Donne e cultura: l’imperdonabile dimenticanza
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Marzo 2019 12:46
- Scritto da Teresa Gallone
LUTE Rutigliano e Asp “Monte dei Poveri”
presentano “Le donne nella scienza”
di Teresa Gallone
Sala gremita e sentita partecipazione di pubblico per “Le donne nella scienza”, incontro conferenza a cura dell’Asp “Monte dei Poveri” e della LUTE “Lia Damato”, martedì 12 marzo scorso.
Pensato per focalizzare l’attenzione sul ruolo essenziale che le donne hanno ricoperto e ricoprono in ambito scientifico e culturale, l’evento è stato magistralmente condotto da un parterre di relatrici d’eccezione: Domenica Altieri, avvocato, membro del consiglio di amministrazione dell’Asp e membro del corpo docenti LUTE, Marisa Damato, presidente della LUTE e docente di Scienze, Rosita Pavone, biologa nutrizionista biotecnologa industriale. A moderare gli interventi, Gianni Capotorto, giornalista e vice presidente della LUTE Rutigliano.
Partendo da un fondamentale presupposto di «pari opportunità e valorizzazione della persona in generale», come ha tenuto a precisare Domenica Altieri, è Marisa Damato a condurre il pubblico in un percorso alla scoperta della relazione fra donne e scienza.
Sceglie due personalità lontane nel tempo ma vicine per destino, Ipazia di Alessandria (350 d.C. circa - 415 d.C.) e Rosalind Frankiln (1920 – 1958). Entrambe scienziate, l’una votata alla filosofia e all’educazione delle giovani menti, l’altra determinata e tesa al rispondere a interrogativi epocali, tutte e due vittime della pochezza e dell’intolleranza.
Che una sia stata sostenitrice fervida dell’eliocentrismo in un’epoca per cui la sola affermazione di questo comportava a conseguenze terribili, che l’altra abbia fotografato attraverso la cristallografia a raggi x la doppia elica del DNA per la prima volta nella storia, poco avrebbe influito nel panorama scientifico mondiale nel corso dei secoli. Stando alle ultime statistiche ONU, solo il 20% di un campione internazionale conosce il nome di scienziate di questo calibro e una percentuale irrisoria sa di quali fondamentali scoperte siano state autrici.
Per arginare dimenticanze e mancati riconoscimenti così imperdonabili, l’ONU ha istituito la “Giornata Internazionale delle donne nella scienza”. Ogni 11 febbraio, con l’intento di estendere l’impegno a tutto l’anno, le ragazze e le donne di tutto il mondo vengono accolte e incoraggiate ad approcciarsi con determinazione alle scienze, a conoscerne i modelli e a prenderne esempio senza paura.
È sulla scorta della passione e del coraggio che si colloca il percorso professionale e umano di Rosita Pavone, «vera eccellenza di Rutigliano, la cui fama a travalicato i confini nazionali».
Biologa nutrizionista e biotecnologa industriale, si fregia di un’importantissima scoperta assieme ad altre due colleghe pugliesi: la trasformazione del siero di latte, rifiuto della lavorazione casearia, in risorsa per la panificazione, in lievito.
Convinta sostenitrice della sostenibilità e della scienza al servizio del pianeta, Rosita Pavone ha mostrato al pubblico l’importanza del lavoro del biotecnologo e dell’uso dei sistemi biologici nella nascita di nuovi processi fondamentali per l’uomo. Positiva sul progresso in fatto di inclusione che la comunità scientifica ha compiuto nel confronti delle personalià femminili, conclude sottolineando che «gli strumenti per cambiare il mondo li possiedono, l’importante è trovare un modo per usarli al meglio».
Ulteriore evidenza di quanto l’eccellenza femminile spicchi in ogni ambito della cultura, Antonella Apollonio, soprano e docente LUTE e Antonella Petruzzi, violinista hanno accompagnato gli interventi delle relatrici e incantato il pubblico con un’esibizione dal vivo di straodinario talento e grande personalità.
La conferenza si è poi chiusa con i consueti omaggi e con le prelibatezza di Lucrezia Martire e delle allieve del corso LUTE “Oggi cucino io”.