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Johnny, un ragazzo, l’idea di libertà e la lotta per difenderla

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di Carlo Picca

Ha fatto molto discutere l’uscita televisiva della nuova Miss Italia 2015, la quale ha affermato che vivere durante la seconda guerra mondiale, le sarebbe piaciuto. E questo per restare a casa, a non fare la guerra, ma per provare a viverlo, quel periodo. A pensare, che proprio in quegli anni, suoi coetanei, oltre che uomini e donne, decidevano invece di prendere le armi e di combattere contro l’invasore. Era l’impegno che li animava.

Miss Italia a parte, oggi non è ingiusto dire che da parte delle nuove leve l’impegno scarseggi. Non hanno avuto molti esempi purtroppo, questo va detto. Ma va detto anche, senza chiaramente generalizzare, che se si tratta di “alcolizzarsi” e “sballarsi”, i ragazzi, anche più che stagionati, (fascia 20/40 anni) sono i primi ad impegnarsi sul come farlo. Ma se gli dici di impegnarsi in altro, di credere nel loro presente nonché futuro, molto spesso ti dicono no grazie. Poi però, non vi lamentate, se le cose vanno a rotoli! A loro in primis, ma a tutti coloro che cercano la lettura di un buon classico nostrano, inviterei ad approfondire questi temi attraverso la lettura di un libro.

Il Partigiano Johnny, di Beppe Fenoglio. Considerato uno dei più importanti romanzi del Novecento italiano. Fenoglio non riuscì mai a pubblicarlo in vita: lo stesso titolo non è autografo, ma va attribuito ai curatori della prima edizione Einaudi (1968). Gran parte delle vicende, pur romanzate, furono realmente vissute dall'autore in prima persona, ed è quindi lecito riconoscere in Johnny un alter ego dell'autore.

Un romanzo incompiuto dunque, che racconta la storia di un giovane studente con la passione per la letteratura inglese. Questi a seguito dell’8 settembre 1943, torna in famiglia, dai suoi genitori ad Alba, che era occupata dai tedeschi. Qui capisce che non si può restar fermi e decide di “andare in montagna” con i partigiani, per credere fino in fondo nella propria utopia di lotta per la libertà contro i nazifascisti.

Nella brigata in cui entrerà, non si sentirà proprio a suo agio, continuerà sempre ad avvertire un senso di estraneità, ma ciò non lo farà desistere dalla lotta. Infatti sono pochi i compagni con cui riesce a sentire una vera sintonia. Nei confronti di tutti gli altri avverte un forte ed orgoglioso senso di diversità.
Ai suoi occhi certa violenza gratuita ed il fanatismo ideologico sono modi di fraintendere il vero senso della lotta partigiana.

Quella di Johnny è la storia di una formazione: prima, in città, nelle discussioni con il professor Chiodi e i suoi allievi sui motivi che spingono a diventare partigiano, poi, “sul campo”, dove si fa strada il problema di appartenere ad una collettività fatta di uomini diversi per estrazione sociale, provenienza geografica e anche convinzioni ideologiche.
Il carattere che rende particolare questo lavoro letterario è rappresentato dalla lingua messa su carta da Fenoglio per raccontare la storia di Johnny. Si tratta di uno stile unico, che trova origine nella passione dell’autore, e del suo personaggio, per la lingua inglese. Un simile pasticcio che compone ogni frase con ricercatezza, talvolta anche maniacale ma sempre poetica.

E così si racconta l’estate di lotta del ’44. L'odissea di Johnny e dei suoi compagni. L’attesa nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le battaglie, anche interne come quelle per giustiziare delle spie, e i rapporti, non sempre facili e lineari, tra le varie formazioni ribelli.
Difficile dire che i contenuti del romanzo siano belli, ma di certo è un libro interessante. Impossibile trascendere dal fatto che l'autore non fece in tempo, o non volle, su questo la critica non ha una visione univoca, pubblicarlo terminato nella sua stesura.

Johnny ed i suoi compagni, come si diceva spesso ai tempo dell’impegno, sono giovani uomini alla ricerca di una ragione, di una verità. Abbandonata la comoda esistenza di figli, si inoltrano verso il nuovo che, nel loro caso, si identificherà con la Resistenza.

Non è solo spirito di avventura a spingerli lontano dal disimpegno, è la necessità di rendere autentica la propria presenza nel mondo e di credere fino in fondo in qualcosa, allora era la libertà dal nazifascismo. L’idea della libertà e la lotta per difenderla: questi i segni che Fenoglio lascia ai lettori di tutte le età, anagrafiche e storiche. Buona Lettura!

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