La pubblica illuminazione nelle mani del privato, l’ultimo colpo di coda della Romagno2
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- Pubblicato Venerdì, 08 Marzo 2019 23:36
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
I sei consiglieri di opposizione proprio non la vogliono la sostanziale privatizzazione della pubblica illuminazione a Rutigliano. Minguccio Altieri, Oronzo Valentini, Franco Delliturri, Giuseppe Valenzano, Antonella Berardi e Diego Difino, dopo aver tentato di convincere amministrazione e maggioranza che era necessario rinviare il punto per un altrettanto necessario approfondimento, negato dalla maggioranza, hanno ritenuto di non poter far altro che uscire dall’aula al momento della votazione.
L’aggiornamento del Piano triennale delle opere pubbliche, dentro cui c’è la concessione a una ditta privata dell’efficientamento energetico e della gestione della rete pubblica dell’illuminazione, è stata, dunque, mercoledì scorso, approvata dalla sola maggioranza e dal sindaco.
L'altro ieri abbiamo assistito a scene consiliari viste un sacco di volte in questi cinque anni: di fronte a un provvedimento strategico per la città e le casse comunali, gli unici a parlare, ad argomentare, ad analizzare sono stati i consiglieri di opposizione. La maggioranza si è vista più spaesata del solito, più muta del solito, perplessa, ignara di quello che si stava discutendo o, perlomeno, questa è stata l’impressione che ho avuto.
Uno spaesamento che è venuto fuori, in modo eclatante, quando l’opposizione ha chiesto la sospensione del consiglio per meglio discutere la necessità di un ritiro del punto ai fini di un approfondimento. Il presidente, Michele Maggiorano, ha dovuto mettere ai voti la richiesta di sospensione: «Chi vota a favore?», ha chiesto all’assemblea. I sei consiglieri di opposizione hanno alzato la mano; dalla maggioranza non si sono viste mani alzate. Il presidente a quel punto, anziché chiedere "Chi vota contro?”, ha decretato il voto unanime del consiglio a favore della sospensione, una unanimità che non c’era.
«Io non ho visto alzare la mano da parte della maggioranza, è stato il presidente del consiglio a dichiarare il voto all’unanimità» ha detto al microfono di Rutiglianoonline il consigliere del PD Giuseppe Valenzano. «Solo i sei consiglieri di opposizione hanno alzato la mano», dall’altra parte «io personalmente non ho visto nessuna mano alzata» ha aggiunto Franco Delliturri, consigliere del MAR. Forse qualche mano alzata si è vista, ma non più di tre, hanno detto, poi, altri consiglieri di opposizione.
Sembra, quindi, che il presidente del consiglio abbia forzato il responso della votazione dichiarando una unanimità che, francamente, in aula non si è vista. Insomma, è come se Maggiorano, rendendosi conto dello smarrimento che si leggeva sui volti di alcuni consiglieri di maggioranza, abbia colto l’occasione della proposta di sospensione per conferire con la stessa maggioranza in sede separata, probabilmente per convincerla della bontà del provvedimento in modo da metterne al sicuro l’approvazione. Certo una cosa è strana, la sospensione l’ha chiesta Giuseppe Valenzano (PD), quindi l’opposizione, l’ha ottenuta, e a riunirsi in separata sede è stata solo la maggioranza con l’amministrazione; la minoranza è stata tenuta fuori dalla riunione.
Dopo circa una mezzora, anche l’opposizione è stata chiamata a partecipare all’incontro, ma è durato poco, il tempo di ribadire la necessità di ritirare il punto per un approfondimento. Dopodiché, i consiglieri di minoranza sono tornati in aula, mentre la maggioranza è rimasta in sala giunta ancora qualche tempo con sindaco e amministrazione.
Ripreso il consiglio, e dopo essere ancora intervenuti criticamente sul punto, i sei consiglieri di opposizione non hanno voluto partecipare alla votazione, si sono alzati e hanno abbandonato l’aula. Il presidente ha messo ai voti il punto, che conteneva la sostanziale privatizzazione della pubblica illuminazione, e ha imbarcato l’unanimità dalla sola maggioranza. Qui, le manine alzate si sono viste tutte, molto chiaramente (la sospensione è stata provvidenziale).
