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L’inaspettata potenza della storia locale

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Tino Sorino presenta il suo volume “Rutigliano in foto e cartolina
dalla fine dell’Ottocento agli inizi degli anni 60 del Novecento”

di Teresa Gallone

Rutigliano. Storia, cultura e memoria continuano a essere al centro delle attività didattiche della Scuola Primaria “Giuseppe Settanni”. Il percorso di approfondimento intrapreso da corpo docente e allievi ha toccato questa volta territori ritenuti già esplorati o poco interessanti, mostrando risvolti inaspettati, poco noti e storicamente trascurati.

È la storia di Rutigliano a far da padrona nell’incontro svoltosi nell’aula magna dell’istituto il 2 marzo scorso alla presenza della cittadinanza accorsa numerosa, degli allievi, dei docenti e delle autorità rappresentate dall’assessore Gianvito Altieri.

A dar voce nuova al passato della città è Tino Sorino, autore del volume “Rutigliano in foto e in cartolina dalla fine dell’Ottocento agli inizi degli anni 60 del Novecento” (Nep Edizioni Srls di Roma, 2016), particolarissimo lavoro foto-storiografico che catalizza animo e attenzione del lettore, conducendolo in un vivo percorso a ritroso nel tempo e nei risvolti più intimi e familiari della storia della città. libro-sorino-settanni-2
Come l’autore lascia che siano le immagini a raccontare le storie della Rutigliano dei secoli scorsi, così anche la conferenza ha riservato poco spazio alle parole, cominciando con la proiezione di una parte del materiale raccolto e contenuto del volume. La visione delle foto e delle cartoline ha smosso gli animi del pubblico adulto e attirato l’attenzione del pubblico più giovane.

L’interesse suscitato nei ragazzi mostra la novità e la qualità del lavoro di Tino Sorino. Enzo Quarto, giornalista Rai e relatore di eccezione, si è rivolto proprio ai giovani presenti sottolineando come la loro reazione alle immagini proiettate non fosse altro che senso di completezza dato dalla scoperta della vicinanza e della concretezza delle radici, prima percepite come lontane, quasi astratte. Se la storiografia “ufficiale” in qualche modo non coinvolge totalmente il destinatario, i risultati della ricerca di Sorino appagano completamente, svelano il senso del presente mostrando un passato non così lontano e diverso.

Le immagini che compongono il volume non provengono da archivi pubblici ma sono state faticosamente raccolte setacciando le raccolte di privati cittadini. Foto e cartoline raccontano storie piccole, momenti quotidiani della vita della città e degli abitanti, dalle feste religiose alla vendemmia, dagli eventi familiari alle manifestazioni sportive. È straordinario poter quasi riconoscersi nei volti ritratti che paiono tutti noti, nei luoghi che si percorrono quotidianamente, nei riti che si osservano ormai senza carpire l’essenza. Tino Sorino riesce a far sentire il lettore spettatore parte di una comunità vera, concreta, di una famiglia che è sempre esistita in tutte le sue manifestazioni. La sua opera brucia la lontananza con il destinatario, lo riavlibro-sorino-settanni-1vicina a un mondo che è considerato ormai troppo distante.

Il volume è stato organizzato in 18 capitoli tematici dopo un lavoro di contestualizzazione e classificazione del materiale portato a termine con l’ausilio di Stefano Netti e Mario Laforgia. Piccole didascalie vanno a integrare il repertorio di immagini con spiegazioni e aneddoti particolari. Dato il valore affettivo delle foto raccolte, Tino Sorino ha rivelato al pubblico quanto i proprietari delle immagini abbiano faticato ad affidare il materiale. Superate queste prime difficoltà, a opera quasi compiuta, molti cittadini hanno messo a disposizione gli archivi privati, rassicurati dalla perizia e dall’affidabilità dell’autore.
 
Proprio a proposito della grande risonanza di pubblico, abbiamo chiesto all’autore se sia in cantiere un seguito dell’opera. Riportiamo di seguito la risposta: «Visto l’interesse suscitato da questo mio lavoro fotografico sugli ultimi cento anni della millenaria storia di Rutigliano, mi piacerebbe tanto continuare ad approfondire questa ricerca documentaria, raccogliendo magari in un secondo volume foto, cartoline e testimonianze degli anni 70, 80 e 90 del Novecento sino ai primi anni Duemila».

Constatato il riscontro positivo e inaspettato di attenzione e coinvolgimento del pubblico più giovane, abbiamo infine domandato a Tino Sorino cosa sente di aver lasciato alle nuove generazioni con la sua opera. Ci ha risposto: «Un vasto patrimonio documentario privato che tornato magicamente a vivere, finalmente fruibile da tutti e altrimenti destinato a perdersi nel tempo».

La presentazione si è conclusa con i consueti omaggi e il plauso da parte del pubblico tra cui è stato possibile carpire l’entusiasmo suscitato e il desiderio di partecipare attivamente al possibile seguito dell’opera.

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