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Domenico Messeni, giovane rutiglianese morto nella Grande Guerra

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di Tino Sorino

Il sacrificio del maggiore Domenico Messeni, un ardito coraggioso della Prima Guerra Mondiale, sarà ricordato nella sua terra natia, Rutigliano, venerdì 13 novembre 2015, alle ore 18.00. Teatro dell’iniziativa, l’Aula Magna “Aldo Moro” della Scuola Primaria del 1° Circolo Didattico “Giuseppe Settanni”.

L’occasione, la presentazione del libro di Emanuele Messeni “Anche a Pove c'erano gli ulivi. Storia di Domenico Messeni, giovane pugliese nella bufera della Grande Guerra” (Edizioni dal Sud), nelle cui pagine l’autore ricostruisce la storia di uno zio, Domenico, morto ventenne nella Grande Guerra.

Spinto dal desiderio di esplorare la vicenda umana di uno zio conosciuto solo attraverso ingiallite e vecchie foto, lo scrittore ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, dall’esperienza infantile nelle campagne rutiglianesi a quella giovanile vissuta da militare nelle montagne friulane e venete, dove eserciti agguerriti si affrontarono senza esclusione di colpi.

Enti organizzatori, l'Amministrazione comunale, l'Archeoclub d’Italia- sezione di Rutigliano e locale LUTE “Lia Damato”. Interverranno con l’autore, la padrona di casa la dirigente della “Settanni”, prof.ssa Maria Melpignano, il sindaco Roberto Romagno, il prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore dell'IPSAIC (Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea). A moderare l’incontro il giornalista Gianni Capotorto.

Domenico Messeni nato a Rutigliano il 28 giugno 1898, dopo aver frequentato il corso allievo ufficiale di Caserta, giunge in zona  di guerra alla vigilia della ritirata di Caporetto il 18 ottobre con il 20° Reggimento bersaglieri. Ferito, è insignito di due medaglie di bronzo e, nonostante non fosse ancora guarito, fugge dal convalescenziario per far parte, come volontario, del IV reparto Arditi (fiamme cremisi) del capitano Aminto Caretto. Partecipa il 29 gennaio 1918 alla battaglia dei Tre Monti per la conquista del monte Valbella.

Il 10 marzo, sul campo d’aviazione di Villaverda riceve la medaglia dalle mani del re Vittorio Emanuele III.  Partecipa il 25 ottobre alla battaglia del monte Asolone, dove affronta forze nemiche superiori per numero di combattenti e per armamenti. Ferito, è operato in un’ambulanza chirurgica e muore il giorno dopo. Riceve anche una seconda medaglia d’argento. Lo scrittore americano Ernest Hemingway, anche lui ventenne, testimone diretto degli eventi accaduti, in un racconto dal titolo “La scomparsa di Pickles McCarty", fa riferimento al comportamento coraggioso tenuto dagli Arditi in quelle giornate.

L’autore, Emanuele Messeni, insegnante di Italiano e Storia nelle scuole medie superiori, attualmente in pensione. Alterna lunghi soggiorni in Puglia ad altri in Lombardia, condividendo con la moglie la passione per la lettura e i grandi viaggi.


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