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Uno spettro si aggira per... Rutigliano

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spettro-m5s


di Gianni Nicastro


Tranquilli, non è “lo spettro del comunismo” che, secondo due filosofi rivoluzionari che amo molto, si aggirava in Europa nel 1848. No, lo spettro che sta spaventando tutto il quadro politico-elettorale a Rutigliano, da Direzione Italia-Moderati a Vittorio Berardi, dal PD alla Lega, si chiama Rutigliano 5 Stelle e relativo candidato sindaco che a breve saranno, ufficialmente, il M5S nella città dell’uva da tavola e dei fischietti in terracotta.

Lo spettro, per maggioranza e opposizione, vecchi e pseudo-nuovi politici, è quel movimento che sta provando a fare politica, soprattutto in questi ultimi giorni, in un paese dove l’unico interesse di partiti, personaggi politici e liste civiche, è quello di flutturare a destra e a manca col pallottoliere elettorale.

L’inqualificabile fine che sta facendo il Palacultura, la fine, altrettanto inqualificabile, che ha fatto la gara d’appalto del palazzetto dello sport; l’intollerabile fallimento e degrado di un’altra opera pubblica sportiva mai entrata in funzione, l’impianto da tennis di via Favale. Il playground di P.zza Salvo D’Acquisto, fatto male, ristrutturato e mai più entrato in funzione. Per non parlare della piscina comunale, di come l’ha ereditata Romagno1 e di come l’ha lasciata deperire Romagno2. Sono già cinque opere pubbliche -delle quali una abortita sul nascere- che da sole squalificano chi ha governato negli ultimi vent’anni, ma anche chi, nello stesso arco temporale, non è stato capace di fare una opposizione della quale si abbia un ricordo. Tutta questa classe politica sta facendo “ammuina”, si incontra e si inciucia in continuazione.

Due sono le cose chiare e ferme fino ad ora, sul piano politico ed elettorale a Rutigliano: la lista di Rutigliano 5 Stelle con il candidato sindaco Beppe Palmino e la coalizione di centrodestra -Lega, FI, FdI- con il candidato sindaco Carmine Iaffaldano. Per contro abbiamo Vincenzo Damato, autoproclamatosi candidato sindaco prima di sé stesso, poi di una mini-coalizione di tre simboli, poi di più, ora di nuovo tre o forse no; un fenomeno che definirei di folklore politico più che politico in se, probabilmente destinato a sgonfiarsi.

Abbiamo Franco Delliturri che, questa volta, corre da solo stanco di portare acqua al mulino degli altri per rimanere sempre a bocca asciutta. Il nostro coriaceo Franco del MAR lo ha fatto due volte con Di Gioia e due volte con Romagno, regalando vent’anni di governo a chi, poi, lo ha sistematicamente messo fuori o nelle condizioni di farsi fuori da solo.

Abbiamo il redivivo Vittorio Berardi con il suo attivismo e con uno zio e un nipote, e qualche altro amico, tallonare da vicino i colamussiani nella speranza che Matteo accetti la candidatura del vecchio leader del centrosinistra versione 2009. Da quelle parti però non ci sentono. Ma Vittorio non demorde, va avanti come un treno, ora con Vincenzo, ora con Matteo, ora con “Italia Nostra”, che non si capisce se sia un comitato elettorale o davvero la meritevole e importante associazione nazionale che si interessa di patrimonio culturale e architettonico e dell’ambiente.

Poi abbiamo il PD, Italia in Comune e le altre due liste che dovrebbero rappresentare il centrosinistra a Rutigliano. Qui, però, siamo ancora senza candidato sindaco anche se tutti sanno chi è, o chi sarà; lo sappiamo da un bel pezzo anche noi di Rutiglianoonline. L’unico nome sul tavolo del “centrosinistra” è quello del metropolitano assessore, nonché consigliere comunale, Giuseppe Valenzano. Finalmente!

Finalmente il PD si è deciso a fare il nome di un suo rappresentante, diretto, organico. Non è mai successo. Giuseppe Valenzano è il candidato naturale del PD e dell’area che gli si è coalizzata attorno, peccato che lo stesso PD, alla fine, potrebbe rovinare tutto perché, mentre si incontra con quei bravi ragazzi di sinistra -ex Tsipras- incontra anche il sindaco Roberto Romagno nel suo ufficio privato insieme ad un esponente di Italia in Comune. Questo è successo qualche settimana fa, e l’artefice di un incontro che odora parecchio di inciucio mi dicono sia stato l’attuale assessore alla cultura, quello con cui il segretario del PD si è fatto i selfie alla Fruit Logistica di Berlino qualche giorno fa.

Ora, non sappiamo se il PD stia ancora inciuciando con Romagno e i colamussiani, sarebbe alquanto ributtevole per i tanti elettori di sinistra e centrosinistra orfani da tempo di riferimenti politici solidi, dignitosi e trasparenti qui a Rutigliano. Io, ovviamente, spero che il PD smentisca tutto quello che si sente e si dice sul suo conto in questo momento.

Certo, mi aspetto il solito segretario che farà il solito comunicato con cui mi chiederà di porgere al PD le solite scuse. Va bene, va benissimo, anzi, se questo servirà a fare chiarezza sulla presenza a Rutigliano di un centrosinistra vero, con un PD che avrà risistemato la sua bussola a sinistra dopo lo scivolone a “destra” di cinque anni fa e le tentazioni centriste-moderate che a Rutigliano portano all’abbraccio mortifero con i colamusso-romagnani.

E a proposito dell’area governativa, cioè di Direzione Italia, I Moderati, Impegno per Rutigliano e Arcobaleno. Quest’area non sta messa meglio delle altre, anzi. Ha perso gli Altieri e, con loro, una parte significativa di elettorato; ha perso Franco Delliturri, cosa ancora più tragica sul piano elettorale. In uno scenario politico che potrebbe vedere sul proscenio elettorale sei candidati sindaco (R5S, centrosinistra, Lega, Delliturri, Damato, Direzione Italia-Romagno), la cosa politicamente più intelligente che i fitto-colamusso-romagnani possono fare, per avere una chance di arrivare al ballottaggio, è quella di lavorare a una ricomposizione del centrodestra a Rutigliano.

Fitto sta con FdI alle europee, Direzione Italia sta con Lega, FI e FdI per le amministrative al comune di Bari e in Puglia per le regionali del 2020; si tratterebbe, quindi, di un riallineamento politico anche qui a Rutigliano. Ma questo scenario, per realizzarsi, avrebbe bisogno che il centrodestra a Rutigliano metta da parte la candidatura di Carmine Iaffaldano aprendo, così, lo spazio per quella ricomposizione. E’ difficile pensare che i colamussiani accettino di riallearsi con gli Altieri -e la Lega- senza poter dire la propria sul candidato sindaco. E, quandanche fosse possibile, Roberto Romagno e altre componenti dell’attuale maggioranza potrebbero ritenere indigesta una alleanza con la Lega. Il fronte governativo uscente, dunque, rischierebbe di spaccarsi ulteriormente.

Sembrerebbe che chi è -più di ogni altro- in un culo di bottiglia oggi a Rutigliano sia proprio la coalizione uscente, siano proprio i fitto-colamusso-romagnani, stretti fra la grande difficoltà di fare alleanze con la Lega e la difficoltà -o l’illusione- di imbarcarsi il PD come surrogato del MAR senza simboli di partito. A questa difficoltà si aggiunga lo “spettro” di prima che agita i sogni non solo di chi oggi esce dal governo, ma anche quelli di chi al governo non c’è mai stato e spera di andarci domani.

 

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