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Impianto della Progetto Gestione chiuso, rifiuti di Rutigliano e di altri comuni a Massafra

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Oggi, dunque, siamo di nuovo nella stessa situazione di marzo scorso, questa volta a causa dell’esaurimento dell’area di stoccaggio degli scarti della lavorazione del CSS, questione “politicamente” più insidiosa perché pone in modo stringente la necessità di discariche, quindi, dell’eventuale riapertura delle vasche A e B o della sola vasca A. Riapertura decisamente auspicata dai gestori dell'impianto e, forse, anche dalla regione.


di Gianni Nicastro

Ieri mattina i cancelli dell’impianto TMB (trattamento meccanico-biologico) di Conversano erano chiusi come lo sono dal 14 settembre scorso. Ricordiamo che quello di Conversano è l’impianto di smaltimento dei rifiuti presso cui Rutigliano, e altri 42 comuni della Città metropolitana di Bari e oltre, conferiscono il loro rifiuto indifferenziato. Una situazione che sta preoccupando le varie ditte che gestiscono la raccolta nei comuni per i disagi che crea il carico di lavoro in più dovuto al trasporto dei rifiuti presso impianti anche molto lontani, come quello della Cisa spa a Massafra (TA).

L’impianto della Progetto Gestione si è fermato il 13 settembre, un fermo che, quello stesso giorno, i gestori hanno comunicato all’AGER, l’agenzia regionale per i rifiuti. Il giorno dopo, Gianfranco Grandaliano, direttore generale dell’AGER, ha fatto sapere ai comuni che, “in considerazione delle criticità rappresentate dalla società Progetto Gestione Bari Cinque (…) si dispone in via eccezionale al Comune in indirizzo il conferimento dei flussi di rifiuti EER 200301-200303 (rispettivamente rifiuti urbani non differenziati e residui della pulizia stradale, n.d.r.), nelle giornate dal 14 settembre al 16 settembre 2022, presso l’impianto di tmb ubicato nel comune di Massafra gestito dalla Cisa Spa”. Dall’AGER ne sono arrivate altre di comunicazioni, l’ultima è quella di ieri che ai comuni ha dato la stessa disposizione, cioè il trasporto dei rifiuti a Massafra per il giorno 23, 24 e 25 settembre.

Grandaliano nelle sue comunicazioni non dice per quale motivo l’impianto di Conversano sia fermo da dodici giorni, accenna solo a “criticità” comunicate dal gestore “con nota del 13 settembre”. Ieri mattina, quindi, siamo stati all’impianto per sapere i motivi per cui i compattatori non scaricano da oltre una settimana. Delle spiegazioni ci sono state date.
Il problema è lo scarto della lavorazione del CSS (combustibile solido secondario, ex CDR, combustibile derivato dai rifiuti) che ha riempito l’area di stoccaggio provvisorio fino alla massima capienza autorizzata. Con le discariche di servizio soccorso, che sono a ridosso all’impianto, inutilizzabili perché sequestrate sin dal 2012 per problemi giudiziari, quegli scartiprogetto-gestione-conv impianto--1 devono essere trasferiti in altre discariche. Il problema è che di discariche ce ne sono sempre meno e che c’è un iter da rispettare, di omologazione dei rifiuti, che richiede tempo. Non appena l’iter sarà completato, gli scarti in questione potranno essere trasferiti altrove liberando lo spazio per riprendere la produzione di CSS e il ritiro dei rifiuti dai comuni.
Ci è stato detto che la situazione si sbloccherà tra lunedì e martedì prossimi.

