“Martucci”, no ai rifiuti calabresi nessuna protesta sui rifiuti pugliesi extra bacino
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- Pubblicato Domenica, 21 Giugno 2020 10:42
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Dal settimanale “La Vipera” del 9 giugno 2012: “Se tutti i comuni del BA/5 facessero come il comune di Rutigliano (78% di raccolta differenziata) agli impianti di Conversano arriverebbe solo il 20 % dei rifiuti prodotti, il che significa il sicuro fallimento della piattaforma e delle imprese che la gestiscono. Ma con l’aggiudicazione della gara quelle imprese hanno acquisito il diritto di lavorare e guadagnare, in qualche modo. Se non saranno i cittadini e i comuni a garantire questo “diritto”, sarà la regione. L’assurdo, dunque, è che agli impianti di Conversano i rifiuti devono per forza arrivare. Con il porta a porta che dilaga chi rifornirà quegli impianti della quantità di rifiuti necessaria a rientrare nell’investimento e guadagnare per i prossimi quindici anni? Temo che la soluzione sarà quella di far arrivare agli impianti della Progetto Ambiente, quindi a Conversano, i rifiuti da altre parti della provincia grazie alla eliminazione dei vecchi ATO e alla futura istituzione di un unico, grande, ATO provinciale”. Questo è quanto ho dichiarato in una intervista che mi ha fatto Maria Sportelli, direttrice del giornale “La vipera”; intervista pubblicata a giugno del 2012 con il seguente titolo “Impianto di CDR, una storia infinita”. E’ stata pubblicata anche su Rutiglianoonline qualche giorno dopo (qui).
Lo so, qualcuno potrebbe storcere il naso per l’autocitazione, ma non ho trovato nessun altro che abbia scritto, o detto, cose simili in quegli anni e anche dopo; cose che calzano a pennello con quello che sta succedendo in contrada Martucci, con la storia dei rifiuti scampati della Calabria e, soprattutto, con altri rifiuti made in Puglia.
Sembrano profetiche le cose dette otto anni fa. Infatti, è dal 2016 che in contrada Martucci, agli impianti della Progetto Gestione Bacino Bari Cinque, arrivano circa 72.000 tonnellate di rifiuti ogni anno da diciannove comuni tra BAT e provincia di Bari, tonnellate che si aggiungono a quelle dei ventuno comuni dell’ex bacino BA/5, gli unici obbligati -dai vari Piani regionali e dai decreti commissariali- a conferire in contrada Martucci.
Non mi risulta che, da allora, contro l’arrivo a Conversano di rifiuti pugliesi extra bacino, ci siano state prese di posizione particolari, manifestazioni, dichiarazioni, comparsate in TV e giornali così come è successo con la minaccia dell’arrivo di rifiuti dalla Calabria in emergenza. I rifiuti dalla regione di Jole Santelli, 40.000 tonnellate che sarebbero arrivate nel mese di giugno, in Puglia, quindi a Conversano, non arriveranno più “per motivazioni di carattere tecnico riguardanti l'impianto”, ha detto ai sindaci di Mola, Polignano e Rutigliano, il 5 giugno scorso, Gianfranco Grandaliano, commissario dell’Ager (agenzia territoriale per la gestione dei rifiuti in Puglia). O, perlomeno, così si legge in un comunicato del 6 giugno scorso pubblicato sulla pagina Facebook del sindaco di Mola.
Non c’è nessun “problema tecnico”, invece, per le 72.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati che ogni anno arrivano da Bitonto, Bitetto, Bitritto, Cassano delle Murge, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Terlizzi, Gravina In Puglia, Giovinazzo, Palo Del Colle, Grumo Appula, Corato, Barletta, Ruvo di Puglia, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola, Toritto e Altamura. Però, Giuseppe Colonna -sempre in quel suo comunicato- fa sapere che i tre sindaci sono “soddisfatti per disponibilità della Regione Puglia”. Ok, tutto a posto allora? Forse no.
