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La "Via degli artisti", il racconto degli espositori

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di Tino Sorino

Gli artisti-artigiani, espositori a cielo aperto lungo la “Via degli Artisti”, la caratteristica via Porticella del centro storico di Rutigliano, si raccontano. Da dicembre scorso, da quando via Porticella è diventata la “Via degli artisti”, grazie alla volontà dell’assessore Gianvito Altieri di promuovere l’arte in tutte le sue forme, la prima domenica del mese vede il centro storico di Rutigliano animarsi non solo di appassionati del Mercato dell’Artigianato e del Collezionismo ma anche di artisti amanti dell’arte.

Nella fresca stradina, tra cavalletti con disegni di angoli e scorci di Rutigliano, oggetti di terracotta e di altri materiali, si scorgono i volti degli autori, in attesa di stabilire un dialogo con i visitatori della mostra a cielo aperto. Domenica 5 giugno ad esporre sono solo in sei. “Appena arriva l’estate”, afferma il figulo rutiglianese Giuseppe Lombardo, 70 anni, di cui 30 trascorsi a modellare l’argilla, oggi operante in una piccola bottega nei pressi delle “Quattro Fontane” , “nonostante continui l’interesse e la partecipazione della gente, gli espositori scappano per tornare, poi, a settembre. Il mio motto è “L’arte dona ai cuori quello che la scienza non rivela alle menti”, amo la terracotta grezza e, per lo più, mi ispiro nelle mie creazioni ai vecchi giochi, alle scaramanzie, al sacro e al profano”.

Un altro artista-artigiano rutiglianese, creatore di originali fischietti espone proprio davanti allo storico locale da barba di Franco Dioguardi,  all’inizio della caratteristica “Via degli Artisti”. Si tratta di Trifone Altieri, autodidatta, allievo dello scultore ceramista Pippo Moresca, che da oltre 20 anni realizza svariati e unici manufatti in terracotta, qui ampiamente rappresentati dai caratteristici carabinieri, dalle beneaguranti civette, da un San Nicola che protegge l’intera città, da alcune maschere grottesche e da coppette e piccoli contenitori dalle graziose forme.  "Sono fiducioso e credo molto in questa iniziativa (la creazione, appunto, della “Via degli Artisti”), che potrebbe rappresentare per Rutigliano un buon volano ed una maggiore spinta al rilancio dell’artigianato locale”, afferma.

Leo Buonasora, intraprendente giovane rutiglianese di 37 anni, che è fiero di essere l’ideatore di questa iniziativa, partecipa egli stesso con i suoi disegni a matita e acrilico su tela. “All’inizio”, sottolinea Leo, “sono stati contattati circa 300 artisti di cui solo una ventina hanno risposto a dicembre scorso. Forse bisognerebbe tenere sempre vivi i contatti perché gli artisti vogliono essere coccolati”.

Presente tra gli espositori anche una intera famiglia di artisti-artigiani di Barletta: la famiglia Ruggero Mansi e Angela Dicuonzo con i due figli Luigi di 23 anni e Giuseppe di 12. Da due anni Ruggero ha scoperto la vocazione di ridare, lui piastrellista, nuova vita alle piastrelle di ceramica, gres porcellanata, kerlite, cotto d’Este ed di altri materiali da rottamare e nel suo progetto ha coinvolto tutta la  famiglia. “Io taglio, rettifico e pulisco le piastrelle, mio figlio assembla i colori mentre mia moglie monta le tessere.
Dal nostro lavoro di equipe nascono pezzi unici: oggetti di arredamento e figure d’arte sacra. Qui sono esposte solo alcune delle nostre opere, come un grande orologio raffigurante un sole e una luna, una scacchiera, mosaici raffiguranti Gesù e Padre Pio e cornici.

Tra gli artisti non potevano mancare gli scultori: Luciano Difino e Francesco Coletta. Il primo, 50 anni, residente a Noicattaro ma rutiglianese per parte di padre, autodidatta (che dice di essere nato con lo scalpello e il martello in mano) si autodefinisce “Uno che lavora con passione i vari materiali (pietra, legno, gesso ecc.) con spirito artistico- artigianale”. Luciano lavora essenzialmente la pietra locale, prediligendo per i piccoli lavori le pietre che si trovano in campagna mentre per i lavori più grandi le pietre provenienti direttamente dalle cave  locali. I soggetti variano da figurativi a astratti, in una produzione che  spazia da oggetti di arredo in pietra ad elementi decorativi architettonici (capitelli, rosoni, mensole ecc.), fino al restauro di paramenti murali.

Il secondo, Franco, scultore rutiglianese del legno e come la famiglia barlettana, votato a dare nuova vita al legno con il riciclo, lui che nei manufatti esprime tutto il suo amore per la tradizione e il rispetto per la natura. Classe 1961, autodidatta, diploma industriale all’ITIS di Mola di Bari, da circa 20 anni appassionato artigiano del legno. “Nel mio lavoro uso quasi tutti i legni riciclati dalla potatura della vite e quelli spinti sulla spiaggia e modellati dal mare. Prediligo i legni teneri come il pino e l’oleandro ma anche i legni  duri come l’ulivo, la quercia e il ciliegio. Tra gli oggetti esposti, civette, galli, fiori e anche quelli che definisce “ Sculture nel tempo” ossia una testa di cavallo (ricavata da un pezzo di legno sotterrato in campagna) e una vela (tratta da spezzoni di legno di abete di un antico pavimento). E nel paese dei fischietti non poteva mancare l’omaggio dell’artista del legno al simbolo di Rutigliano. Una serie di fischietti in legno riciclato anche da una  cassetta di uva per bambini di oggi sensibili all’ecologia.





 

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