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Route Nazionale, pronti a partire i clan di Rutigliano

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di Rosalba Lasorella

Mancano solo quattro giorni alla partenza. Sembra già di sentire il ritmo dei passi sulla strada, mentre freme nell’anima l’emozione di esserci, di partecipare, di vivere. Riuniti sotto il segno del coraggio, circa trentamila scout - di età compresa tra i 16 e i 21 anni- si apprestano a lasciare ognuno la propria traccia lungo il sentiero della “Route Nazionale”, animati dal desiderio e dalla speranza di generare un cambiamento autentico.

Presentata ufficialmente a Roma lo scorso 16 luglio, la Route Nazionale AGESCI ha lanciato ai rover e alle scolte di tutta Italia una sfida importante, quella di testimoniare l’impegno concreto a favore della propria comunità, quella di lasciare la paura ai codardi per affrontare gli ostacoli con accesa determinazione, quella di fare del coraggio uno stile di vita, una missione, uno strumento capace di rianimare il mondo.
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Quasi 1500 gruppi hanno accolto l’invito e si preparano ad incontrarsi nella grande città di tende che sarà allestita nel Parco Regionale di San Rossore; piazze, vicoli e quartieri che i giovani abiteranno dal 6 al 10 agosto, dopo 5 giorni di campi mobili sparsi su tutto il territorio nazionale.
Si tratta, come è facile intuire, di un evento eccezionale, già organizzato in passato (nel 1975 e nel 1986), ma con numeri decisamente più ridotti. Un’occasione preziosa che gli scout di Rutigliano non si sarebbero mai lasciati sfuggire e che, infatti, li vedrà protagonisti in prima persona, autori e firmatari di quella “Carta del Coraggio” che tutti i partecipanti saranno chiamati a sottoscrivere come garanzia del proprio impegno.

La preparazione dei gruppi locali alla Route Nazionale è stata lunga e a tratti faticosa, ma ha permesso alle comunità R/S del Rutigliano 1 e del Rutigliano 2 di maturare consapevolezze importanti nonché di spendersi in attività dalle significative ricadute sociali.
«Tra le tante sfaccettature, noi abbiamo scelto il coraggio di liberare il futuro, il nostro futuro, perché è partito tutto da noi. Abbiamo cercato di immaginare, di pensare a come saremmo stati tra 5 o 10 anni, di pensare al nostro futuro. Abbiamo pensato a dove saremmo stati, a chi saremmo diventati, a cosa avremmo fatto e un po’ tutti abbiamo avuto difficoltà a vederci qui, nel nostro paese». Da questo sforzo di immaginazione è nata l’azione del clan Azetium Rutigliano 1, incentrata sulla volontà di riscoprire l’identità del territorio e di valorizzare la bellezza insita nelle relazioni sociali. Il progetto “Social Street” è stato avviato lo scorso 5 giugno con la presentazione alla comunità rutiglianese del gruppo “Residenti di via Turi e dintorni”, secondo il modello sperimentato per la prima volta in Via Fondazza, a Bologna, nel settembre 2013.
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«L’obiettivo è quello di creare un’interazione sociale tra residenti della stessa via,tra vicini di casa, per instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità e conoscenze o condividere progetti di interesse comune» hanno spiegato i ragazzi, specificando che il punto di partenza è l’iscrizione all’omonimo gruppo Facebook (https://www.facebook.com/groups/socialstreetviaturi/?fref=ts), attraverso il quale si spera di facilitare la comunicazione tra persone che condividono non solo una prossimità fisica e geografica, ma soprattutto il desiderio di ritornare a quegli antichi modelli di vicinato decisamente più genuini.

Si declina, invece, nelle forme della legalità il coraggio del clan Azetium Rutigliano 2. Profondamente colpiti dall’esperienza di servizio vissuta con LIBERA lo scorso anno (sul bene confiscato alla mafia gestito a Maiano di Sessa Aurunca dalla cooperativa sociale “Al di là dei sogni”), i rover e le scolte hanno scelto di proseguire lungo questa strada per testimoniare in maniera concreta il coraggio di essere cittadini.
«Non è più tempo di aspettare, occorre agire concretamente partendo dal piccolo, proprio dal nostro territorio per sensibilizzare i cittadini su temi a volte “scomodi” che si preferisce evitare» - spiegano nel loro blog (http://rutigliano2.stradedicoraggio.it/)- «Ci siamo resi conto che prima di guardare lontano, occorre guardare al proprio fianco, dare uno sguardo a quello che ci circonda quotidianamente, essere cittadini attivi e lasciare il segno nella realtà in cui viviamo».

Il segno lo hanno lasciato con il “Festival della Legalità”, organizzato lo scorso 5 luglio nelle piazze centrali del paese. Stands informativi, letture a tema, laboratori per bambini e dibattiti aperti hanno reso la manifestazione interessante ed interattiva, frutto di un lavoro di sensibilizzazione che ha particolarmente soddisfatto cittadini ed istituzioni.

«Il “Festival della Legalità” si è chiuso con la promessa da parte del primo cittadino di accogliere la nostra proposta di intitolare una via ad Alberto Varone, vittima innocente della camorra, a cui è intitolato il bene confiscato in cui ci siamo recati nel 2013»  -scrivono– «e col nostro impegno a ripetere questo festival ogni anno, per sensibilizzare la cittadinanza e renderci parte attiva del miglioramento del paese».




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