A Martucci la pressione ambientale dei rifiuti avrebbe potuto allentarsi davvero, e di molto, se la regione non avesse proposto e firmato un contratto che, sostanzialmente, garantisce alla Progetto Gestione la stabilità del quadro economico della gestione del loro impianto. Una gestione basata sull’entità della tariffa (125,75 €/t, oggi è a 139 €/t) e sulla quantità di rifiuti in ingresso (171.550 t/anno). Parametri fondamentali codificati nel disciplinare di gara e capitolato d’oneri del 2011, nel “Piano economico finanziario” del 14 marzo 2011 proposto in sede di gara dalla Progetto Gestione. Parametri, infine, esattamente fissati anche nel “Contratto di affidamento del pubblico servizio” sottoscritto il 28 maggio 2012 da Vendola Nicola e Albanese Antonio; il primo nella qualità di presidente della regione Puglia e commissario delegato per l’emergenza ambientale, il secondo per conto della Progetto Gestione Bacino Bari Cinque.
Una garanzia contrattuale fornita in un momento storico in cui tutti sapevano che i rifiuti, col tempo, sarebbero diminuiti grazie al diffondersi delle raccolte differenziate porta a porta nei ventuno comuni dell’ex bacino BA/5. Per capire bene l’assurdità di quello che è successo, e che sta succedendo, bisogna che si parta dalle potenzialità, sempre contrattuali (470 t/giorno), degli impianti della Progetto Gestione e dalla produzione dei rifiuti 2012 del bacino BA/5. In quell’anno solo due comuni su ventuno -del BA/5- avevano il porta a porta, Rutigliano e Cellamare. I ventuno comuni, quindi, chiudono il 2012 con una produzione complessiva di 164.000 tonnellate (t) di rifiuti, quantità inferiore -già allora- alle potenzialità dell’impianto la cui gestione era stata aggiudicata da qualche mese, impianto composto da biostabilizzazione, CDR e discariche di servizio soccorso. Nel 2016, anno in cui la regione ha deciso di portare a Conversano l’indifferenziato dei diciannove comuni prima citati, la produzione dei rifiuti dell’ex bacino BA/5 è di 127.000 t, -36.000 t rispetto al 2012. La produzione dei rifiuti dei diciannove comuni extra bacino nel 2016 è di 130.000 t.
Sul sito impiantimartucci.it (qui) si legge che “a partire dal 2016, a causa della chiusura di altri impianti regionali, la struttura dell'AGER (…) ha deciso che altri comuni (segue l’elenco dei comuni qui già citati, n.d.r.) conferissero i propri rifiuti indifferenziati al nostro Impianto”. Siccome non è specificato il mese, presumo che si tratti dell’intero 2016; il che significa che agli impianti di Conversano, tra i rifiuti del BA/5 e quelli dei diciannove comuni, nel 2016 dovrebbero essere arrivate e lavorate 257.000 t di rifiuto indifferenziato; molto più delle dichiarate potenzialità degli impianti.
E’ nel 2019 che si ha il tracollo della produzione dei rifiuti sia nel BA/5 (69.000 t complessive) che nei diciannove comuni (72.000 t); l’anno scorso, quindi, in contrada Martucci sono arrivate complessivamente 133.000 t di rifiuti. Si è ritornati, dunque, al di sotto delle potenzialità e il quadro economico della gestione di quegli impianti dovrebbe essere andato in sofferenza.
Forse non è un caso che a maggio 2020, la giunta regionale delibera la disponibilità della Puglia ad ospitare le 40.000 t di indifferenziato calabrese. Quelle 40.000 t, sommate alle 133.000 che già lì arrivano, fanno esattamente 173.000 t di rifiuti, cioè pochissimo più delle 171.550 t del quadro economico finanziario presentato dalla Progetto Ambiente in sede di gara. La matematica non è un’opinione, come si suol dire. I numeri, perfettamente allineati con il bilancio economico finanziario strutturato di quegli impianti, potrebbero essere una straordinaria coincidenza, ma è stato lo stesso commissario ad acta dell’AGER, Gianfranco Grandaliano, a fugare ogni dubbio.
