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Magel, il TAR nega la modifica dell’ordinanza di sospensione

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di Gianni Nicastro

Diciamo subito che l’azienda impegnata in un serrato contenzioso amministrativo con la Divella, non ci risulta abbia fatto ricorso contro l’ordinanza del TAR che, il 24 marzo scorso, gli ha sospeso l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. L’appello, su una vicenda (art. 13 del PIP) strettamente correlata a questa, l’ha fatto, invece, il comune di Rutigliano pur avendo, la Magel, dichiarato pubblicamente che con l’eliminazione dell’art. 13 in questione non c’entra nulla.

Dopo l’ordinanza sospensiva del TAR l’azienda del sig. Nicola Borracci ha fermato gli impianti perché temporaneamente senza autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Questa situazione non le permette di portare avanti il piano di monitoraggio dell’aria proposto dall’ARPA Puglia nella conferenza di servizi che si è tenuta, presso la Città Metropolitana di Bari, il 24 marzo 2016, il giorno stesso in cui il TAR ha ordinato la sospensione dell’autorizzazione alle emissioni. Piano accettato dall’azienda e da tutti i convenuti al tavolo di quella conferenza che, da novembre 2015, sta riesaminando l’autorizzazione alle emissioni alla luce del ricorso della F. Divella S.p.A.
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Ora, il 12 aprile scorso la Magel ha recapitato una lettera al Presedente del TAR, una richiesta di modifica dell’ordinanza di sospensione dell’autorizzazione alle emissioni motivata dalla necessità di procedere, appunto, al piano di monitoraggio dell’aria proposto dall’ARPA. Un provvedimento di modifica che l’azienda ha chiesto venga assunto dal presidente dal TAR “inaudita altera parte”, cioè senza contraddittorio per motivi di urgenza. Il TAR ha risposto fissando una udienza che si è tenuta proprio ieri mattina. Ieri, quindi, davanti alle parti in causa, il giudice amministrativo ha respinto la richiesta della Magel, che sostanzialmente chiedeva di riaccendere gli impianti.

L’unica concessione che il giudice ha fatto all’azienda è stata quella di anticipare di 14 giorni, cioè al 4 maggio prossimo, l’udienza che deve discutere nel merito il ricorso della Divella contro l’autorizzazione alle emissioni che l’ordinanza del 24 marzo scorso aveva fissato per il 18 maggio.

Insomma, sul piano della giustizia amministrativa, quello che è successo fino ad oggi è che la Divella ha visto accogliere le sue richiesta. A questo punto, il comune aspetta che il Consiglio di Stato fissi l’udienza di appello contro la sentenza che ha ripristinato l’art. 13 del PIP, la Magel aspetta l’udienza del 4 maggio prossimo, importante perché è qui che si decideranno le sorti della controversa autorizzazione alle emissioni in atmosfera, sorti legate al rapporto tra questa azienda e il Decreto Ministeriale sulle attività e sostanze insalubri a cui rimanda lo stesso art. 13 del PIP.

Il problema vero del contenzioso amministrativo tra Divella e Magel è questo, non il monitoraggio dell’aria e il rispetto dei limiti massimi di emissione di alcune sostanza inquinanti imposti dalla legge, questione importantissima, certo, ma non dirimente ai fini del contenzioso amministrativo.La stessa ARPA, infatti, nella conferenza di servizi che si è tenuta il 23 febbraio scorso ha depositato il suo parere nell'attesa di comprendere se l’impianto della Magel abbia titolo ad esercitare la sua attività nel PIP di via Adelfia.

L'ultima conferenza di servizi si è svolta l'8 aprile scorso, ed è quella che ha approvato il monitoraggio dell'aria. Si è aggiornata al 16 maggio prossimo, nel frattempo si saprà la decisione che il TAR avrà preso, dodici giorni prima, sull'autorizzazione alle emissioni.
Sull'altro fronte, quello penale, attivato da una denuncia alla Procura fatta dalla Divella a dicembre scorso, sappiamo che le indagini sono ancora in corso.


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