Archeologia, l'Ecomuseo scrive al Presidente della Repubblica
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- Pubblicato Martedì, 03 Marzo 2015 10:05
- Scritto da Arch. Eugenio Lombardi
Al Si. Presidente della Repubblica Prof. Sergio Mattarella
Rispettiamo l'art. 118 della Costituzione, salviamo il villaggio Neolitico di Palese!
Sig. Presidente,
Ci rivolgiamo a Lei quale garante della Costituzione Italiana, che all'art.118 del Titolo V indica che "Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarità". Tale principio implica che le diverse Istituzioni debbano creare le condizioni necessarie per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente nello svolgimento della loro attività. L'intervento dell'entità di livello superiore, qualora fosse necessario, deve essere temporaneo e teso a restituire l'autonomia d'azione all'entità di livello inferiore. Il cittadino, sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più vicine.
L'Associazione Ecomuseale del Nord Barese che mi onoro di presiedere, ha per mesi, con il suo Consiglio Direttivo (Gianni Carrassi, Silvio Cellamare, Nicola De Toma, Antonio Gadaleta, Marilena Rodi, Giovanni Vacca) e tanti altri cittadini, inutilmente promosso nei confronti della Soprintendenza Archeologica della Puglia tentativi di dialogo e confronto atti a tutelare e valorizzare il villaggio neolitico, antico di quasi 8.000 anni, emerso a Palese, parte del V Municipio di Bari, nel corso di indagini su sito da lungo tempo conosciuto come scrigno di antichissima storia e destinato ad essere distrutto dall'edificazione di un complesso di villini.
Una interpellanza parlamentare, due lettere al Ministro Franceschini, innumerevoli articoli di stampa, molteplici dichiarazioni di illustri archeologi attestanti l'eccezionale livello delle scoperte e la rarità dei reperti recuperati e un crescente interesse della popolazione locale, avevano massicciamente sostenuto i nostri sforzi. Ma il 19 gennaio scorso, confermando la sensazione di un invalicabile muro di gomma e pochi giorni dopo aver ricevuto una ennesima richiesta di chiarimenti e di apposizione di vincolo diretto, la Soprintendenza rilasciava il nulla osta alla distruzione del sito neolitico e alla conseguente edificazione, informandoci di quell'atto solo venti giorni dopo, quando le ruspe dell'Impresa titolare della richiesta di concessione e sorprendentemente incaricata essa stessa degli scavi di indagine archeologica, erano improvvisamente già intervenute a spianare l'intero terreno, schiacciando sotto le ruote quello che restava delle preziosissime memorie che ancora non fosse stato portato via.
Le dichiarazioni del Soprintendente dott. Luigi La Rocca, secondo il quale quanto emerso era sì importante ma non tanto da giustificarne il mantenimento, che i pur preziosi ritrovamenti nelle tombe erano stati catalogati e portati altrove, che in fondo si trattava di pietre una accanto ad un'altra, che il suolo è privato e vanno tutelati gli interessi dei proprietari, si affiancano al pressochè totale silenzio delle Istituzioni municipale, comunale e regionale, che ci hanno lasciati soli nel chiedere che fosse rispettato il diritto degli abitanti a vedere tutelata e valorizzata l'identità storica del territorio. In 385 abbiamo firmato e consegnato nei giorni scorsi un esposto alla Procura della Repubblica chiedendo che venga fatta piena luce sui gravissimi accadimenti.
In un solo colpo sono stati disattesi i dettami della Convenzione Europea del Paesaggio, del recente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e di quel principio di sussidiarietà su cui poggia anche il percorso da poco avviato per la costituzione della città metropolitana e che avrebbe dovuto vedere noi cittadini non certo sudditi ai quali funzionari pubblici impongono decisioni dagli esiti catastrofici e irrimediabili, bensì soggetti formulatori di idealità, di visioni di prospettiva e di proposte tese a dare un futuro possibile a questa terra straordinaria ma massacrata dalla bassa speculazione e dalla mancanza di una corretta progettualità. Avevamo infatti avanzato non solo la richiesta di un confronto da cui emergessero soluzioni alternative ma, in perfetta sintonia con le linee guida della Comunità Europea per le città metropolitane, anche la proposta di un "arcipelago archeologico metropolitano", che promuova un sistema delle aree neolitiche e tuteli e valorizzi una straordinaria Storia ultramillenaria con ricadute strategiche per la Cultura, la Didattica, il Paesaggio, il Turismo, l'Occupazione specialmente giovanile e di una imprenditoria capace di rispettare i valori materiali e immateriali del territorio.
Quello che abbiamo provato a salvare è in gran parte perduto, ma molto altro, Sig. Presidente, può essere recuperato e consegnato alle future generazioni. Le chiediamo di aiutarci affinchè ciò avvenga e la splendida Costituzione Italiana non sia solo un vanto di cui fregiarsi teoricamente.
Con l'occasione, mi è gradito formularLe anche a nome del Consiglio Direttivo e dei tanti concittadini che ci sostengono, i più sinceri auguri di buon lavoro.
Arch. Eugenio Lombardi
presidente Associazione Ecomuseale del Nord Barese