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Incendio in una casa spento con secchi d’acqua dai vicini

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incendio-candela


E’ stata una candela accesa a innescare l’incendio in una casa senza corrente in cui abita una famiglia con due bambini, una famiglia in grave disagio economico fino al punto da non potersi permettere di pagare le bollette dell’Enel e dell’AQP. Era circa mezzanotte, ieri, quando l’incendio è divampato.

La signora era con il figlioletto, il marito non era in casa, si è messa a gridare aiuto, l’hanno sentita i vicini che, subito, si sono precipitati giù per strada.incendio-candela-1Hanno visto il fumo uscire dal finestrino sulla porta d’ingresso e la signora che, intanto, era uscita dalla casa col bambino in braccio. I vicini non hanno aspettato che arrivassero i pompieri, con i secchi, a catena, hanno cominciato a spegnere le fiamme. I Vigili del Fuoco, nel frattempo chiamati, sono arrivati da Bari che l’incendio era stato già spento a secchiate. Hanno fatto i rilievi di rito e hanno chiamato i carabinieri, che sono intervenuti da Triggiano.

Non è tollerabile che una famiglia possa vivere in una situazione del genere, chi ha il dovere istituzionale di intervenire intervenga quanto prima con aiuti concreti, e anche irrisori, come il pagamento delle utenze (luce e acqua).

Si pagano decine, forse centinaia di migliaia, di euro l’anno di rette agli istituti per gli anziani ed è giusto che sia così, si danno migliaia di euro alle associazioni per le loro sagre e feste annuali, giusto anche questo. Si allestisce un cartellone estivo di spettacoli e iniziative culturali per decine di migliaia di euro e anche qui nulla da ridire, giustissimo. Ma è altrettanto giusto, diremmo profondamente morale ed etico, che il comune assista, aiuti, per quello che può fare, che è nei suoi compiti istituzionali, famiglie che si trovino -in un particolare momento della propria vita- in situazioni di forte disagio economico dovute alla mancanza di lavoro. E qui non si tratta di decine di migliaia di euro, ma davvero di un’inezia.




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