Mar16072024

Last update11:57:36 AM

banner conad 2016    banner arborea corretto  

banner madel 2022

              banner store H24 2023
                                                        
 

 

 

 

Back Sei qui: Home Notizie Attualità Le grotte di Britto, un’avventura da “Super Eroi”

Le grotte di Britto, un’avventura da “Super Eroi”

Condividi

britto-grotta-prato-f


Poche chiacchiere e preamboli, non girare per l’Annunziata ma va’ a destra, qualche curva e ci sei, sulla sinistra c’è una sbarra rossa di una proprietà privata, con i dovuti accordi sei arrivato e lì comincia il viaggio nel tempo: dal paleolitico all’età paleocristiana, preparati!

Dal tronco contorto a proteggerne l’accesso, come farebbe un vero e proprio custode e guardiano, in realtà è l’albero del carrubo, che ci ha accolto con le sue foglie composte e un frutto a forma di “verme”, sensazione descritta da Samantha, così il gruppo ha imparato il suo nome!

Giunti in prossimità dei gradini sulla sinistra, con le mani ci siamo aiutati e i più temerari si sono arrampicati come su una montagna rocciosa, Mariagrazia dalla forza ercoluta, utilizzando tutto il suo corpo, si è inerpicata abilmente e graziosamente, mentre Raffaele ha letteralmente compiuto il passo più lungo della gamba, nonostante la sua grande mole è rimasto in equilibrio sostenuto dai nostri super volontari, in particolare da Isabella Calisi.

Eccole, ora si aprono ai nostri occhi: le grotte di Britto. Esclamazioni di stupore echeggiano fin nei campi coltivati, così la meraviglia dagli occhi scende fin dentro il cuore.

Abbiamo assaporato la sensazione fresca che l’acqua ha impresso nelle pareti di questa caverna, scavata da 25.000 anni quando è avvenuta l’ultima glaciazione e toccato i cunicoli tortuosi e porosi del soffitto, dove tanti di noi avrebbero voluto vivere ammaliati dalla freschezza dell’ambiente. «Quando siamo entrati nella grotta la sensazione era un po’ fresca» ha esclamato subito dopo Mariagrazia, ma questo non ci ha fermato, anzi, ci ha rinvigorito al punto che ci siamo immersi metaforicamente nel lavandino tondo scavato nella roccia,dove acqua cristallina e ferma ci ha fatto immaginare di essere uomini primitivi.

«Ho visto un punto tutto lavorato dove l’uomo ha fatto la nicchia e scavato nel muro», ricorda Nicola. Qui i nostri sesti sensi si sono attivati, permettendoci di percepire vibranti energie utili ad esplorare rispettosamente questo luogo; in particolare la maestra di yoga, Palma, che si è posta profonde domande, chiedendosi chi mai avesse vissutoquesti luoghi,quali rituali praticati sin da tempi ancestrali ai giorni nostri.

Instancabile la nostra mitica Marianna, scattava con entusiasmo foto d’intreccio tra natura e il gruppo, e nello stile della “donna invisibile”(o dal volto a metà grazie ai selfie!) ha colto i particolari spontanei, le emozioni e la curiosità che ci ha accompagnati.

Un fitto cespuglio di parietaria ci ha eletto “paladini delle grotte”, così il richiamo spontaneo della natura è nato in noi, la voglia di pulirla, di proteggerla, di raccontarla e di lasciare un’impronta di armonia che, divenendo un’orma potente e rispettosa, inviti chiunque a seguire i nostri passi.

Formati i gruppi per l’esplorazione delle camere interne, ci siamo seduti su grandi pietre che formavano panchine fresche e comode dove il brulichio delle voci echeggiava ovattato, in particolare quello di Graziella, la più chiacchierona del gruppo, ma sempre in prima linea come Lara Croft! Per un breve tratto, irto di pietre e fili di ferro, il nostro amico Giammarco, alto 1,70 m. si è avventurato a capo chino, scoprendo però che nel cuore più profondo della grotta, il soffitto scavato nella roccia, permette anche al più alto di noi di tornare perfettamente verticale! Quì, nella profondità del nero, là dove persino Batman il cavaliere oscuro avrebbe paura di vivere, gli uomini paleolitici dormivano su grandi pietre e pelli d’animale.

Acceso il sensore per la vista notturna, abbiamo esplorato intorno a noi, scoprendo l’altare dove sacerdoti dell’epoca paleocristiana e fedeli perseguitati si riunivano e celebravano la messa. Incastonata nella roccia si riconosce l’edicola (foto), dove riporre calice ed eucarestia,il tutto protetto da innumerevoli croci incise nella pietra e illuminate dal sole.

Abbiamo salutato rispettosamente questo luogo, nel silenzio e abbiamo ringraziato Madre Natura per questa bellissima giornata.

Ufficio Stampa Il Prato Fiorito Onlus




Aggiungi commento

Codice di sicurezza
Aggiorna