Scritte diffamatorie e grafomane “scoperto”, il PM archivia l’inchiesta
- Dettagli
- Pubblicato Sabato, 23 Aprile 2016 16:33
- Scritto da La redazione
- Visite: 4416
«L’inchiesta deve proseguire» perché «L’autore di tutto ciò deve essere punito, non è possibile archiviare tutto». E’ la prima reazione di Remo Pavone alla richiesta -da noi fatta ieri- di una sua dichiarazione sull’archiviazione dell’inchiesta giudiziaria attivata dalla Procura della Repubblica di Bari in relazione alle scritte diffamatorie contro il sindaco Roberto Romagno, il consigliere comunale Stephi Simone e lo stesso Remo Pavone.
Una vicenda che risale a giugno del 2015 e che ha suscitato scalpore per i contenuti di pesante gossip paesano di quelle scritte, apparse sul muro del parcheggio del cimitero, del convento di Madonna del Palazzo e di altri posti della città, finanche sui muri di una villa in costruzione su via Mola, allora sotto sequestro.
“Scoperto il mitomane che diffamava il sindaco”, titolava la Gazzetta del Mezzogiorno qualche settimana fa, aggiungendo che il mitomane “Ha 70 anni. E’ pensionato. Con una azienda agricola a Conversano”. Ancora: “Ha un volto il presunto mitomane...”.
In quell’articolo ci si è messo pure il sindaco di Rutigliano con una dichiarazione che oggi suona come le classiche “ultime parole famose”: «Finisce un incubo (...). Ho sempre confidato nella soluzione del problema. Ringrazio le forze dell’ordine...».
Le indagini che hanno puntato su quel 70enne non hanno, dunque, convinto il PM Ettore Cardinali, che quell’inchiesta l’ha seguita fino alla sua archiviazione.
«Ho ricevuto una lettera dal tribunale con la quale mi davano dieci giorni di tempo per fare opposizione all’archiviazione. E io ho fatto opposizione, l’ho già presentata», ci ha detto ancora Remo Pavone, che ha aggiunto di essersi affidato alle cure legali dell’avv. Gianfranco Grande di Bari.