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Droga ed estorsione, arresti a Bari, c'è anche uno di Rutigliano

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Comunicato della Polizia di Stato del 04 luglio 2014



Dopo le faide i clan si fondono, 24 arresti a Bari

Nonostante le faide che li avevano divisi negli anni passati e a causa dell'attività degli investigatori che avevano messo in carcere numerosi affiliati, i clan "Di Cosola" e "Stramaglia" avevano deciso alla fine di mettersi in affari insieme.

Questo è il contesto investigativo nel quale la Squadra mobile di Bari (Intervista al dirigente Luigi Rinella), coordinata dal Servizio centrale operativo, stamattina ha eseguito 24 ordine di custodia cautelare in carcere. Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, reati contro la persona, traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati beni mobili e immobili, per un valore di oltre due milioni di euro. Svolte anche alcune perquisizioni durante le quali sono stati sequestrati oltre un chilo di marijuana e diverse dosi di cocaina, eroina e altre sostanze stupefacenti. Trovati anche alcune migliaia di euro in contanti. Tra le persone finite in manette, uno dei personaggi di vertice della famiglia Di Cosola.

I membri di questa nuova associazione per delinquere si erano spartiti il mercato della droga e delle estorsioni nei territori di diversi comuni: Bari, Valenzano, Giovinazzo, Triggiano, Bisceglie Sannicandro di Bari, Bitritto, Rutigliano, Palo del Colle, Adelfia.

L'indagine ha anche accertato il condizionamento di attività imprenditoriali, di recupero crediti nei confronti di commercianti in difficoltà economiche, nonché il tentativo di alterare la competizione elettorale, nel maggio del 2011, del Comune di Adelfia.

La struttura criminale, ricostruita attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e grazie a collaboratori di giustizia, aveva una chiara organizzazione; le cellule periferiche, periodicamente, riferivano ai vertici l'andamento degli affari, gli eventuali contrasti con altre organizzazioni criminali e provvedevano alle spese legali e familiari degli affiliati.

Non mancavano vincoli, anche di parentela, con alcune 'Ndrine calabresi.

Nei confronti di sette degli indagati la Direzione distrettuale antimafia ha emesso un decreto di sequestro preventivo per beni mobili e immobili, imprese, autovetture e motoveicoli, posseduti direttamente o per interposta persona.

Le indagini iniziate nel 2011 hanno evidenziato legami con trafficanti di droga residenti in provincia di Taranto, nel leccese e a Verona. Impressionante l'arsenale bellico con il quale il clan difendeva le proprie piazze di spaccio.
L'operazione di questa mattina è stata portata a termine con la collaborazione del Reparto prevenzione crimine della Puglia e dal Gabinetto interregionale di polizia scientifica.




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