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Dopo Barcellona...

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Sac. Pasquale Pirulli  
don pasquale foto
Giovedì sera alle ore 17,00 sulla affollata Rambla si è scatenato l’inferno del terrore e della morte. E’ entrato in azione un organizzato commando dell’Isis di 12 terroristi e con la ormai collaudata tecnica dell’autoveicolo lanciato a 80 km all’ora ha provocato 14 morti e oltre 60 feriti. Tra le vittime un bambino di tre anni con la sua mamma e tre cittadini italiani. Le vittime italiane hanno i nomi di Bruno Gullotta (35 anni), Luca Russo (25 anni) e Carmen Lopardo (80 anni).

Subito dopo a Cambrils  5 membri del commando jaidista  sono stati intercettati dalle forze dell’ordine e uccisi. Tra questi il giovane di 17 (?) anni  Moussa Oukabir, individuato come l’autista del furgone utilizzato per la strage. 

Tante le dichiarazioni dei leader politici di condanna di questo insano attacco alla pacifica popolazione della capitale della Catalogna: Rajoi, Merkel, Trump, Mattarella. Papa Francesco ha espresso la sua condanna e il suo sgomento per questo attacco sanguinoso a una città aperta e accogliente e la sua preghiera per le vittime.  Lo sgomento per una guerra che vuole giustificarsi con l’invocazione e la glorificazione di Allah ispiratore e protettore dei “coraggiosi” guerriglieri che colpiscono gli europei infedeli. Una condanna decisa di un’azione vile e violenta contro civili innocenti.

Si è scatenata la caccia ai superstiti del commando mentre si piangono le vittime. E si curano i feriti negli ospedali.  Pare che il terrorista  Younes Abouyaaquob sia in fuga verso l’Italia con la sua macchina per cui la vigilanza alla frontiera con la Francia (Bardonecchia) si è fatta più attiva.

Da parte di noi cittadini italiani ancora una decisa condanna di ogni forma di terrorismo. Rimane in tutti lo sgomento per una guerra che vuole giustificarsi con l’invocazione e la glorificazione di Allah ispiratore e protettore dei “coraggiosi” guerriglieri che colpiscono gli europei infedeli.  

Da parte di noi credenti un’affermazione di fede in un Dio che è padre di tutti e non vuole lo spargimento del sangue dei suoi figli, al di là di ogni frontiera religiosa, culturale etnica e politica. I responsabili della cosa pubblica dovranno prendere tutte le misure intese ad assicurare la pacifica convivenza civile in una società multietnica, anche attraverso una più efficiente azione di intelligence e di polizia alle frontiere.

Si impone a tutti gli uomini di buona volontà un’educazione all’incontro, al dialogo, alla convivenza anche tra fedeli di diverse religioni in nome della propria fede e della appartenenza alla famiglia umana...

Una preghiera di chi crede in suffragio delle vittime e che il buon Dio faccia ritornare l’arcobaleno della pace.


                     

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