"ESCAPE!", anche in arte vince chi fugge
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- Pubblicato Lunedì, 28 Ottobre 2013 17:44
- Scritto da Rosalba Lasorella
di Rosalba Lasorella
Dall’antica prigione alla nuova libertà, dallo spazio angusto di una cella alla strada contorta che conduce nel mondo. O fuori dal mondo. Con “ESCAPE!”, la mostra di arti visive e multimediali inaugurata a Rutigliano lo scorso 18 ottobre, numerosi artisti pugliesi hanno trasformato il proprio talento nella più geniale via di fuga dalla reclusione quotidiana. E lo hanno fatto esponendo(si) proprio lì, nel chiostro di Palazzo San Domenico, sede delle Officine U.F.O. ma prima ancora luogo adibito a carcere della città.
Recuperando la memoria legata allo storico edificio, “ESCAPE!” ha lavorato sulla necessità degli artisti di «fuggire per tornare a sé stessi», offrendo loro pareti bianche da riempire ciascuno con i movimenti della propria anima. Disegni, fotografie, collage, installazioni interattive, video, fumetti e parole sono stati selezionati attraverso un bando/concorso indetto dalla cooperativa sociale “Al.i.c.e. Area Arti Espressive” e giudicati da esperti del settore, che hanno assegnato al vincitore un premio in denaro.
Durante la serata di inaugurazione, infatti, i curatori e galleristi Giuliana Schiavone, Elisabetta Longo, Roberto Mazzarago e Guido Corazziari hanno preso visione delle opere e riconosciuto nell’installazione “Rifletti?” del Duo Creativo SteLi d’AcQua una più acuta consapevolezza, un atteggiamento serioso e determinato, una profondità d’intenzione che coinvolge lo spettatore in un viaggio (oltre le lastre, oltre le sbarre) plurisensoriale.
Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari, Stefano Quagliarella e Lisabeth Ciavarella sfruttano le loro realizzazioni condivise per mettere in comune con l’osservatore « un "angolino di cervello", un'idea, un modo di vedere il mondo "fisico e materiale" in cui siamo calati... proprio per questo l’installazione è stata concepita "in sospensione", "in apnea"». Con “Rifletti?”, il duo creativo rifugge la tangibilità, ma costringe lo spettatore ad una riflessione tanto concreta quanto mentale. «Abbiamo deciso di dare una chance a chi guarda: raggiungere la lucina che si intravede tra le porte dell’ ultima immagine,e quindi liberarsi, oppure rimanere un riflesso, incastrato nelle gabbie trasparenti di cui spesso siamo noi, o il sistema in cui viviamo, gli artefici» chiariscono Stefano e Lisabeth, ben contenti del risultato raggiunto ed intenzionati a proseguire lungo questa strada.
Insieme a loro hanno esposto per “ESCAPE!” Antonio Sibilia, Vito Birardi, Micaela Franchini, Tommaso Di Terlizzi, Antonia Delucia, Valerio Palumbo, Marialuisa Degiosa, Mayra Mastromarino, Jime Ghirlandi, Grazia Frappina, Graziana Colamussi, Vito Montedoro e Cosimo Cerri. Artisti geograficamente vicini che hanno colto l’occasione per superare ogni limitazione imposta ed autoimposta e decodificare l’esigenza di andare.
Numerosi, in particolare, i giovani rutiglianesi, un folto sottobosco di talentuosi ragazzi alla ricerca della propria identità espressiva ed evidentemente interessati a sperimentare. Una menzione speciale è stata attribuita a Micaela Franchini, la quale, come spiega Miki Gorizia, referente del progetto con Donatella Tummillo, si è rivelata un’autentica sorpresa: «Essendo alla sua prima esperienza, Micaela si è fatta molto guidare e ha fatto bene. Quella sera ha venduto direttamente tre disegni e siamo contenti che farà una personale qui il mese prossimo». Miki commenta brevemente il percorso seguito dagli amici che hanno aderito ad “ESCAPE!”, mettendo in risalto dettagli importanti: «La sala dei computer è tutta rutiglianese; inaspettatamente i rutiglianesi hanno colto l’aspetto della multimedialità più di altri».
La mostra, aperta ancora fino a questa sera (17.30-20.30), ha quindi garantito ai partecipanti una via di fuga, raschiando a fondo sensazioni sedimentate alle quali essi hanno concesso una veste completamente diversa. Liberata la creatività, il chiostro di Palazzo San Domenico ha dismesso i panni di vecchio carcere -ancora a distanza di anni- per tornare ad essere quello che oggi è: uno spazio aperto a chi ha talento da dimostrare.