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Scuola e teatro, alla “Manzoni” la medaglia del Senato

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di Rosalba Lasorella


Mentre ombrelloni e teli mare sostituiscono zaini ed album da disegno, riecheggiano tra i corridoi le voci e le emozioni degli studenti rutiglianesi, pronti a godere della pausa estiva e ad immaginare –se pur da lontano- l’anno che verrà.
Rimangono, accumulati sulle cattedre, verbali da firmare e registri da compilare, mescolati al ricordo di quei preziosi momenti vissuti con orgoglio da professori e dirigenti. Vale per tutti, vale in modo particolare per la scuola media statale “A. Manzoni” di Rutigliano, la cui passione educativa nei confronti del teatro spinge gli alunni ad esplorare nuovi modi di imparare e a calcare consapevolmente il palcoscenico della vita.

Il cantiere teatrale” si è aperto cinque anni fa grazie alla mano esperta dell’attore e regista Carlo D’Ursi ed ha impegnato i ragazzi nell’allestimento di veri e propri spettacoli teatrali, sempre fondati sull’adattamento di testi classici e curati in ogni minimo dettaglio. Dalla dizione allo spazio, dagli esercizi di respirazione a quelli di memoria, dalla scenografia ai costumi: nulla è lasciato al caso, tutto è necessario a rinsaldare i rapporti, a riscoprire la bellezza di vecchie storie, a conoscersi a fondo per migliorarsi.teatro-scuola-media-1

Con questi obiettivi, l’istituto guidato dal prof. Andrea Roncone ha usufruito dei fondi europei e di  quelli previsti dal piano formativo per allestire laboratori operativi, frequentati da gruppi di 25-30 studenti e sostenuti da insegnanti appassionati. Il lavoro dell’esperto Carlo D’Ursi, spesso ispirato alle tecniche del “teatro dell’oppresso” che educa al comportamento civile, ha convinto i ragazzi che l’impegno e la costanza danno ottimi risultati, ha insegnato loro a prendersi sul serio senza mai rinunciare al gioco, li ha spinti ad avere maggiore fiducia in sé stessi e a non avere paura dei giudizi esterni.

Giudizi che, d’altra parte, sono sempre stati positivi: le opere messe in scena dalla scuola “A. Manzoni” hanno ottenuto grandi consensi in occasione di eventi nazionali. Lo scorso anno, la protagonista della tragedia sofoclea “Antigone” ha vinto il primo premio come “Migliore protagonista femminile” al concorso teatrale nazionale “Storie di tutte le storie” (tenutosi a Castellabate); quest’anno l’adattamento del “Cyrano de Bergerac” ha fatto breccia al Festival Teatro Scuola di Altomonte, conquistando la medaglia della Presidenza del Senato della Repubblica ed affascinando la giuria con «un’opera da accademia».

«Ogni spettacolo che viene realizzato suscita in me un’emozione diversa» -ha commentato il regista Carlo D’Ursi- «è come un figlio che uno aspetta e che poi finalmente vede nascere». Il viaggio ad Altomonte, in effetti, ha sprigionato nei ragazzi (e in chi li ha accompagnati) un’energia intensa, dovuta probabilmente all’emozione di confrontarsi con altri istituti e al desiderio di trovare apprezzamento nella commissione di valutazione.

«Mi interessa che i ragazzi aprano la mente e colgano, attraverso il teatro classico, gli strumenti per comprendere anche quello contemporaneo» -ha concluso l’esperto, confessando la sua profonda gratificazione (nonché la «capa di pianto» a cui si lascia andare sul finire di ogni manifestazione) e la sua più viva speranza: «Se anche solo uno degli alunni che seguo torna a casa e chiede ai suoi genitori di comprargli un biglietto per andare a teatro, io posso dirmi davvero soddisfatto».


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