Ora, perché l’opposizione ha criticato il provvedimento? Sinteticamente, per i seguenti motivi:
- con lo strumento della “finanza di progetto” e del partenariato pubblico-privato, si vuole concedere a una ditta esterna, attraverso un bando, la gestione dell’illuminazione pubblica per 20 anni con una spesa -del privato- di 1.853.000 euro in ammodernamento della rete, degli impianti di illuminazione e nell’efficientamento energetico attraverso l’utilizzo di luci a LED;
- il comune, in cambio, per 20 anni, pagherà al privato un corrispettivo di 461.530 euro oltre IVA;
- al privato andranno tutti i benefici che deriveranno dal risparmio energetico, presunto di 190.000 euro l’anno, e qualsiasi contributo che possa venire dal governo, dall’Europa o dalla regione, come premialità per l’efficientamento energetico;
- il progetto di gestione sarà fatto sulla base di quello che è lo stato dell’arte oggi, cioè 2313 corpi illuminanti collegati alla rete elettrica (armature stradali, lanterne, globi, armature d’arredo urbano e proiettori su palo, a parete e incassati);
- tutte le attrezzature, gli impianti, le armature, le luci che di nuovo necessiteranno per via dell’ulteriore sviluppo urbanistico, e che quindi non sono compresi nello studio di fattibilità presentato e approvato mercoledì scorso, saranno pagati dal comune, compresa la manutenzione. Un costo che si aggiungerà ai 461.530 euro l’anno di canone al netto di Iva;
- il canone “sarà oggetto di indicizzazione annua, parametrata sugli indici di variazione della tariffa/
costo dell'energia elettrica, nonché del costo della manodopera e dei materiali elettrici a partire dal semestre successivo alla stipula del contratto”, è scritto nella bozza di convenzione allegata allo studio di fattibilità approvato dalla maggioranza. A sei mesi dalla firma del contratto il canone potrà cominciare a salire a causa dell’aumento dell’energia elettrica, dei materiali e del personale. Si parte, dunque, con 461.530 euro ed è prevedibile che in 20 anni il canone possa aumentare, e anche di parecchio.
Chi ci guadagna e chi ci perde dalla gestione privata dell’illuminazione pubblica, non è difficile immaginarlo. A breve un approfondimento proprio sui numeri dello studio di fattibilità che, analizzati, dimostrano -a parità di condizioni e per lo stesso arco di tempo- un notevole aumento dei costi per il comune con il progetto di finanza e una diminuzione dei costi, invece, se il servizio continua a gestirlo in toto lo stesso comune.
Resta, per adesso, da fare un’ultima considerazione.
La fretta con cui si è arrivati all’approvazione di questo progetto non è giustificata da nessuna urgenza, sia di tipo economico, che normativo. Un provvedimento del genere, relativo a un servizio strategico per lo sviluppo e la qualità della vita nella città, per l’ambiente e le finanze dell’ente, andava discusso -in modo preliminare e in tempi adeguati- con le forze politiche e sociali, con i tecnici e le associazioni ambientaliste. Solo dopo l’amministrazione avrebbe potuto scegliere le modalità migliori sia sul piano economico, che sul piano dell’efficienza energetica e della gestione del servizio. Invece si è voluto portare in consiglio comunale un progetto ad occhi chiusi, soprattutto da parte di chi, poi, se lo è approvato.
Risulta anche grandemente scorretto, sul piano politico, che l’amministrazione e la maggioranza approvino un progetto che condizionerà, come minimo, cinque consiliature, cinque diverse classi dirigenti e che lo facciano alla fine del proprio mandato, alla fine della carriera di sindaco -forse anche politica- di Roberto Romagno. Insomma, aver approvato un simile provvedimento a poco più di due mesi dalle elezioni amministrative è stata davvero una forzatura.
Un’ipoteca sul futuro di una parte importante della cosa pubblica, l'illuminazione della città, che potrebbe costare caro a tutti. A breve i conticini.