogruppo dell’NCD ha mosso all’indirizzo dell’articolo (e dell’«articolista») pubblicato su rutiglianoonline sabato 18 gennaio scorso col titolo “Denuncia di Berardi, la procura indaga e a giugno tutti dal GIP”.
Insomma, Oronzo Valentini si è scagliato, a testa bassa, gridando alla diffamazione addirittura “di massa”, contro un articolo che ha fatto la cronaca, asettica e puntuale, di un atto del Tribunale Civile e Penale di Bari, un “Avviso di procedimento in Camera di Consiglio” che il cancelliere ha notificato alle tre parti in causa: PM, indagati e parte offesa.
Nella cronaca che rutiglianoonline ha fatto non si parla né di avviso di garanzia, né di processi senza difesa e neanche si mette alla gogna nessuno, come è facile constatare (qui). Noi abbiamo riportato i contenuti di quell’atto senza fare nessun commento, senza esprimere nessuna posizione o giudizio.
Pubblichiamo qui sotto l’atto in questione, per cui, non aggiungiamo altro. Rivendichiamo solo, come giornale e giornalisti, il diritto di cronaca e la libertà di informazione senza che qulcuno gridi, a ogni piè sospinto, alla diffamazione.