Bellezza: la storia, le opinioni, la contemporaneità
- Dettagli
- Pubblicato Lunedì, 20 Febbraio 2017 08:32
- Scritto da Teresa Gallone
Il Lions Club Conversano ospita la relazione del
dottor Giuseppe Carrieri, specialista in Dermatologia
di Teresa Gallone
Rutigliano. Cambia il segno degli eventi culturali patrocinati dal Lions Club Conversano, l’ultimo tenutosi giovedì 16 febbraio scorso presso palazzo Settanni. Dopo aver toccato questioni di interesse storico, filosofico e giuridico, è un tema ampio e difficilmente circoscrivibile a fare da protagonista, la Bellezza. Ha contribuito con la sua esperienza professionale e personale, in qualità di relatore esperto, il dottor Giuseppe Carrieri, specialista in dermatologia, chirurgia dermatologica e medicina estetica. La relazione è stata introdotta da Domenico Roscino nelle veci di presidente sostituto di Pinuccio Renna, assente. L’incontro è stato tradizionalmente scandito dall’impeccabile Cerimoniera Rosella Cataldo.
Considerata l’ampiezza e la difficoltà di definizione del tema, l’incontro non si è svolto nelle classiche modalità di conferenza frontale ma ha coinvolto il pubblico in una conversazione con il relatore attraverso uno scambio di spunti, opinioni e riflessioni.
Il dottor Carrieri ha percorso sull’asse diacronico la storia dell’evoluzione della bellezza, il mutamento dei canoni di riferimento e le opinioni di chi si è interrogato in proposito. Ha mostrato da un lato la ricerca dei criteri oggettivi di bellezza entro i quali ascrivere un soggetto, facendo riferimento in particolar modo al mondo classico e ai prototipi plasmati nel marmo.
Proprio dalle radici classiche greche e latine, il concetto di bellezza come simmetria delle parti, postulato in primo luogo dai Pitagorici, approda nel Rinascimento. Il dottor Carrieri ha citato a questo proposito i criteri di bellezza individuati da Leonardo da Vinci: “La larghezza degli occhi, la distanza tra loro stessi e la larghezza della base del naso devono essere uguali. La larghezza della bocca a riposo deve essere uguale alla distanza fra le iridi. La parte superiore dell’orecchio deve essere allineata con le sopracciglia. La parte inferiore dell’orecchio deve essere allineata con la punta del naso. Gli occhi devono essere a metà dell’altezza complessiva della testa”.
Dove la natura pecca di generosità, interviene l’ingegno umano. Il dottor Carrieri ha toccato la questione dei trattamenti di bellezza sempre percorrendo l’asse temporale. L’arte del trucco ha radici antichissime, risalirebbe al 4000 a.C. nell’antico Egitto. Testimonianze archeologiche ed evidenze testuali sottolineano come la tecnica fosse ampiamente utilizzata sia nella Grecia classica che a Roma. L’arte del maquillage, così definita da Caterina de’ Medici, è stata oggetto di satira e scherzo nelle riflessioni degli intellettuali sulla bellezza.
Ovidio e Plutarco, per esempio, sarebbero stati convinti assertori della fallacia della bellezza femminile, dovuta più che altro ai belletti, alle vesti e alle pettinature. Andando avanti sull’asse diacronico, muta il pensiero e l’evidenza degli ornamenti viene adombrata dalla celebrazione della bellezza naturale. A questo proposito il dottor Carrieri ha citato Giacomo Casanova e la sua preferenza per la bellezza “appena uscita dalle braccia di Morfeo”.
Dagli esempi mostrati dal dottor Carrieri risulterebbe evidente come il concetto di bellezza sia stato oggetto di riflessione e percezione non solo da un punto di vista oggettivo ma anche e soprattutto soggettivo. La stessa elaborazione di criteri “scientifici” di bello è mutata nel corso della storia in base al sostrato socio culturale.
A questo proposito Umberto Eco nella “Storia della Bellezza” sostiene che il bello non sia mai stato un valore assoluto e avulso dal contesto ma che sia cambiato a seconda del periodo storico e della collocazione geografica. La bellezza non sarebbe mai stata assolutamente incarnata dall’armonia ma anche dal caos. Addirittura la bellezza sarebbe indefinibile, data dal “je ne sais quoi”, dal sentimento ineffabile generato dalla percezione.
Il percorso del dottor Carrieri è dunque approdato alla contemporaneità che, a suo dire, vedrebbe un’involuzione della riflessione sulla bellezza. Benché il fascino sia stato distinto dalla bellezza fisica e risultato di componenti che esulano dall’aspetto esteriore, di nuovo l’estetica ha preso piede come valore dominante. Secondo il dottor Carrieri ci si troverebbe in una situazione di ossessiva ricerca della bellezza così come imposta dai canoni contemporanei, di nuovo protagonisti.
Ciò comporta da un lato il prosperare dell’industria della bellezza, dall’altro rivolgimenti negativi di tipo psicologico. Sarebbe stato abbandonato il concetto di bellezza come parti in rapporto fra loro per una totalità che genera piacere in chi la possiede e in chi la osserva, messo in secondo piano il fascino dell’eloquio, del comportamento e delle posture, relegato in secondo piano l’effetto che produce un animo sereno sulla fisicità dell’essere umano.
Tutto questo a favore di un ideale di perfezione fisica che vada oltre i limiti del normale percorso biologico. In base alla sua esperienza di medico esperto, il dottor Carrieri ha fatto presente quanto l’ossessione per il ritocco estetico compulsivo sia diventata dilagante, così come l’attenzione eccessiva alla forma del corpo che sfocia in desideri di interventi invasivi e regimi nutrizionali poco salutari.
Il pubblico presente è intervenuto nel corso della relazione del dottor Carrieri, condividendo ulteriori esperienze. In molti si sono trovati d’accordo con la tesi del relatore a proposito dei canoni imposti della bellezza femminile. Per il dottor Carrieri tali criteri avrebbero di nuovo minato alla libertà del soggetto femminile dalle coercizioni imposte dalla società, ancora di stampo prevalentemente maschile.
Al termine della conferenza il dottor Giuseppe Carrieri è stato omaggiato con i consueti doni da parte dei soci del Club, fra cui il Fischietto in Terracotta, simbolo della città.