L’appaltatore del palacultura chiede i danni e cita il comune in tribunale
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- Pubblicato Giovedì, 21 Marzo 2019 12:35
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Da queste pagine lo abbiamo detto un sacco di volte che sul palacultura comune e ditta sarebbero arrivati alle carte bollate, e così è. Il 28 febbraio scorso è arrivata al protocollo del comune di Rutigliano l’atto di citazione della EDILMAR, ditta appaltatrice della costruzione del polifunzionale turistico-culturale, detto anche “palacultura”.
Non stiamo qui a ripercorrere tutta la vicenda, già nota ai lettori di Rutiglianoonline (chi la volesse approfondire qui e qui). Diciamo solo che, a causa di lavori fatti in difformità dal progetto, che hanno procurato l’imbarcamento delle travi e del solaio della sala principale e infiltrazioni di acqua nella struttura, il comune ha praticato la risoluzione del contratto per inadempimento contrattuale, insieme alla contestazione di tutti i problemi tecnici. Una risoluzione contrattuale suggerita dal RUP all’amministrazione comunale il 21 dicembre 2018 e deliberata dalla giunta, in via definitiva, il 27 febbraio scorso.
Il giorno dopo, quindi, è arrivato al comune l’atto di citazione, nel quale la ditta ripercorre tutte le tappe della vicenda, ovviamente dal suo punto di vista. I motivi della citazione sono: la prolungata sospensione dei lavori -oltre 16 mesi- proposta dal direttore dei lavori a giugno del 2017 e accordata dal RUP, la mancata approvazione della variante da parte della stazione appaltante la cui perizia, stando a quello che scrive l’impresa, è stata autorizzata dallo stesso RUP; “indeterminazioni, imprecisioni incompletezze e carenze del progetto iniziale relativo ai lavori appaltati”. Contestazioni, più volte mosse dalla ditta nel corso del 2018 e ribadite nell’atto di citazione, che il RUP ha sempre ritenuto “inammissibili ed infondate” fino all’11 marzo scorso quando, in relazione all’atto di citazione, ha suggerito all’amministrazione di costituirsi in giudizio per difendere le proprie ragioni. Si è, dunque, in attesa della delibera con la quale la giunta si costituisce in giudizio.
Nella citazione la ditta chiede il risarcimento dei danni per la prolungata sospensione dei lavori e la perdita dei guadagni, risarcimento che ammonta a circa 100mila euro. Il comune, quindi, deve comparire dinanzi al Tribunale di Bari all’udienza già fissata per il 20 giugno 2019.
Ora, il comune in quell’udienza andrà a difendersi portando tutte le ragioni che hanno determinato la risoluzione contrattuale. Il comune, dunque, è sulla difensiva in una situazione giudiziaria che avrebbe potuto vederlo “offensivo” se si fosse mosso prima, con la risoluzione contrattuale, e avesse, contestualmente, attivato le vie legali per la richiesta dei danni subiti per lavori che, lui stesso, ritiene non svolti come da progetto esecutivo.
C’è un collaudatore che ad aprile del 2018 ha verbalizzato, in contraddittorio con la ditta appaltatrice, tutti i gravi problemi strutturali determinati nella fase costruttiva dell’opera, c’è il nuovo direttore dei lavori che ha preso puntualmente nota dei problemi tecnici contestandoglieli all’appaltatore, c’è una giunta che ha deliberato la risoluzione contrattuale; c’è un RUP che, sulla base di quelle contestazioni, l’1 marzo scorso -infine- ha disposto “la risoluzione in danno all’appaltatore del contratto d’appalto Rep. N. 3990 del 24/11/2016 stipulato con la ditta EDILMAR di Marinelli S.R.L”. Dopo tutta questa trafila, ora è il comune che deve difendersi in tribunale.
C’è qualcosa che non quadra? I tempi, i lenti tempi di risposta a situazioni che richiedevano ragionata tempestività, appunto.