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Invito al Libro

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Sac. Pasquale Pirulli

La recente celebrazione del “GIORNO DELLA MEMORIA” ha richiamato tutti gli uomini di buona volontà al ricordo del tragico passato e all’impegno di operare perché quel passato non si ripeta più. Oltre la nera ombra del cancello di Auschwitz, con la sua beffarda insegna “Arbeit macht Frei”, e le camere a gas spacciate per locali di docce, e i forni crematori; oltre le memorie dei sopravvissuti e i fantasmi degli esecutori del genocidio nei confronti dell’umanità, si eleva il richiamo di due opere teatrali che fanno ancora discutere.

Mi riferisco a “L’Istruttoria” di Peter Weiss del 1964 e a “Il Vicario” di Rolf Hochhuth del 1963.  La differenza tra queste due opere è che la prima “oratorio in 11 canti” recupera alcune deposizioni del processo di Francoforte (1963-1965) e descrive, secondo lo stesso autore: “L’inferno consiste forse solo in interrogatori, accuse, domande, bugie, difese”; la seconda si rivela una pièce a tema intesa a denigrare un papa che agli interessi politici di una intesa col Terzo Reich avrebbe unito il silenzio sui crimini nazisti perpetrati nei confronti specialmente degli Ebrei. Al pontefice Pio XII, già nunzio apostolico a Berlino, si attribuiva il peccato originale di essere filogermanico.

L’accusa di Rolf Hochhuth fu ripetuta dal giornalista anglosassone John Cornwell nel suo saggio “Il Papa di Hitler. La vita segreta di Pio XII” (2000) e da Robert Katz nel suo libro “Morte a Roma” che poi divenne il film “La Rappresaglia” prodotto da Carlo Ponti.
Non ci dobbiamo meravigliare che il cammino verso il riconoscimento della santità di Pio XII sia stato quanto mai irto di difficoltà e che la sua azione pastorale, con i suoi innegabili riflessi politici e sociali, susciti ancora discussioni vivaci tra gli storici. Sulla sua bianca figura, che lo ha fatto definire “pastor angelicus”, grava l’ombra del suo presunto silenzio durante la tragedia della shoah. invito-al-libro-don-pascuale-art -1

A questo proposito Padre Peter Gumpel S.J., uno dei promotori della causa di beatificazione di papa Pacelli, nell’anno 1998 in una intervista dichiarava: “Tutto era cominciato con il dramma storico scritto da Rolf  Hochhuth, rappresentato per la prima volta nel 1963 in Germania con il titolo «Il Vicario». Quando il dramma fu pubblicato come libro, Hochhuth aggiunse una lunga appendice che giustificò come il frutto di lunghe ricerche storiche. Tuttavia, chi legge attentamente questa appendice, può facilmente constatare come Hochhuth avesse dato via libera alla sua fantasia. Le sue affermazioni secondo cui Pio XII era un codardo, un pro-nazista che si interessava dei suoi presunti investimenti in Germania, non erano altro che gravissime calunnie. È interessante notare come, subito dopo la pubblicazione, Emilio Pinchas Lapide, un diplomatico ebraico già Console a Milano, nonché storico, si era sentito in dovere di pubblicare alcuni articoli per protestare contro questo attacco a Pio XII. Anche Jeno Levai, invitato come esperto al processo contro il nazista Eichmann che si svolse a Gerusalemme, difese pubblicamente in aula l’operato di Pio XII. Quando il dramma di Hochhuth fu presentato in Gran Bretagna, Sir Godolphin Francis Osborne D’Arcy, già Ministro inglese presso il Vaticano durante la seconda guerra mondiale, intervenne pubblicamente contro le affermazioni fatte da Hochhuth. Poco prima di essere eletto papa, l’Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, pubblicò un articolo su The Tablet in cui prese di mira Hochhuth e difese Pio XII a spada tratta. Montini conosceva molto bene Pio XII essendo stato durante il periodo della guerra uno dei suoi principali collaboratori in Segreteria di Stato”.
Durante la visita in Giordania e Israele nel gennaio 1964 papa Paolo VI, sfiorando l’incidente diplomatico, respinse decisamente le accuse contro Pio XII dicendo: “La storia, non l’artificiale manipolazione dei fatti e la loro interpretazione preconcetta poste in essere in Il Vicario, stabilirà la verità sull’attività di Pio XII durante l’ultima guerra contro gli eccessi criminali del regime nazista e dimostrerà quanto sia stata vigile, assidua, altruista e coraggiosa, nel reale contesto dei fatti e delle condizioni di quegli anni”.   

