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“Cronaca di un nido”, Lia Raimondi tra poesia e solidarietà

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lia-raimondi-articolo


di Gianni Nicastro

Non ho mai personalmente conosciuto l’insegnante Lia Raimondi, ne ho spesso sentito parlare da più parti, in modo particolare da Franco Valenzano, suo genero e mio amico. Avrei voluto intervistarla per chiederle di quando insegnava, della scuola di ieri a confronto con la scuola di oggi, cosa fosse cambiato, nel bene e nel male. Le avrei chiesto della scrittura creativa che ha insegnato per anni agli adulti della LUTE di Rutigliano, della poesia, da quale sensibilità, esperienza o angolo della sua vita muovesse.

Lia Raimondi è morta un mese fa all’età di 89 anni lasciando un vuoto difficilmente colmabile nella poesia a Rutigliano. Di lei parlano le sue liriche, gran parte delle quali pubblicate, ma anche gli scritti, gli appunti -a volte fugaci- di pensieri e riflessioni fissati su fogli di quaderno o di agenda. Un patrimonio attraverso cui, oggi, è possibile conoscerla, scorgerne la grande sensibilità poetica e tensione morale verso il prossimo, verso le persone in difficoltà.

Mi è capitata nelle mani una sua poesia, “Cronaca di un nido”, pubblicata in “Oltre il cancello il cielo”, suo secondo lavoro letterario. Un libro originale per il dialogo che l’autrice intrattiene con lo psicologo Vincenzo Gallina, che la interroga sui sentimenti, il vissuto e la prospettiva sottesi ai suoi componimenti.lia-raimondi-articolo-2

CRONACA DI UN NIDO
Si dischiude morbida
una piuma.
Respira la mimosa
e questo cielo accoglie
il brusio della terra
foglie smosse
una preghiera tacita
d’amore.
Invisibile il vento
corre e passa
e la vita che nasce
sembra angoscia.

«Cronaca di un nido è stata la mia prima poesia», scrive Lia Raimondi rispondendo a una sollecitazione che gli viene dal dott. Vincenzo Gallina. «La mia, come hai compreso, è una poesia di sensazioni, lontana dall’esercizio letterario» continua l’autrice «ed è stata una frase a darmi il motivo ispiratore di questa lirica. Una frase scritta da un vecchio ospite del Dormitorio Pubblico di Napoli, Beniamino Pontillo, dopo la tragedia del terremoto».

Una frase che lei legge sulla Domenica del Corriere e che la colpisce “profondamente”: «Cattivo vento distrusse il mio nido». L’anziano signore descrive con grande, forse inconsapevole, poesia la distruzione della sua casa causata dal terremoto. «Lessi quell’articolo alla mia scolaresca -racconta la poetessa- sensibilizzata sempre ad ogni eco, ad ogni richiamo di solidarietà umana. La risposta fu superiore ad ogni previsione».

l’insegnante e la sua classe, quindi, si mobilitano in aiuto di un anziano signore rimasto solo e senza “nido” in cui raccogliersi e lo fanno attraverso la semplice scrittura, con una lettera che inviano alla Gazzetta del Mezzogiorno. Il giornale si interessa del «vecchio Beniamino» pubblicando, a sua volta, una lettera aperta dal titolo “Una classe ha adottato un nonnino”.lia-raimondi-articolo-1

Il caso non lascia indifferenti le autorità napoletane, «non ci risposero direttamente -scrive Lia Raimondi- ma con fatti concreti». All’anziano, infatti, viene data «una somma di denaro e la possibilità di inserirsi in un pensionato». Insomma, l’interessamento di un’insegnante e dei suoi alunni ha fatto sì che la vita di un anziano signore, mai conosciuto, inclinasse verso una prospettiva migliore.
«Ho parlato di questo caso particolare -scrive ancora la poetessa Raimondi rispondendo al suo interlocutore- perché è strettamente legato alla mia attività letteraria. Fu proprio quella frase a farmi scrivere: “Cronaca di un nido”, la mia prima lirica. Essa ha per me un valore affettivo molto grande».

Quella che segue è la lettera di ringraziamento, indirizzata all’insegnante e alla sua classe, che il sig. Pontillo affida alla Gazzetta del Mezzogiorno divenuta, ormai, ponte di dialogo tra loro.

“UNA CLASSE HA ADOTTATO UN NONNINO
Nonostante si verifichino quotidianamente episodi di cattiveria e di violenza non si può dire che tutto sia marcio e che tutto vada male. Come il cielo non è sempre grigio  così la nostra società non è tutta da condannare. Spesso compaiono nel cielo grandi squarci di azzurro che recano conforto e speranza, come l’azzurro che mi ha fatto vedere l’insegnante e gli alunni della 5B della Scuola “Aldo Moro” di Rutigliano. La sensibile insegnante Lia Raimondi e i gentili alunni e alunne da diverso tempo scrivono lettere di conforto e di gentilezza  a questo lontano nonnino che non hanno mai visto e che forse non vedranno mai. Vorrei inviare dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno i più vivi ringraziamenti a questi ragazzi e alla loro insegnante. Cari ragazzi lontani, studiate con passione e volontà perché l’istruzione è la luce che vi illuminerà la strada della vita.

Beniamino Pontillo
Ospite del Dormitorio pubblico
Via Giuseppe De Blasi - NAPOLI”




 

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