«Il contratto prevede un quantitativo, è ovvio che il quantitativo che era stato fatto era sulla base di una produzione di indifferenziato che adesso non abbiamo più», mi ha detto -molto candidamente- Grandaliano la mattina del 26 novembre 2018, quando sono andato a trovarlo nella sede dell’AGER a Bari proprio per chiedere informazioni sul numero dei comuni extra bacino che conferivano a Conversano, su quali fossero, e i motivi di questo ulteriore carico di rifiuti in contrada Martucci.
«Cioè, teoricamente, più aumenta la differenziata -ha aggiunto il commissario Ager quella mattina- più cala l’indifferenziato che arriva a quell’impianto. Tant’è che noi stiamo andando, in numerosi impianti, specialmente quelli del Salento, in un deficit al contrario, nel senso che gli impianti calibrati per i cui contratti fatti dovevano prendere 10 tonnellate al giorno, ne prendono 5 perché aumenta la raccolta differenziata. (…) Questa è la questione». Quei numeri, dunque, perfettamente allineati oggi, potrebbero non essere una coincidenza. Da quello che ha detto Grandaliano, e dalla matematica, viene fuori che la regione sia, sostanzialmente, venuta in soccorso alla Progetto Gestione riequilibrando la quantità di rifiuti in ingresso agli impianti di contrada Martucci.
Che gli impianti di Conversano, come quelli di Cavallino (LE), della provincia di Foggia e perlomeno di altri quattro ex ATO; cioè che il sistema impiantistico messo a gara d’appalto nel 2003, aggiudicato nel 2004-2006-2012 a tre società, COGEAM (Marcegaglia), Lombardi Ecologia e Tradeco, sia stato concepito, progettato e realizzato per divorare tutti i rifiuti che i comuni smaltivano in discarica allora, era un fatto evidente già in quegli anni. Un fatto evidente e schizofrenico allo stesso tempo perché, già dal 1997 col decreto Ronchi, e ancor più nel 2006 con il varo del Testo Unico dell’Ambiente (D.lgs. 152/2006), i comuni sono stati sempre più obbligati al contenimento della produzione dei rifiuti e all’aumento delle percentuali di differenziazione, quindi allo sviluppo e diffusione della raccolta differenziata porta a porta.
Da un lato le norme, nazionali e anche regionali, spingono perché si producano meno rifiuti e si differenzino in modo sempre più spinto, dall’altro lato la regione Puglia ha allestito un sistema impiantistico che dal territorio vuole tutti i rifiuti che produce, altrimenti le società private che lo gestiscono vanno in perdita. E’ pazzesco!
Qualcuno, prima o poi, dovrà rispondere di questo strabismo nella gestione del sistema impiantistico di smaltimento dei rifiuti, di questa enorme contraddizione che ha portato, nel giro di un anno (ottobre 2010-ottobre 2011), la tariffa di smaltimento da 58 €/t a 125,75 €/t per gli stessi, medesimi impianti realizzati a Conversano. Impianti prima sottratti -nel 2010- alla Progetto Ambiente, quando la tariffa era ancora 58 €/t, poi affidati -nel 2011- alla Progetto Gestione, cioè alle stesse società, a una tariffa di 125,75 €/t; un aumento del 116,8%, un aumento dei costi caricato sulla TARI che pagano i cittadini dell’ex bacino BA/5 e che la regione, in modo particolare, deve spiegare ai ventuno comuni e ai loro cittadini contribuenti.
Attualmente, stando ai calcoli sulla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti nel 2019 dai quaranta comuni che conferiscono a Martucci, il quadro economico finanziario degli impianti della Progetto Gestione è in sofferenza. Il soccorso dei rifiuti calabresi è abortito, l’impianto ha fame di rifiuti. Riguardo a contrada Martucci temo che la regione riprovi a rimpinguarla di ulteriori rifiuti, con la scusa dell’emergenza in Puglia e, come abbiamo visto, anche fuori Puglia.