Mi ritrovo con quattro volumi che ci possono aiutare a conoscere meglio la sua persona, il suo pensiero e la sua azione di assistenza caritativa a tutte le vittime del nazifascismo e della seconda guerra mondiale.

Il primo è quello di Mons. Sante Montanaro (Bari 1916-2011), illustre storico di Casamassima, che oltre alla monumentale “Storia di Casamassima” in 4 voll. ha lasciato la sua poderosa enciclopedia sugli ultimi papi in due volumi dal titolo “Dalla breccia di Porta Pia alla nuova immagine profetica del papato nel mondo globale: la storia della Chiesa attraverso i papi” (AGA 2011). Il saggio di D. Santino su Pio XII ha queinvito-al-libro-don-pascuale-art -2sto titolo; “Pio XII: il papa della pace” e si snoda in ben 16 paragrafi con un appendice. Lo storico ricorda che : “Ai vari Hochhuth fa comodo tacere che il cardinale Pacelli fu l’estensore nel 1937 della “Mit brenenneder Sorge “ di Pio XI contro il nazismo”. Egli ricorda quanto scrive Sr. Pascalina Lehnert, la suora addetta alla cucina del papa, nel suo volume autobiografico “Pio XII: il privilegio di servirlo” (Rusconi, Milano 1984), raccontando la reazione del papa alla “terribile notizia” della risposta di Hitler alla protesta ufficiale dei vescovi olandesi: «Con orrore si ricorda quel mattino dell’agosto 1942, quando i giornali riportarono a grandi titoli l’orribile notizia che la protesta ufficiale dei vescovi olandesi aveva indotto Hitler a fare arrestare per rappresaglia, nella notte stessa, quarantamila ebrei. Tra di essi era anche la nota filosofa e suora carmelitana (di origine ebraica) Edith Stein. I giornali del mattino vennero recapitati nello studio del Santo Padre mentre egli era sul punto di recarsi all’udienza. Lesse solo i titoli e divenne pallido come un orto. Tornato dall’udienza – erano già le tredici, l’ora di pranzo-, il Santo Padre venne in cucina (solo qui, infatti, era possibile bruciare qualcosa di nascosto) con due grandi fogli, scritti molto fini e disse: “Voglio bruciare questi fogli. È la mia protesta contr5o la spaventosa persecuzione antiebraica. Stasera sarebbe dovuta comparire sull’Osservatore Romano. Ma se la lettera dei vescovi olandesi è costata l’uccisione di quarantamila vite umane, la mia protesta ne costerebbe forse duecentomila. Non posso e non voglio assumermi questa responsabilità. Perciò è meglio non parlare in forma ufficiale e fare in silenzio, come ho fatto finora, tutto ciò che è umanamente possibile per questa povera gente.” “Santo padre”, mi permisi di obiettare, “non è peccato bruciare ciò che lei ha preparato? Potrebbe forse essere utile un giorno”.  “Anch’io ho pensato a questo”, rispose Pio XII, “ma, se come sempre si sente dire, i nazisti penetrano anche qui e trovano questo fogli – e la mia protesta ha un tono ben più aspro di quella olandese – che cosa avverrà dei cattolici e degli ebrei in mano alla potenza tedesca? No, è meglio evitarlo”. Il Santo Padre attese finche i due grandi fogli non furono completamente bruciati e solo allora uscì dalla cucina». (SM, II, 90)

