Annata uva 2022 la regione dà un “ristoro” di € 0,39 a quintale, al danno la beffa
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- Pubblicato Martedì, 13 Febbraio 2024 14:27
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Una media di 39 centesimi a quintale, è quanto la regione Puglia ha stanziato per le aziende agricole che nell’annata 2022 “hanno avviato a distillazione parte o tutta la propria produzione di uva da tavola”.
Euro 0,39 al quintale, dunque, il che significa la cifra assurda di 0,0039 euro al chilo. Questi sono i numeri che si ricavano dalla tabella pubblicata nella delibera di giunta regionale n. 1846 dell’11 dicembre 2023 che ripartisce la dotazione finanziaria, cioè i famosi 300.000 euro stanziati dall’emendamento presentato dal consigliere PD Francesco Paolicelli in sede di bilancio regionale 2023 approvato a dicembre 2022.
«Se dovessero esserci richieste maggiori rispetto all’importo in bilancio troveremo il modo per rimpinguare quel capitolo, su questo, per fortuna, non ci sono problemi», è quanto ebbe a dichiarare il consigliere Paolicelli a Rutiglianoonline (qui) a ridosso dell’approvazione di quel bilancio.
I 300mila euro, a distanza di un anno, sono rimasti tali; forse ci sono stati problemi, o è mancata la volontà politica di rimpinguarlo quel capitolo, oppure per la regione le aziende agricole in difficoltà non sono una priorità. Certo è che erogare cifre così ridicole è una vergogna, è una presa per i fondelli, se si considera quello che gli agricoltori hanno perso nel 2022 sia in termini di prodotto che in termini economici a causa della grandine, della tromba d’aria, del marcio e della mancata vendita dell’uva con i semi.
Ecco la tabella della ripartizione su quattro comuni:
Complessivamente il comune di Rutigliano potrà distribuire 23.983 euro per 61.377 quintali di uva portata al macero, ma non tutte le 125 aziende agricole che hanno risposto alla manifestazione di interesse avranno il “ristoro”. L’art. 4 dell’allegato A alla delibera n. 1846 citata prima stabilisce che “Al fine di utilizzare in modo efficiente le risorse disponibili, di semplificare le procedure amministrative, contenere i costi di gestione, evitare aggravi amministrativi e appesantimenti burocratici, gli importi quantificati provenienti dalla ripartizione della dotazione finanziaria (…) inferiori ad Euro 2.000,00, non sono erogati”.
A 39 centesimi al quintale bisognerebbe aver portato al macero oltre 5.200 quintali di uva per avere poco più di 2.000 euro; il “ristoro”, dunque, è rivolto sostanzialmente alle grandi aziende commerciali/produttrici di uva. La piccola e media azienda agricola è tagliata fuori dal sia pur misero, beffardo, ristoro. Infatti, dei 341.684 quintali quantificati dalle 152 aziende agricole rutiglianesi prese in considerazione dalla regione solo il 17,96% sarà ristorato, il resto dei quintali non godrà di quegli straordinari 39 centesimi a quintale.
Dei quattro comuni della tabella Rutigliano è quello che ha avuto meno soldi; il comune più “miracolato” è Turi che, con 432.773 quintali di uva al macero ha avuto un ristoro di 169.000 euro. Perché Turi, che è un paese in cui si coltivano prevalentemente ciliegie, ha un così alto quantitativo di uva?
Nell’allegato A prima citato si leggono complessivamente 253 aziende agricole, dieci di queste afferiscono al comune di Turi, cinque delle quali sommano 430.500 quintali di uva portata al macero. Di queste cinque una sola azienda ha dichiarato 213.900 quintali. Di che azienda si tratti non si capisce perché la tabella omette la denominazione delle azienda riportate; è chiaro che, con quel quantitativo, si tratta di grandi aziende commerciali e produttrici di uva da tavola. L’azienda di Turi con il più alto quantitativo di uva dovrebbe incamerare circa il 50% dello stanziamento assegnato a quel comune. Insomma, il misero contributo stanziato dalla regione sarà incamerato dalle grandi aziende commerciali e allo stesso tempo grandi produttrici di uva da tavola.
E’ il caso di dire che piove sempre sul bagnato con buona pace delle piccole e medie aziende agricole e dei piccoli produttori di Rutigliano che hanno protestato nel 2022 e che stanno protestando oggi sfilando coi loro trattori al grido "No farina di insetti", "No carne sintetica".
Commenti
Dammi un dato
propaganda becera
Non posso parlare con gli ignoranti politici