Il sindaco di Noicattaro «Non vi dirò il numero dei positivi», uno strano comportamento
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- Pubblicato Sabato, 04 Aprile 2020 17:14
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Il sindaco di Noicattaro, Raimondo Innamorato, ieri ha assunto una posizione strana circa i dati sui casi covid-19 nel suo comune, uno dei più colpiti della città metropolitana dopo Bari.
«Non vi dirò il numero dei positivi che è emerso dai tamponi che sono stati fatti, perché non voglio alimentare articoli, non voglio incentivare l’attività dei giornalisti che scrivono su questo caso», ha detto ieri nella sua consueta diretta facebook. Perché? «Non ritengo sia giusto -ha aggiunto- fare cronaca su un circostanza difficile che sta mettendo in difficoltà la nostra comunità, il personale dipendente di quella struttura, i familiari dei pazienti… Non voglio dare dei numeri».
Mi permetto di far notare al sindaco Innamorato, da me più volte contattato senza risposta, che in tutto il mondo si fa cronaca sull’epidemia e sul numero dei casi che, dell’epidemia, è l’aspetto più importante perchè ne indica la diffusione. E proprio perché i numeri sono importanti, mi permetto, ancora, di far notare al sindaco di Noicattaro che i cittadini hanno il diritto di conoscere, di essere correttamente informati e i giornalisti il dovere di informare altrettanto correttamente. Questo non significa che un sindaco non possa riferire lui direttamente quello che succede nel proprio comune, come sta avvenendo in tutta Italia da parte di migliaia di sindaci. Quello che non si capisce è il rifiuto di comunicare dati di grande, stringente, interesse pubblico, come i “numeri” dei contagiati, in piena pandemia Sars-Cov-2.
Forse è successo qualcosa che io non conosco. Qualche giornalista, o giornale, ha fatto cattiva informazione su Noicattaro, ha strumentalizzato, distorto la realtà. Se, però, non è successo nulla del genere, allora Innamorato ha sbagliato e non poco.
Dire che non si vuole “alimentare articoli”, vuol dire che non si vuole che i giornali scrivano su un fatto senza precedenti nella storia locale e mondiale. Ancora peggio è dire che non si vuole “incentivare l’attività dei giornalisti che scrivono su questo caso”, il che significa che i giornalisti non devono scrivere su quello che sta succedendo nella casa di riposo di Noicattaro, cioè su fatti drammaticamente comuni a tante altre case di riposo per anziani in Italia. Nessuno, in Italia, nessun altro sindaco -che io sappia- ha assunto un simile atteggiamento in relazione a vicende dello stesso tipo.
C’è poi un’altra questione sulla quale Innamorato non è stato chiaro: il numero complessivo dei casi Sars-Cov-2 a Noicattaro. «Abbiamo 5 casi di cui 2 negativizzati e i 2 dipendenti di questa struttura», ha detto nella diretta facebook del 2 aprile; si tratta, quindi, di cinque casi più due operatori della casa di riposo, oltre a tutti gli altri censiti e che riguardano la stessa struttura. In sostanza i casi a Noicattaro sarebbero 30, i cinque di cui ha parlato il sindaco e i 25 della Nuova Fenice di cui abbiamo letto sui giornali. A questi si aggiungono due morti in due giorni (2 e 3 aprile), due anziani della stessa casa di riposo.
Se i casi sono complessivamente trenta questo dato stride con il bollettino epidemiologico regionale di ieri, la cui cartina dei contagi assegna al comune di Noicattaro il colore rosso, quello più intenso, che indica casi “>51”, cioè oltre 51. Secondo il bollettino regionale, dunque, a Noicattaro i caso sono minimo 51.
Urge una operazione di chiarezza da parte del sindaco Raimondo Innamorato, dica, ai suoi cittadini innanzi tutto, ma anche a noi giornalisti, quanti sono i casi Sars-Cov-2 nel suo comune, complessivamente e riferiti alla casa di riposo in modo particolare.
Io che sono di Rutigliano, come cittadino prima ancora che come giornalista, voglio sapere se tra i contagiati della casa di riposo ci siano anche operatori di Rutigliano, perché da giorni circolano voci di un paio di operatori della Nuova Fenice di Rutigliano contagiati.
Non è curiosità, non è sensazionalismo, tanto meno è allarmismo; semplicemente è giusto che le comunità dei due comuni sappiano quello che realmente sta succedendo sui loro territori. Non è giusto, e neanche corretto, che siate solo voi sindaci a sapere come stanno le cose.