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Puntelliamo Sant’Apollinare

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La seconda escursione, ci ha visti esploratori di un luogo antico (ormai in stato di abbandono) ricco di storia, sito in Rutigliano: stiamo parlando di Sant’Apollinare, la più antica chiesetta rurale pugliese. Le sue prime fondamenta risalgano al IV-V secolo d.C. fino alla definitiva struttura databile intorno al X secolo d.C.

Si narra che nel Medioevo, questo luogo rappresentasse una tappa di ristoro per i pellegrini che percorrevano la via Francigena desiderosi di raggiungere la Terra Santa.
Un luogo di culto delle civiltà passate che sorge su un vero tesoro archeologico: una necropoli risalente al VI – VII secolo a.C., dove impressionanti carcasse di tombe ormai aperte e sarcofaghi, creano un labirinto di lapidi e lastre di pietra sommerse dalla fitta natura, che spontanea ormai, ricopre e protegge queste anfore traboccanti di storia.

Qui il gruppo ha solo potuto osservare dall’alto senza potervi interagire direttamente data la mancanza di un percorso in sicurezza.

Raggiungere questo luogo non è affatto facile, in quanto il sito è nascosto dai numerosi poderi privati che la circondano. Esattamente è ubicata in contrada “Purgatorio-Bigetti” e pian piano, addentrandoci nei campi, siamo riusciti anche noi ad avvicinarci e scattare qualche foto da vicino.

Abbiamo avuto la possibilità di toccare la pietra e sentirne la storia, la vita che le scorre dentro, immaginare i rituali sacri, antichi e i contadini che più di recente l’hanno utilizzata come deposito agricolo, chiari infatti sono i restauri dell’impalcatura, intonaco e pavimentazione, probabilmente non in perfetta armonia con le tecniche di costruzione del sito.

Nonostante ciò, questa potente struttura si mostra interamente costruita a mano, a pianta quadrata e con l’abside semi circolare orientato ad est, dove sorge il sole, che regala una luce calda ed avvolgente, la cupola a botte e la colombaia di più recente utilizzo.

Seppur in stato precario il rudere di Sant’Apollinare, evocando la sua antica bellezza e atmosfera, ci ha esortati a incoraggiare la rinascita della chiesetta. Così spontaneamente, tutto il gruppo l’ha incoraggiata con parole quali «Rinasci! Rinasci!» creando un flusso di energia che, senza critica, dal nostro interno si è emanato naturalmente verso questa preziosa pietra miliare di Rutigliano.

A testimonianza dell’importanza dei reperti storici ivi presenti, gli scavi della necropoli hanno portato alla luce reperti di inestimabile valore e corredi funerari decorati secondo l’antica arte figula rutiglianese, ora sapientemente custoditi nel Museo Archeologico “Grazia e Pietro Di Donna” del paese.

È stato davvero bello e interessante scoprire questo luogo, purtroppo dimenticato.
Successivamente l’ombra del pineto della Masseria Purgatorio, dove sono presenti anche delle strutture da pic nic rosicchiate dal tempo e dalle tarme, ci ha regalato un bellissimo momento di meditazione e rilassamento yoga grazie all’ausilio di sassolini raccolti lungo il tragitto, secondo una tecnica del monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, in cui l’identificazione con la Natura e i suoi elementi ci ha permesso di trovare pace, tranquillità e il brio dell’immaginazione fervida e trascendentale.

Attivati i cinque sensi verso le nuove piante da inserire nell’erbario, la natura, ci ha regalato un piccolo tesoro: la muta di un serpente! Wow che sorpresa! Affiancata a un nido di uccelli, forse la temeraria serpe avrà banchettato delle sue uova, che per il caldo torrido, si potrebbero definire “al tegamino”.

Con maestria abbiamo colto l’asparago e la camomilla, che abilmente verranno inseriti nella nostra personale guida al riconoscimento vegetale, dall’energetica volontaria Teresa Dellerba (ottimo cognome questo per svolgere questa preziosa e minuziosa funzione). Così è stata lanciata la sfida alla malva che ci ha battuti non facendosi trovare, aprendoci così il proseguo della caccia al tesoro nella prossima avventura «Alla ricerca della Malva in contrada Cicco Severini».

Ufficio Stampa
Il Prato Fiorito Onlus




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