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Testimoni di Geova in Russia, ultimatum rinviato ad ottobre

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test geova-russia

Claudio Cutrignelli
UFFICIO STAMPA TESTIMONI DI GEOVA CIRCOSCRIZIONE PUGLIA 10
Tel. (+39) 328 4079824 | e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Egr. Sig. Gianni Nicastro
Direttore RUTIGLIANO ONLINE

Oggetto: Testimoni di Geova e libertà di pensiero in Russia: ultimatum rinviato ad ottobre. Esprimono la loro preoccupazione anche due testimoni di Geova russe attive nel comune di Rutigliano

Gentile Direttore,
L’ufficio del procuratore generale della Federazione Russa ha inviato all’organizzazione dei Testimoni di Geova in Russia una lettera formale che annuncia la proscrizione del nostro culto, sebbene in Russia ci siano quasi 180.000 Testimoni di Geova.
La lettera minaccia lo scioglimento del nostro ente giuridico in Russia a meno che i Testimoni di Geova cessino quelle che il governo definisce attività “estremiste”.

Questo ultimatum ha implicazioni molto estese e preoccupanti. Ingiunzioni del genere, infatti, spesso preludono a una escalation di violazioni di diritti umani verso molti altri cittadini e organizzazioni. Lo conferma il fatto che il 20 luglio scorso sia entrata in vigotest geova-russia-1re in Russia una nuova legge che criminalizza qualsiasi individuo o associazione religiosa “diffonda informazioni sulle proprie credenze” senza il permesso del governo. Alcuni considerano questa nuova legge più dannosa per la libertà di espressione e di culto rispetto alle leggi in vigore nell’ex Unione Sovietica.

Il Tribunale di Mosca, che il 23 settembre scorso doveva decidere sull’appello presentato dalla filiale contro l’ultimatum del Procuratore Generale russo, ha rinviato l’udienza al 12 ottobre prossimo. Motivi del rinvio: l’ufficio del Procuratore ha presentato le sue controdeduzioni (qualcosa come duecento pagine di documenti) soltanto tre giorni prima dell’udienza del 23 settembre, un tempo troppo breve perché i legali della Filiale dei testimoni di Geova russa potessero analizzare e istruire una adeguata linea di difesa. Il giudice del tribunale di Mosca ha preso atto di questa effettiva difficoltà e ha rinviato il tutto. Il nuovo ultimatum scadrà quindi mercoledì 12 ottobre.

Anche la congregazione dei Testimoni di Geova locale esprime la propria preoccupazione per quello che sta accadendo. Irina Tverdohlebova, membro della comunità che vive in Italia da 15 anni ha dichiarato: “Sono nata nella Repubblica Moldova da genitori russi. Appartenevo alla minoranza russa e con la caduta dell'Unione Sovietica ho conosciuto la persecuzione. Questo è il motivo che mi ha indotta a fuggire dal mio paese. Ora sono veramente preoccupata per l’entrata in vigore di questa legge in Russia, sono scossa, mi sembra vivere di nuovo quei momenti angoscianti. Mi sorprende e mi addolora che i Testimoni di Geova conosciuti da più di un secolo, anche nei tempi dell'Unione Sovietica, come promotori e operatori di pace, possano essere considerati estremisti”.
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Inga Skantseva, una Testimone di Geova che svolge la sua opera di evangelizzazione a favore di emigrati di lingua russa anche nel comune di Rutigliano, ha aggiunto: “Sono sconcertata per ciò che sta accadendo nel mio paese, speravo che finalmente il vento fosse cambiato, che la libera espressione di pensiero e di culto fosse stata conquistata… Ora sono preoccupata per i pericoli cui questi sviluppi espongono i miei familiari e i miei amici che vivono lì”.

Daria Denisova, una Testimone di Geova russa, manager finanziario sulla piazza di Milano, confessa la sua forte preoccupazione – e quella dei tanti altri cittadini russi che vivono in Italia – per quello che sta succedendo nel suo paese: “Sono cresciuta nella Russia libera, e questa è una cosa che ho sempre apprezzato. Studiando la storia e ascoltando i racconti di chi era vissuto nell’era sovietica – quando qualsiasi pensiero diverso o punto di vista non tradizionale venivano considerati un crimine – ho sempre pensato: “Che bello che tutto questo è già passato!

Stiamo facendo progressi, non abbiamo paura di esprimere i nostri pensieri e sentimenti”. Purtroppo, quello che sta accadendo adesso in Russia ricorda molto quello di cui avevo letto nei libri di storia, qualcosa a cui non vorrei mai si ritornasse. Vivere in pace, credere in Dio e parlare ad altri della propria fede è diventato una violazione della legge! Mi fa paura anche il solo pensiero di cosa questo significherà non solo per i Testimoni di Geova – persone che in tutto il mondo e anche in Russia sono conosciute per il loro amore, pace e rispetto per l’autorità – ma anche per tutti i cittadini russi, che hanno il diritto di esprimere liberamente e pacificamente il proprio pensiero e la propria religione.

È vero che l’obiettivo di qualsiasi governo è quello di proteggere i cittadini dal pericolo del terrorismo, ma questa lotta non può impedire a persone pacifiche e rispettose di professare la propria fede e di parlarne ad altri. I Testimoni di Geova non hanno mai partecipato né a conflitti armati, né a manifestazioni e proteste contro il governo: sono persone che servono semplicemente il proprio Dio e si sforzano di mostrare amore verso il prossimo.

Secondo me la libertà religiosa è specialmente importante in una nazione come la Russia, in cui convivono così tante etnie e culture diverse, perché tale libertà significa rispetto reciproco, e questo a sua volta contribuisce alla convivenza pacifica all’interno del Paese. Vorrei continuare a vedere questa libertà in Russia, e vorrei che essa fosse evidente anche per la comunità internazionale, perché questa libertà è una caratteristica fondamentale di qualsiasi paese moderno in cui si rispettano i diritti basilari dei cittadini”.

Ringraziandola per la Sua attenzione
Claudio Cutrignelli
Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova

Casamassima, 28 settembre 2016


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