“Nel silenzio parlami ancora”: amare, resistere, lottare
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- Pubblicato Lunedì, 05 Settembre 2016 08:16
- Scritto da Rosalba Lasorella
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di Rosalba Lasorella
Romanzo di formazione, racconto d’amore, rielaborazione storica, ritratto generazionale. Possiede anima versatile l’ultimo libro scritto da Franco e Antonella Caprio, già noti al pubblico nazionale per i successi conquistati con “Il segreto del gelso bianco” e “Non c’è Cuore – cinico ritratto di scuola”.
Ad apprezzare le molteplici sfumature di “Nel silenzio parlami ancora” -–questo il titolo del volume pubblicato lo scorso maggio per Besa Editrice- è stata l’attenta platea riunitasi giovedì 1 settembre in occasione della rassegna “Libri nel Chiostro”. Organizzato dalla cartolibreria “Barcadoro” con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Rutigliano e in collaborazione con l’associazione di promozione sociale “Forland”, l’appuntamento è stato allietato da una piacevole e suggestiva atmosfera.
Merito non solo dell’eco storica racchiusa in Palazzo San Domenico, ma soprattutto dei colori disseminati tra i pensieri di Rina, protagonista del romanzo e voce femminile della Resistenza partigiana. È, infatti, ai tempi della guerra di liberazione che l’opera riconduce, senza mai eccedere nell’eroica mitizzazione e con animo proteso alla sensibile speranza: si palpano gli ideali, non gli idealismi; si toccano i sentimenti, non i sentimentalismi.
Rina, come spiega l’autore introdotto dal giornalista Gianni Capotorto, è staffetta partigiana per amore, poco consapevole del suo reale valore politico, in lotta con il proprio passato e alla ricerca di un futuro sereno. Le parole del suo “Io” si intervallano tra le pagine con quelle di un “Altro” misterioso personaggio, ignoto ai lettori fino al baluginante epilogo. Ad ogni pensiero corrisponde uno sforzo, ad ogni dettaglio un segno di chiusura o riconciliazione, quella a cui Rina tende coltivando il seme pacificamente egoistico (e non fintamente altruista) del perdono.
Numerosi i nuclei tematici nascosti nel romanzo, abilmente sviscerati dalla docente Dominga Lepore, per la serata accompagnata da due lettrici speciali. Il ruolo della donna nella Resistenza, l’inutilità dell’eroica grandiosità, il labile confine tra bene e male, il valore della libertà, il legame empatico con la Natura, la tensione costante verso la tranquillità del cuore, ma –su tutti- il rapporto con i genitori e l’importanza del buon esempio.
Franco e Antonella Caprio scelgono di dedicare “Nel silenzio parlami ancora” al loro papà, considerato autentico esempio di onestà. Scelgono, allo stesso tempo, di accompagnare Rina (ribattezzata Vittoria con l’adesione alla Brigata Garibaldi) verso la resurrezione, riavvolgendo il nastro di quel risentimento che la protagonista ha per anni nutrito nei confronti di sua madre, fredda, dura e traditrice.
Così, la tenace espressione «Ti odio e non mi basterà una vita per dimostrartelo», pronunciata con sguardo infuocato al momento della cattura, sembra d’un tratto collegarsi a quella citazione di Sandro Pertini che Franco Caprio non manca di condividere: «Mamma! Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza».
Rina ha lottato, come durante l’occupazione nazifascista davvero hanno fatto circa 35000 donne italiane di cui ancora oggi, purtroppo, in pochi conservano memoria.