Dal 2012 ad oggi è la prima volta che l’impianto si ferma per esaurimento capienza dell’area di stoccaggio di quello scarto. Come mai? La risposta è stata che oggi ci sono meno discariche, appunto, presso cui smaltire e con le due discariche a disposizione dell’impianto inutilizzabili, si presenta il problema dell’esaurimento dell’area di stoccaggio. Abbiamo chiesto: se le vasche A e B (le discariche a servizio dell’impianto) fossero attive? «Non sussisterebbe il problema» è stata la risposta. In definitiva, i comuni si ritrovano a portare i rifiuti in altri impianti e discariche perché quelle due vasche sono fuori servizio. E questo problema lo avete posto alla regione? «Assolutamente sì, come è giusto che sia». Abbiamo saputo anche che sulla questione delle due discariche di servizio soccorso, le vasche A e B, sono ancora in corso tavoli tecnici presso la regione.

Insomma, il problema è quello di sempre, le vasche A e B e la loro riapertura e ci sono tavoli tecnici alla regione per risolverlo questo problema, aggravato da una autorizzazione integrata ambientale per la loro riapertura che la stessa regione ha negato alla Progetto Gestione per questioni di messa in sicurezza, il che significa rifare ex novo, e a norma, tutta l’impermeabilizzazione.

C’è da dire che non è la prima volta che la Progetto Gestione chiude l’impianto per problemi di stoccaggio, questa volta il motivo sono gli scarti, a marzo scorso direttamente il CSS la cui produzione, allora, è stata fermata a causa di problemi all’inceneritore della Appia Energy (Cisa-Marcegaglia) di Massafra, presso cui la Progetto gestione lo smaltisce per contratto. Tra l’altro, per contratto, la Progetto Gestione, di fronte a un problema di smaltimento, ha lei l’onere di trovare la soluzione, di individuare impianti alternativi per evitare il fermo di un servizio di pubblica utilità. Come in effetti si legge nell’ordinanza di Michele Emiliano del 5 marzo 2022 (la n. 71), una “Ordinanza contingibile e urgente per fronteggiare le criticità nella gestione dei rifiuti urbani” emessa proprio in relazione alla chiusura dell’impianto.

“L’individuazione di altro impianto di valorizzazione energetica in sostituzione dell’impianto gestito dalla società Appia Energy è di Vostra competenza”, si legge in quella ordinanza a citazione di una nota dell’AGER inviata ai gestori. In quella stessa nota, dell’1 marzo 2022, l’AGER “ribadiva di non avere alcuna competenza nella individuazione di impianti di destino alternativi, per il conferimento del CSS prodotto presso l’impianto gestito dalla Progetto Gestione Bacino Bari cinque surl, così come previsto nel contratto di concessione, e diffidava il gestore all’immediata ripresa dell’accettazione dei rifiuti presso l’impianto, trattandosi di servizio pubblico essenziale, con espresso avvertimento che in caso contrario avrebbe proceduto alla risoluzione del contratto per grave inadempimento".
La Progetto Gestione allora è stata più volte diffidata dall'AGER a riaprire l’impianto fino ad interessare il NOE e la Prefettura di Bari segnalando “l’interruzione dei conferimenti presso l’impianto di TMB di Conversano per impossibilità del gestore di individuare impianti alternativi per conferire il CSS prodotto”.

Alla fine l’ordinanza di Emiliano ha imposto, alla Progetto Gestione, “l’immediato ripristino dei conferimenti e quindi il riavvio dell’esercizio con la regolare accettazione dei rifiuti da parte dei Comuni conferitori” negandole l’aumento della capacità di stoccaggio del CSS che, invece, ha concesso, per gli stessi motivi, alla Progetto Ambiente (sostanzialmente gli stessi gestori di Conversano) per l’impianto TMB di Cavallino (LE). Dopo quell’ordinanza, in effetti, i conferimenti dei rifiuti sono gradualmente ripresi.

Oggi, dunque, siamo di nuovo nella stessa situazione di marzo scorso, questa volta a causa dell’esaurimento dell’area di stoccaggio degli scarti della lavorazione del CSS, questione “politicamente” più insidiosa perché pone in modo stringente la necessità di discariche, quindi, dell’eventuale riapertura delle vasche A e B o della sola vasca A. Riapertura decisamente auspicata dai gestori dell'impianto e, forse, anche dalla regione.

 

 

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