Il viaggio in Lucania di Adriano Ossicini e la svolta a sinistra di una parte del Partito Popolare
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- Pubblicato Venerdì, 15 Marzo 2019 08:42
- Scritto da Giovanni Albanese
Il 15 febbraio 2019 è venuto a mancare Adriano Ossicini, fu partigiano, senatore per la Sinistra Indipendente, vicepresidente del Senato e ministro per la Famiglia e la solidarietà civile del governo Dini tra il 1995 e il 1996. Dette voce agli psicologici, istituendo l’apposito albo. Suo padre insieme a Don Sturzo e Guido Miglioli fondò il Partito Popopolare.
A seguito della prematura morte del padre si impegnò attivamente nel Partito Popolare. Antifascista e amico di Guido Miglioli lo seguì nella nuova evoluzione politica di Miglioli, ovvero la svolta a sinistra di parte del Partito Popolare. Adriano Ossicini andò a trovare Guido Miglioli a Pescopagano, dove era stato confinato dal Fascismo.
Sono ancora vivi i racconti di Fernando Schettini che ho avuto il privilegio e l’onore di raccogliere. A Pescopagano Ossicini restò affascinato delle coraggiose battaglie di Miglioli nel mondo contadino.
Miglioli aveva abbracciato da tempo l’idea di un Partito Popolare a sinistra, idea che manifestò nel suo celebre libro con “Con Roma e con Mosca”, il giovane Ossicini si convinse di una svolta a sinistra confrontandosi con la realtà Lucana. Le idee di Miglioli influenzarono il pensiero politico di Adriano Ossicini e di Fernando Schettini, che gli fu accanto negli anni di confino a Pescopagano. A Pescopagano il giovane Ossicini ebbe modo di incontrare Mario Magri, anch’egli al confino.
Mario Magri amico e luogotenente di Gabriele D’Annunzio nell’impresa di Fiume, soprannominato da D’Annunzio il Capitano Magro, fedele agli ideali massonici di libertà, uguaglianza e fratellanza, affiliato alla Massoneraia, trucidato alle fosse ardiatine fu un esempio per tutti coloro che lottavano contro il fascismo e per la libertà. Nella sua autobiografia “Una Vita Per la Libertà” scritta a Pescopagano, il Capitano Magri racconta: “ Il 12 agosto 1943, dopo circa diciasette anni di persecuzione, fui liberato, e lasciai Pescopagano con molti capelli bianchi, ma con la fierezza di non averli prostituiti al tiranno. Guardando al lungo periodo trascorso al confino politico, posso, a buon diritto, vantarmi di non aver cambiato bandiera di fronte alle persecuzioni subite; di aver difeso la mia dignità di cittadino e di italiano e di non essermi mai aggiocato al carro del vincitore”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ossicini salvò la vita a decine di ebrei romani nascondendoli in ospedale e inventandosi una malattia fittizia, il “morbo di K” (come le iniziali di due ufficiali nazisti, Kesselring e Kappler), che, altamente contagioso, teneva alla larga le Schutzstaffel (SS). Divenne psichiatra nel 1944 e dopo la guerra intraprese la carriera accademica, insegnando psicologia alla Sapienza di Roma. Nel 1968 venne eletto al Senato come indipendente nelle liste del PCI, per poi aderire alla Sinistra Indipendente.
Quel viaggio a Pescopagano cambiò la vita ad Ossicini, non solo divenne un partigiano e salvò decine di ebrei, abbandonando il “cattolicesimo” del Partito Popolare ed in seguito della Democrazia Cristiana, ma soprattutto restò fedele ad una sinstra contadina, penso, affascinato dalla miseria e magia di un popolo, quello Lucano.
Giovanni Albanese