Nota Settimanale. “Mein kampf” in omaggio e foto provocatoria
- Dettagli
- Pubblicato Domenica, 19 Giugno 2016 11:22
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
- Visite: 7817
di Sac. Pasquale Pirulli
Ultimamente ha destato scalpore la riedizione del volume “Mein kampf” di Adolf Hitler offerto anche come omaggio allegato al primo volume dell’opera “Hitler e il Terzo Reich” di H. Shireer, nella collana della Biblioteca storica del quotidiano “Il Giornale”.
Il direttore Alessandro Sallustri ha difeso la scelta editoriale con il richiamo alla realtà storica che non si può cancellare e la opportunità della sua conoscenza da parte delle nuove generazioni: Bisogna conoscere il Male perché esso non ritorni!
Mi permetto di fare qualche riflessione che affido al lettore. Il buon Virgilio circa il dono votivo del cavallo alla città di Troia assediata da parte dei Greci (Danai) commentava attraverso la voce del sacerdote Laocoonte: “Equo ne credite,Teucri. Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentis” (O Teucri non fidatevi del cavallo. Qualunque cosa sia, temo i Danai anche se portano dei doni!” (Eneide, Lib II, vv. 48-49). Una cosa è la scelta di uno storico che acquista il famigerato volume hitleriano per la sua ricerca; ben altra cosa è il dono dello stesso volume “in omaggio”.
Del resto che valore ha questo testo? Ad avviare una prima risposta mi soccorre il proverbio evangelico che recita: “l’albero si conosce dai suoi frutti”. Con il volume hitleriano noi ci troviamo alla radice di un albero maledetto che ha prodotto frutti avvelenati di razzismo, di antisemitismo, di odio raccolti nella tragedia della shoah e nei lager di Auschwitz-Birkenau, Treblinka, Mathausen, ecc. con le camere a gas Ziklon B.
Quindi risulta quanto mai improvvido l’omaggio del dottor Sallustri che offusca l’immagine del donatore più attento alle leggi del marketing e non alla “buona educazione” che dovrebbe accompagnare la cultura storica. Qualcuno si è permesso di suggerire al direttore de Il Giornale che sarebbe stato più intelligente e gradito l’omaggio del “Diario di Anna Franck” oppure del volume “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Foto provocatoria
Trascorrendo alla foto, postata sul network Facebook che presenta l’ex governatore della regione Puglia Niki Vendola e il suo compagno (sposo!!!???) nelle vesti di genitori che accudiscono teneramente il loro piccolo, non possiamo non stigmatizzare la provocazione che deriva da questa foto a tutta la realtà familiare che stando ai buoni romani che erano esperti di diritto richiamava il principio che “matrimonium est seminarium reipubblicae”.
Si pongono le domande circa la qualifica di “matrimonio” attribuito ad una “unione civile” tra due persone dello stesso sesso, unione che certamente non concorre al progresso della “civitas” ma che esprime la realizzazione mercantilistica di un desiderio costata ingenti somme e la vicenda drammatica di una mamma “naturale” tacitata con il suono dell’oro. Un proverbio antico recita “Pecunia non olet!” (Il denaro non puzza!) ma rimane una foto provocatoria intesa a scatenare una polemica che non aiuta a risolvere i problemi delle tante famiglie in difficoltà.
Specialmente nel nostro tempo la famiglia non ha bisogno di gossip o maquillage pubblicitario ma invoca giustizia per i suoi diritti naturali da parte delle autorità preposte al bene comune.