L’amministrazione nega un suolo cimiteriale alla “Purgatorio” il CdS sospende gli atti
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Settembre 2021 00:11
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
L'altro ieri, 30 agosto, è stata pubblicata l’ordinanza con la quale il Consiglio di Stato (CdS) ha “ritenuto di dover, per le ragioni succintamente esposte, accogliere l’appello cautelare dell’Associazione, ordinando al comune di non disporre, nelle more della definizione del giudizio di merito, del lotto cimiteriale”. Per questo motivo “il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), accoglie l’appello (…) e, per effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare di primo grado nei sensi e nei termini di cui in motivazione”. I giudici del CdS, infine, ordinano “che a cura della segreteria la presente ordinanza sia trasmessa al Tribunale amministrativo regionale per la Puglia per la sollecita fissazione dell’udienza di merito”.
La Pia Associazione del Purgatorio, dunque, ha vinto il ricorso in appello contro l’ordinanza del TAR che le ha respinto la richiesta di sospensione degli atti con i quali il comune ha archiviato l’iter di assegnazione del suolo cimiteriale richiesto per la costruzione di loculi da assegnare ai propri associati. Siamo, quindi, alla fase cautelare del ricorso della Purgatorio, presentato al TAR Puglia il 6 febbraio 2021 contro quella archiviazione. Il 6 giugno scorso la stessa Pia Associazione ha impugnato l’ordinanza del TAR che ha rigettato la sospensione degli atti chiesta in primis nel ricorso e il CdS, come già riferito, le ha dato ragione sospendendo l’efficacia degli atti impugnati e chiedendo al TAR Puglia di fissare quanto prima l’udienza di merito.
Non sappiamo cosa, alla fine, deciderà il TAR; è difficile, però, che si muova senza tenere presente le indicazioni del CdS. Intanto il suolo cimiteriale denominato “A5”, che il comune ha, sostanzialmente, rifiutato di assegnare alla Purgatorio, è bloccato, l'amministrazione comunale non ne potrà disporre fino alla prossima udienza al TAR Puglia.
Non si capisce, davvero, il motivo per cui, alla Pia Associazione del Purgatorio, il suolo l’amministrazione Valenzano non glielo abbia voluto dare dopo che il comune ha iniziato un iter di assegnazione arrivato, il 17 giugno 2020, all’atto di accettazione della concessione di un lotto di 178,25 mq che quantifica il costo di concessione (110.825,11 euro), atto redatto su carta intestata dello stesso Comune di Rutigliano, sottoscritto dal presedente della Purgatorio e dal responsabile comunale dell’ufficio aree cimiteriali.
Atto che il comune ha, in qualche modo, disconosciuto definendolo “tardiva dichiarazione di accettazione” come fosse un atto unilaterale del presidente della Pia Associazione; come fosse un atto di un privato, firmato solo da questi e non anche dal responsabile comunale per le aree cimiteriali e per giunta su carta intestata del comune di Rutigliano. Tra l’altro, a quella dichiarazione, è allegata la fotocopia di una planimetria con il lotto disegnato sul quale campeggia la scritta “Pia Associazione del Purgatorio”. Quella dichiarazione è un mero atto del privato, come sostenuto dal comune in appello richiamando l'ordinanza del TAR, o anche un atto che riattiva il procedimento di concessione del suolo? Su questo, il CdS ha dato ragione alla Pia Associazione. Ha, infatti, scritto, nell’ordinanza pubblicata l'altro ieri, “che il provvedimento impugnato di rigetto dell’assegnazione dell’area non appare infatti, ad un sommario esame, meramente confermativo della precedente archiviazione procedimentale, dovendosi compiutamente valutare, nella sede propria del merito, natura e valenza della dichiarazione di accettazione del 17 giugno 2020, sottoscritta anche dal funzionario comunale; e comunque dal tenore e contenuto di quella dichiarazione parrebbe quanto meno sussistere un riavvio dell’interlocuzione tra le parti, finalizzata alla concessione di un suolo cimiteriale per la costruzione di una cappella”.
C’è, infine, una cosa che vorrei far notare. Nelle memorie difensive del comune, presentate in appello, si sostiene che «l’amministrazione comunale (…) ha dovuto registrare, anche sulla scorta di alcune inchieste giornalistiche locali, una situazione alquanto opaca nelle precedenti assegnazioni di loculi e suoli cimiteriali in favore della Pia Associazione del Purgatorio (a partire dal 2009), la quale si sarebbe sino ad oggi contraddistinta, più che per una effettiva partecipazione di carattere religioso-culturale, soprattutto per una fervente attività edilizia all’interno del cimitero, spesso accompagnata da una copiosa campagna di “rastrellamento” di nuovi associati, con relative richiesta di loculi, proprio in occasione della presentazione di reiterate istanze di assegnazione: esattamente come è avvenuto nella vicenda per cui è causa, immediatamente dopo la “dichiarazione di accettazione” del 17.6.2020».
Ora, da quello che mi risulta, a Rutigliano le uniche “inchieste giornalistiche locali”, sui loculi e sull’assegnazione di suoli cimiteriali, sono quelle pubblicate nel 2018 da Rutiglianoonline a mia firma. Se quel passaggio delle memorie difensive del comune si riferisce alle inchieste di Rutiglianoonline, smentisco qui che quelle inchieste riguardino la Pia Associazione del Purgatorio, la quale -se non ricordo male- non costruisce loculi dagli anni ’90.
Tra l’altro quel passaggio è stato smentito nell’udienza del 26 agosto scorso davanti ai giudici del CdS, ai quali gli avvocati di parte ricorrente hanno presentato la stampa delle uniche “inchieste giornalistiche locali” suoi suoli cimiteriali -cioè quelle di Rutiglianoonline- dimostrando che nulla hanno a che fare con la Pia Associazione del Purgatorio.
Che la Purgatorio non c’entri con le inchieste in questione, l’amministrazione comunale lo sa benissimo, perché a dicembre del 2019, proprio sulla scorta di quelle stesse inchieste, ha portato in consiglio comunale, è fatto approvare, “l'istituzione di una Commissione Speciale di inchiesta sulla assegnazione diretta di suoli cimiteriali all'Associazione…”. Qui la delibera di consiglio cita per esteso il nome dell’associazione, che non è assolutamente quello della Purgatorio.
Una commissione di inchiesta i cui lavori sono stati prorogati di sei mesi il 30 novembre 2020. La proroga è scaduta a maggio scorso e, ad oggi, non mi risulta che questa commissione abbia presentato in consiglio comunale la regolamentare relazione finale.