Palacultura, l’ufficio tecnico propone al sindaco la risoluzione contrattuale
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- Pubblicato Martedì, 22 Gennaio 2019 15:22
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Dopo la sospensione dei lavori più di un anno e mezzo fa, la nomina del collaudatore a febbraio 2018, la presa d’atto dei difetti strutturali ad aprile di quello stesso anno, il licenziamento del primo direttore dei lavori tre mesi dopo e la nomina del nuovo direttore dei lavori ad agosto successivo, siamo all’epilogo di tutta la vicenda “palacultura”. Un epilogo che parte con la nota degli addebiti mandata dal nuovo direttore dei lavori (DL) il 20 novembre scorso alla EDILMAR S. r. l., impresa appaltatrice.
Nella nota si legge che in un sopralluogo, fatto in contraddittorio con l’impresa, si sono resi evidenti deformazioni di tutti gli arcarecci e di alcune travi principali in legno lamellare; che da alcuni arcarecci, e da una trave nei pressi del palco, si è visto percolamento di acqua e si sono notate lesioni in uno dei punti di attacco di un pilastro in calcestruzzo. Da qui, l’interlocuzione tra DL e impresa è continuata con sopralluoghi e verbali, con l’impresa che si è resa disponibile a demolire e ricostruire solo il pacchetto di copertura avanzando perplessità sulla sostituzione della struttura.
Nella nota si legge ancora che il DL ha rigettato le riserve poste dall’impresa su un ordine di servizio che ribadiva la demolizione e la ricostruzione del solaio e l’ha avvertita che la mancata eliminazione dei vizi e delle difformità avrebbe costituito grave inadempimento degli obblighi contrattuali.
In un altro sopralluogo, sempre in contraddittorio, del 24 ottobre scorso, il DL ha accertato la non esecuzione della demolizione e ricostruzione delle opere difformi, quindi ha constatato l’inadempimento contrattuale che ha comunicato al RUP (responsabile unico del procedimento) il 14 novembre successivo. Il RUP, a quel punto, ha disposto che il DL procedesse alla formulazione degli addebiti all’impresa, nei confronti della quale è partita, poi, la contestazione formale e l’invito a presentare, entro 15 giorni dalla nota del 20 novembre in questione, le controdeduzioni sull’inadempimento contestato dal DL, con l’avvertenza che, in assenza di controdeduzioni, la stazione appaltante avrebbe disposto la risoluzione contrattuale a norma dell’art. 108, comma 3, del D. Lgs 50/2016 (nuovo Codice degli Appalti).
La risposta dell’impresa è arrivata dieci giorni dopo. Il 30 novembre 2018, infatti, l’avvocato della EDILMAR ha recapitato, al RUP e al DL, una nota di sollecito-diffida ad adempiere con osservazioni. In sostanza, l’impresa ha scritto una serie di cose a sua giustificazione. Ha scaricato sull’ex direttore dei lavori la responsabilità del mancato puntellamento del solaio al momento del getto del calcestruzzo, cosa che lo ha fatto imbarcare e ha fatto deformare le travi in legno lamellare; ha contestato altre cose compreso il fatto che il progetto avesse vizi e difformità. Alla fine delle osservazioni l’impresa ha ritenuto comunque opportuno una definizione civile e obiettiva della questione, per evitare il ricorso alle carte bollate.
Su questa vicenda il 21 dicembre 2018 il RUP ha firmato l’ultimo atto amministrativo cronologicamente parlando, destinato alla stazione appaltante, cioè al sindaco e all’assessore ai lavori pubblici, che è il sindaco medesimo. Si tratta della “proposta di risoluzione del contratto per grave inadempimento”, lettera nella quale l’ing. Carlo Ottomano ha smontato -punto per punto- le osservazioni dell’impresa inviate il 30 novembre 2018, ed ha elencato i problemi alla stessa contestati: mancato adempimento di quanto disposto nei verbali e negli ordini di servizio, le travi e gli arcarecci difformi dal progetto per dimensioni e caratteristiche meccaniche, il mancato puntellamento delle travi e degli arcarecci e la copertura difforme dal progetto, cause della deformazione del solaio; le infiltrazioni di acqua piovana dalla copertura. Il RUP ha contestato anche il fatto che i lavori non sono stati eseguiti nei termini stabiliti dal contratto.
Nella lettera inviata al sindaco si legge ancora che, dalla relazione particolareggiata redatta dal DL il 14 novembre scorso, risulta un credito della EDILMAR -per i lavori correttamente eseguiti- di 190.000 euro al netto delle somme per demolizione e ripristino. Tra anticipazione e due certificati di pagamento, da novembre 2016 a giugno 2017, l’impresa ha avuto dal comune 418.000 euro. Il RUP ha scritto, quindi, che risulta un debito esigibile dall’impresa, da parte del comune, di circa 228.000 euro; importo che è la differenza tra gli acconti pagati e il credito dell’impresa per i lavori correttamente eseguiti.
La nota del RUP si conclude accertando che le controdeduzioni della EDILMAR sono pervenute nei termini, ma che le giustificazioni addotte si ritengono -di fatto e di diritto- pretestuose e manifestamente infondate. In conclusione, l’ingegnere comunale propone la risoluzione contrattuale così come statuito dall’art. 108, comma 3, del Codice degli Appalti.
Dal momento che quella del RUP è una proposta fatta al sindaco, presumo sarà quest’ultimo, o l’intera amministrazione comunale, a dare l’ok definito alla risoluzione contrattuale, quindi ci sarebbe da aspettarsi un ultimo atto amministrativo con cui si sancisce la fine del contratto.
Ora, si sapeva, era prevedibile che la vicenda del palacultura avrebbe preso questa piega. C’è da chiedersi cosa farà l’impresa, accetterà di buon grado la risoluzione contrattuale e la restituzione al comune di quei 228.000 euro, o adirà le vie legali? Certo, la risoluzione contrattuale potrebbe anche non dispiacere all'impresa, il vero salasso sarebbe la restituzione di quei soldi. Si va profilando, dunque, all’orizzonte un contezioso legale che potrebbe durare anni. E nel frattempo? Nelle more dell’eventuale contenzioso, il comune potrà portare a termine i lavori affidandoli ad altra impresa? E nel caso, mobilitando i soldi necessari dal bilancio comunale o aspettando che l’impresa restituisca i 228.000 euro?
In un modo o nell’altro, siamo di fronte a un patatrac politico-amministrativo senza precedenti a Rutigliano, che io sappia.
Lo stato di abbandono in cui versa il cantiere del palacultura.
Foto scattate oggi alle ore 14:00
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