Il secondo volume è curato da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e docente di storia nell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari e “La Sapienza” di Roma. Ha il titolo “Pio XII” ed è stato edito da Laterza (Bari-Roma 1984) e raccoglie saggi di diversi autori: “Pio XII dal mito alla storia” (Francesco Traniello), “La Chiesa di Pio XII fra guerra e dopoguerra” (Francesco Malgeri); “Pio XII e la politica internazionale” (Pietro Pastorelli); Pio XII e l’ideologia dell’Occidente2 (Antonio Acerbi); “Pio XII e la decolonizzazione” (Augusto Giovagnoli); “La diplomazia vaticana e il problema dell’assetto postbellico” (Italo Garzia); “Roncalli diplomatico in Grecia e in Turchia “ (Stefano Trinchera); “Alle origini degli “Actes et documents  du Saint-Siège” (Robert A- Graham); “Pio XII e i movimenti cattolici in Europa” (Jean-Marie Mayeur); “Chiesa e mondo moderno: il caso dei preti operai” (Emile Poulat); “Cultura di massa e valori cattolici; il modello di «Famiglia Cristiana» (Mario Marazziti); “Miti e modelli educativi: Gino Bartali” (Stefano Pivato); “Cristiani nella storia. Il «caso Rossi» e i suoi riflessi nelle organizzazioni cattoliche di massa” (Maria Cristina Giuntella); “Unione Sovietica e questione comunista nell’opinione pubblica cattolica in Italia “ (Roberto Marozzo della Rocca); Un laboratorio politico e culturale: <<La Civiltà cattolica>> (Roberto Sani); “Clero e parroci” (Antonio Parisella); “L’immagine di Pio XII nei discorsi di Giovanni XXIII” (Alberto Melloni).
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Più direttamente centrato sul tema dell’azione assistenziale del papa è il terzo volume di Margherita Marchione dal titolo: “Crociata di Carità. L’impegno di Pio XII per i prigionieri della seconda guerra mondiale”, con prefazione di Francesco Mercadante, edito dal Sperling & Kupfer Editori (Milano 2006).  L’autrice dinanzi alle ripetute accuse nei confronti di papa Pacelli approfondisce  il problema “con serietà, attraverso testimonianze reali”. “Punto di partenza è l’Archivio Segreto Vaticano, che custodisce le migliaia di lettere – di persone comuni, di ogni confessione e nazionalità, che chiesero aiuto al sommo pontefice – che attestano la sua immensa pietà, generosità, carità. Tali richieste di aiuto, e le relative risposte del Vaticano – di cui questo libro offre una scelta significativa – rappresentano una documentazione concreta sull’operato della Santa Sede, nel corso del secondo conflitto mondiale, in tutto il mondo attraverso i suoi collaboratori: nunzi, delegati apostolici, vescovi, parroci, sacerdoti, suore che tessevano una fitta, segreta rete di soccorso, conforto, informazioni. Fatti, documenti, fonti sicure e inequivocabili, che sanno parlare al core e alla mente di chi vuole accertare la verità senza pregiudizi o sovrastrutture ideologiche”.
L’ultimo volume è quello curato da Johan Ickx, attuale responsabile dell’Archivio storico della Segreteria di Stato, e pubblicato in Italia da Rizzoli nel gennaio 2021 con il titolo “Pio XII e gli Ebrei. L’archivista del Vaticano rivela finalmente il ruolo di papa Pacelli durante la seconda guerra mondiale”. Il titolo originale di questo saggio storico è il seguente: “Le bureau. Les Juifs de Pie XII” (Edition Micheal Lafon, 2020). Il riferimento al titolo originario con il “Bureau” (Ufficio) ci permette di individuare subito i protagonisti di questa ricostruzione di una vicenda storica che è stata sempre coperta dal segreto diplomatico e dalla difficoltà di accedere ai documenti.

Eccoli in ordine con le relative attribuzioni:  Il papa: Pio XII (Eugenio Pacelli), Il cardinale: Sua Emin. Luigi Maglione (segretario di Stato), Il segretario: Sua Eminenza Domenico Tardini (segretario agli Affari ecclesiastici straordinari) Il sostituto: Mons. Giovanni Battista Montini (sostituto per gli Affari ordinari e segretario del Codice), Il sottosegretario: Mons. Giuseppe Malusardi (sottosegretario agli Affari ecclesiastici straordinari).

Lo staff: Mons. Giulio Barbetta (minutante, funzionario amministrativo); Mons. Angelo Dell’Acqua (consigliere di nunziatura, funzionario amministrativo): Mons. Giuseppe Di Meglio (uditore di nunziatura di prima classe, funzionario amministrativo); Mons. Pietro Sigismondi (uditore di nunziatura di seconda classe, funzionario amministrativo; Mons. Armando Lombardi (uditore di nunziatura di seconda classe, funzionario amministrativo); Mons. Corrado Bafile (segretario di nunziatura di prima classe, funzionario amministrativo).
Attori esterni: Mons. Bernardini, Mons. Burzio, Mons. Cassulo, Mons. Huxley, Mons. Orsenigo, Carlo Pacelli, mons. Angelo Giuseppe Roncalli, Mons. Rotta, Mons. Valerio Valeri, Suor Slachta, P.Muster e tanti altri…  
L’autore ricostruisce attraverso la rilettura di documenti, lettere, foto, giornali il quotidiano lavoro di ascolto e intervento a favore degli Ebrei operato dal Bureau del Vaticano.

