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L’incontro col figlio di Alfredo Violante rinviato a domani

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Aggiornamento ore 21:20
Ci comunicano che l'evento in programma oggi e rinviato è stato "recuperato domani pomeriggio alle 18:00 sempre nella scuola elementare Settanni".

A causa del maltempo Paolo Violante, l’anziano figlio (81 anni) di Alfredo, non ha potuto prendere l’aereo da Milano. L’iniziativa prevista per stasera, alle ore 18:00, nell’Aula Magna della scuola “Settanni”, è stata, dunque, sospesa.
Confermata, invece, quella programmata per domani, Martedì 27 gennaio, cioè il corteo con raduno in piazza XX Settembre e alle 9.45 la deposizione della corona d’alloro alla targa commemorativa in piazza Violante.



di Tino Sorino

1945- 2015: nel 70° anniversario della liberazione dal nazifascismo, la “Settanni” e il Comune di Rutigliano, celebrano il  “Giorno della Memoria”, per non dimenticare quelle terribili pagine di storia e le tantissime atrocità compiute in quegli anni. Tra cui, in particolare, il sacrificio di uno degli uomini più illustri della nostra terra, Alfredo Violante, giornalista, avvocato e letterato, nato a Rutigliano nel 1888 e morto nel 1945 nel lager di Mauthausen, all’età di 57 anni.

Se ne parlerà in due giornate di studi (lunedì e martedì prossimo), organizzate dal 1° Circolo Didattico Statale “Settanni” e dall’Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune. E proprio per trasmettere alle nuove generazioni il ricco patrimonio culturale, costruito da una civiltà plurimillenaria, non poteva mancare un evento come questo, dal titolo “Alfredo Violante, una vita per la libertà e per la patria”, che fosse, oltremodo, significativo per l’intera Comunità scolastica e cittadina, in questa triste ricorrenza.

A ricordare, insieme ad altri oratori, la figura del patriota e “combattente” antifascista Alfredo Violante, sarà il figlio Paolo (pensionato, ex bancario e cugino del già Presidente della Camera dei Deputati Luciano) che incontrerà, lunedì 26 gennaio, alle 18.00, nell’Aula Magna “Aldo Moro”, i bambini della Scuola Primaria “ Giuseppe Settanni” e il giorno dopo, martedì 27 gennaio, alle 10.00, nella Chiesa Madre, la cittadinanza. Con Paolo Violante, interverranno, Giuseppe Marchetti, parente, Antonio Fanizzi, studioso e storico locale, Roberto Romagno, Sindaco di Rutigliano, Gianvito Altieri, assessore alla Cultura, Anna Ancona, assessore alla Pubblica Istruzione e Maria Melpignano, dirigente della “Settanni”.

Prima dell’incontro-dibattito in Chiesa Madre, alle 9.30 sfilerà il corteo con raduno in piazza XX Settembre e alle 9.45 seguirà la deposizione della corona d’alloro alla targa commemorativa in piazza Violante. Una due giorni di studio e riflessione per “non dimenticare”, dedicate «alla memoria» dell’illustre giornalista, che ha sacrificato la sua vita in nome della libertà e a cui è pure intitolata una piazza centrale del nostro paese.


Qui di seguito, si riporta uno stralcio tratto da un articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno” del 19/1/2012, intitolato “Barese a Mauthausen, Violante dalla Puglia alle camere a gas”, a firma del prof. Vito Antonio Leuzzi, direttore del Centro Studi “ IPSAIC”(Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea”.

“…Gianfranco Maris, uno dei sopravvissuti del lager di Mauthausen (matricola n 82394) ricorda in alcuni suoi scritti di memorie ragionate il giuramento dei sopravvissuti nel maggio del 1945 sulla «piazza dell’appello» e ricostruisce le tappe di un percorso di violenza e di annientamento degli oppositori del nazifascismo tra i più tragici dell’intera storia concentrazionaria del Terzo Reich. In particolare le modalità del trattamento che fu riservato agli internati a Fossoli e poi a Mauthausen-Gusen (Austria) sono al centro di un suo recentissimo volume, edito da Mondadori. In uno di questi viaggi della morte fu coinvolto, tra gli altri, il giornalista e avvocato pugliese Alfredo Violante, nato a Rutigliano ed emigrato a Milano. Violante, noto per la sua intensa attività giornalistica sin dal 1910, fu protagonista del movimento dei combattenti, manifestando un forte interesse per la battaglia meridionalistica di Tommaso Fiore e Gaetano Salvemini.
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All’indomani dell’assassinio del deputato socialista di Conversano Giuseppe Di Vagno, pubblicò un opuscolo di denuncia per questo delitto che impressionò l’intera opinione pubblica nazionale. Il giornalista rutiglianese esordì come direttore del bisettimanale «Gazzettino delle Puglie» e come corrispondente e redattore del «Giorno» di Napoli, ma fu redattore di questo giornale - che negli anni Venti mutò la sua originaria denominazione da «Corriere delle Puglie» in «La Gazzetta di Puglia» e infine in «La Gazzetta del Mezzogiorno» -; diresse anche diversi settimanali e periodici, tra cui «Il Giornale del Sud» e «Uomini e cose» e per un breve periodo, nell’estate del 1925, il «Nuovo Corriere» di Bari, che sospese la pubblicazione dopo un violento attacco squadristico conseguente alla comparsa di articoli critici nei confronti dei potentati economici locali.

Costretto a trasferirsi a Milano tra il 1926 ed il 1927, Alfredo Violante mantenne sempre una piena indipendenza mentale e di giudizio dal fascismo. Il forte legame con Bari e con la sua regione natia si manifestò con la pubblicazione di un quindicinale «La Puglia», organo dell’associazione pugliese e con la collaborazione della rivista «Terre d’Italia», in cui raccontò la vicenda dei profughi armeni e del poeta Hrand Naziarantz, scampati alla persecuzione e allo sterminio turco e approdati a Bari nel 1922. Nel capoluogo lombardo Violante mise su uno studio legale e rinsaldò i legami con il mondo dell’emigrazione, in particolare con gli oppositori del regime, come si evince dall’attività incessante di controllo da parte della polizia segreta e della censura che si sviluppò senza soluzione di continuità sino alla guerra. La stretta sorveglianza continuò anche dopo il 25 luglio 1943. Furono infatti intercettate due sue lettere a Tommaso Fiore, dell’agosto di quell’anno, in cui si evidenziano la forte tensione politica ed ideale, assieme alla riconoscenza per la lotta antifascista dall’umanista di Altamura, che aveva patito il carcere ed il confino. Violante fu arrestato per la partecipazione attiva alla resistenza e per il ruolo nella ricostruzione del movimento democratico-liberale a Milano.

Dopo l’arresto, fu prima deportato nel campo di Fossoli per essere trasferito a Mauthausen il 24 giugno 1944. Nella drammatica testimonianza odierna di Gianfranco Maris, presidente della Fondazione Memoria della Deportazione e dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati), suo compagno di internamento, si apprende che a Mauthausen-Gusen (dove si registrò il 66% di vittime, il più alto dei campi di sterminio nazisti: su novemila italiani ne ritornarono solo mille) furono gasati tutti coloro che erano nati prima del 1890: «Alfredo - dice Maris - era nato nel 1888. Mi prende nel ricordo una angoscia, quando penso che Alfredo Violante, dalle registrazione del campo risulta morto il giorno 24 aprile (1945)». Il giorno prima della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista”.



 

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