Annella Andriani: «Aiuto le donne e aiuto me stessa»
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- Pubblicato Lunedì, 14 Aprile 2014 15:39
- Scritto da Rosalba Lasorella
di Rosalba Lasorella
Non poteva che concludersi così, con una vigorosa testimonianza, il lavoro avviato cinque anni fa dalla Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Rutigliano. Con “Voci di Donne”, infatti, il gruppo “in rosa” guidato da Maria Fumarola si è congedato dalla cittadinanza, lasciando alle parole di Annella Andriani l’arduo compito di riportare l’attenzione sui temi spesso sottovalutati del femminicidio e della sopraffazione.
Tenutosi lo scorso 3 aprile presso la sala consiliare di Rutigliano, l’incontro si è aperto con i saluti del Sindaco Roberto Romagno e del Presidente del Consiglio Comunale Matteo Colamussi, accolti da Dominga Didonna e dai presenti intervenuti per conoscere l’autrice di “Storia di una narratrice in fuga”.
Assente per motivi di salute la presidente, dalla quale sono comunque giunti i ringraziamenti a quante hanno operato nella commissione e a quanti ne hanno con coraggio sostenuto le iniziative.
«Questo è un libro che va letto col cuore –ha esordito il critico d’arte Valeria Nardulli- e con il quale si instaura subito un rapporto empatico». La stessa sensazione, ammette, che si avverte giocando con le forme ed i colori di un quadro, dettagli a cui ci si affeziona nella ricerca di un senso universale e personale allo stesso tempo.
Nella lotta agli stereotipi che incatenano le donne, nella scrittura morbida e mai evasiva, nella liquidità delle emozioni che caratterizza le figure protagoniste, Valeria Nardulli riconosce la sensibilità dell’autrice ai riferimenti artistici, esplicitando quelle citazioni (dirette ed indirette) che vanno dall’impressionismo a Dalì, dall’espressionismo a Tintoretto.
“Storia di una narratrice in fuga” raccoglie esperienze vere che si intrecciano intorno alla vita tormentata di Anna Maria, giovane donna alle prese con un sistema violento, che costringe a reprimere i sogni e riduce la libertà a mera utopia. «A differenza di molti altri casi, però -commenta la moderatrice Dominga Didonna- qui la vittima non si nasconde, vorrebbe parlare».
A notarlo è anche il neurologo Giuseppe Caputo, il quale coglie in questa prima opera della scrittrice pugliese «un metodo nuovo per affrontare lo scontro fra generi», frutto di una lettura critica ed originale della realtà e di una strenua opposizione alle convenzioni sociali. «La ragazza si batte con impeto per contrastare le resistenze culturali», aggiunge il dott. Caputo, fornendo all’autrice l’occasione per raccontare la sua esperienza nelle scuole, a diretto contatto con le nuove generazioni.
«Abbiamo presentato il libro nelle scuole medie e abbiamo avuto la conferma che c’è un forte squilibrio tra i due generi» -ha riferito Annella Andriani- «Non è facile parlare di sesso, ma bisogna farlo con serenità. Oggi i ragazzi pensano di essere emancipati, ma si tratta di un’emancipazione fittizia».
L’educazione rimane, dunque, il solo modo per polverizzare gli stereotipi ed ignorare i falsi miti prodotti dalla tv (che l’autrice non possiede in casa da ormai 13 anni). Intervallato da stralci di “Storia di una narratrice in fuga”, a cui Maria Giuliano ha prestato la voce, l’incontro si è concluso con una domanda-provocazione: «Voi credete che oggi la donna sia libera?».
Il dibattito resta tuttora aperto.