Il saggio storico di Johan Ickx, avviato da una conferenza dal titolo “Pio XII e gli ebrei di Roma” tenuta a New York nel gennaio 2020 all’inizio della pandemia del Covid 19 e facilitato dall’apertura di tutti gli archivi vaticani relativi al pontificato di papa Pacelli, disposta  ultimamente da papa Francesco, denuncia l’opera teatrale di Rolf  Hochhuth  “ideata e sovvenzionata dai servizi segreti sovietici” quale grossolano “falso storico” .

Johan Ickx espone il suo metodo rigorosamente scientifico: “Io ritengo di dover dare la priorità ai documenti originali autentici, lasciando che siano essi a parlare e, di conseguenza, a riportare in vita coloro che lo hanno scritti, ispirati e conservati. Una volta restituita loro la voce, le intenzioni e l’integrità, evitando la contaminazione causata dalla letteratura successiva, sarà possibile trasformare gli attori in personaggi reali, facendoli muovere non sul palco bensì nel loro contesto, composto di corti e stanze, di suite presidenziali  nelle capitali, di basiliche di Roma o del Palazzo Apostolico al Vaticano? Se sarà così, potrà avere inizio il vero teatro.

Per conseguire tale scopo, ho scavato nel colossale Archivio storico della sezione per i Rapporti con gli Stati e, limitandomi solo a questo, ho fatto una selezione personale del materiale non divulgato, ben consapevole che ulteriori prove storiche potranno essere rinvenute in altri archivi vaticani e altrove”.
Ed ecco la chiara intenzione dell’autore: “La sua unica intenzione è di far rivivere i protagonisti del Bureau, ma stavolta sulla base di fonti archivistiche, senza, per quanto possibile, contaminazioni da parte di letteratura post-bellica e interpretazioni accademiche. Una volta per tutte, volevo che fossero i documenti nudi e crudi e dettare le regole , il ritmo e il contenuto”.

Da sottolineare che questa volta l’archivista nel presentare i risultati della sua ricerca predilige il genere della “narrativa”, articolandolo in «racconti» e «storie brevi». “I miei racconti riguardano uno specifico argomento, mentre le storie brevi presentano  «esperienze di vita vissuta» di ebrei, battezzati o meno, che chiedono aiuto a Pio XII. Mentre i «racconti» sono basati sulle più disparate fonti archivistiche custodite nell’Archivio storico della sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, le «storie brevi» traggono ispirazione dalla «serie Ebrei», che si potrebbe definire la «lista di Pacelli». Questa specifica serie archivistica è un compendio di quasi tutti gli Ebrei, battezzati e non, che hanno ricevuto aiuto del Bureau”.

Ho voluto redigere questa nota bibliografica sull’azione di «carità universale» di Pio XII, carità sottolineata anche dal giovane minutante Mons. Armando Lombardi (12.5.1905-4.5.1964), già alunno del mio Pontificio Seminario Campano di S. Luigi a Posillipo (NA) (11.11.1921-22.7.1928) e poi nunzio apostolico in Brasile. Dopo aver annotato una risposta al nunzio apostolico in Olanda Mons. Paul Giobbe a proposito di tremila permessi di ingresso in Brasile per perseguitati ebrei rifugiati in Olanda, dietro incarico ricevuto da Mons. Domenico Tardini (20.2.1888-30.7.1961), egli non può fare a meno di annotare circa l’azione del papa Pio XII: “Ma tutto è carità: carità che, in questo caso, ha qualcosa di sublime ed eroico”.

Quando vado nella Basilica di S. Pietro in Vaticano mi soffermo dinanzi al monumento a papa Pio XII dello scultore Francesco Messina e nella preghiera ricordo l’incontro del papa con noi ragazzi nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove entrammo eludendo il severo controllo delle guardie svizzere, e poi la partecipazione ai suoi funerali il 10 ottobre 1958 che iniziarono con il corteo funebre che partiva proprio dal piccolo paese dei castelli romani che si affaccia sul lago di origine vulcanica.

 

 

 

 

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