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Grandine di ieri e piccola impresa agricola, ingenti danni all’uva e agli impianti. Video

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Ha colpito Rutigliano e Casamassima in modo particolare la grandine di ieri. Mai vista a Rutigliano così grande a nostra memoria. Pietre di ghiaccio della grandezza di una palla da tennis o da biliardo a sei buche sono precipitate dal cielo sulla città ammaccando e rompendo vetri alle auto che erano all’aperto.

Un simile bombardamento non ha, ovviamente, risparmiato l’agricoltura. Ieri ci hanno riferito, e in effetti abbiamo constatato, che la zona più pesantemente colpita dalla grandine è stata contrada Madonna della Stella. Qui non si è salvato nessun impianto; teloni e reti bucati, grappoli spezzati e a terra, quelli rimasti appesi sono stati in gran parte lesionati dall’impatto con i proiettili di ghiaccio.

Stamattina, l’imprenditore agricolo che abbiamo intervistato ieri subito dopo la grandine, ci ha inviato le foto dei grappoli dei suoi impianti rotti dal ghiaccio e con un principio di marciume. Ce lo aveva detto ieri, durante il videoreportage, che i danni all’uva si sarebbero visti tra oggi e domani. E in effetti…

Nel servizio video che vi proponiamo c’è il racconto dell’intemperia atmosferica di ieri e la disperazione di un piccolo agricoltore con una azienda agricola di 6 ettari tutti coltivati a uva da tavola. Un fenomeno così intenso e così violento, con grandine di dimensioni impressionanti, lui non lo aveva mai vissuto in ventidue anni che è a Rutigliano. Si tratta di un giovane albanese, proprietario di una delle aziende agricole più colpite.

«Senza aiuto dallo Stato non ce la farò», ci ha risposto alla domanda sulle capacità di un piccolo agricoltore di risollevarsi dopo una simile catastrofe. 50mila euro di danni solo di teli, una spesa che deve sopportare ora se vuole portare a termine la campagna 2022 e recuperare quanto più prodotto possibile. Quell’investimento dipenderà dalla quantità di marciume che si presenterà tra un paio di giorni dall’anomalo evento meteorologico. Un evento di questo genere, in pieno agosto, deve far riflettere tutti, cittadini, politici, istituzioni e scienza.

Certo, la calamità naturale che sicuramente sarà chiesta al governo dai comuni e dalla regione, rappresenterà un po’ di ossigeno quando arriveranno le indennità tra un paio d’anni, ma resta l’amaro in bocca, la tristezza, se non la disperazione vera e propria, di aver lavorato un intero anno, di essersi indebitati con le banche e, alla fine, vedere impianti e prodotto distrutti da una anomalo, abnorme fenomeno meteorologico caduto in un periodo dell’anno in cui si dovrebbe raccogliere il frutto del proprio lavoro.

Ci si può rissollevare dopo due anni di pandemia e un mercato dell'uva che sin da subito sta offrendo prezzi improponibili alla pianta (0,50 euro al kg) e proibitivi al consumo (4 euro al kg)?

Non aggiungiamo altro, è tutto nel videoreportage qui sotto pubblicato.

 

 

 

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