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Servizio civile, da Rutigliano nessun progetto in attivo

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di Rosalba Lasorella


Con una dichiarazione rilasciata lo scorso 4 ottobre, la ministra per l’integrazione con delega alle Politiche Giovanili e al Servizio Civile Nazionale Cécile Kyenge ha annunciato l’apertura del bando di selezione per 15.466 volontari del servizio civile, di cui 502 all’estero. Dopo la sospensione dello scorso anno dovuta alla carenza di finanziamenti, il governo centrale torna a sovvenzionare i progetti presentati dagli enti attraverso uno stanziamento complessivo di circa 65 milioni di euro.

servizio-civile-1Cultura, ambiente, educazione, formazione, assistenza sociale e protezione civile sono gli ambiti principali attorno a cui ruotano le 1.785 proposte, avanzate su scala nazionale da associazioni, cooperative, organizzazioni, scuole, parrocchie e comuni debitamente accreditati. Per la ministra si tratta di «uno spiraglio in controtendenza con la crisi che stiamo vivendo, nel momento in cui l’Istat fotografa la drammaticità della situazione giovanile». La partecipazione al bando, infatti, è garantita ai giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni che non abbiano già precedentemente svolto il servizio civile e che abbiano interesse ad impegnarsi a fronte di un compenso pari a 433,80 euro mensili.

In Puglia i progetti approvati sono 117 e le risorse da impiegare 485: sul sito http://serviziocivile.regione.puglia.it/ è possibile prendere visione dell’elenco degli enti proponenti, elenco sul quale -per ragioni che andremo a spiegare- il nome di Rutigliano non compare. In realtà, il nome della “città del fischietto” su quella lista non compare dal 2011, ossia da quando anche la locale Pro Loco ha smesso di reclutare giovani volontari per le attività di documentazione storica e accoglienza turistica.

Ad oggi, il Comune di Rutigliano non ha mai ospitato presso la propria sede amministrativa iniziative legate al servizio civile nazionale: «Anche quando l’abbiamo presentata, la nostra progettualità non è mai stata presa in considerazione» ha riferito l’Assessore ai Servizi Sociali Angela Redavid, alla quale ci siamo rivolti per capire come mai non si riesca a sfruttare giustamente uno strumento talmente importante.

Il «personale esiguo» e le «urgenze» incombenti, a partire dal Piano di Zona, non permettono -secondo l’assessore- di focalizzare l’attenzione sul servizio angela-redavidcivile nazionale, per il quale, confermano le funzionarie, sono richiesti un impegno oneroso e delle competenze in continuo aggiornamento. «Il Comune di Noicattaro, ad esempio, ha al suo interno un’assistente che si occupa esclusivamente di elaborare i progetti e seguire i ragazzi volontari» ha specificato l’assessore Redavid, riconoscendo così le grandi difficoltà del Comune di Rutigliano nel rispondere a tali esigenze.
Passa, dunque, in secondo piano un’occasione di vera e propria formazione che avrebbe il suo positivo riflesso sulla crescita tanto dei giovani quanto dell’ente stesso, ente che, in questo caso specifico, non ha mai effettivamente goduto dell’accreditamento all’albo risalente all’epoca Di Gioia.

Se il problema è realmente rappresentato dalla carenza di risorse umane o, in generale, dalla difficoltà di gestire con cura tutti gli aspetti procedurali, allora una soluzione potrebbe essere quella di assumere un consulente esterno -come d’abitudine anche in altri settori- che si occupi, per un periodo limitato, di seguire i passaggi necessari all’ideazione e alla formulazione dei progetti. La verità, però, è che il servizio civile è molto più di questo: esso, come si legge nel bando, «realizza la condizione di essere utile alla società e al volontario se il progetto porta a risultati concreti, ed insieme se il volontario è messo in condizione di “imparare facendo” da qualcuno più esperto di lui, con il quale il volontario stabilisce un rapporto da “apprendista” a “maestro”, dal quale imparerà, sarà seguito, acquisirà ciò che gli serve a migliorare nel corso dell’anno di servizio».

Voglia di imparare e capacità di insegnare dovrebbero, dunque, intrecciarsi a creare una proficua rete di collaborazione; un’interazione basata sulla professionalità e sulla reciproca volontà di mettersi costantemente in discussione, con l’impegno di raggiungere obiettivi considerevoli in ambito culturale, ambientale o sociale. Risiede forse qui la vera difficoltà del Comune di Rutigliano a prendere seriamente in considerazione il servizio civile nazionale? Non lo sappiamo e probabilmente, se si continuerà ad ignorare questa opportunità, non lo sapremo mai.

Intanto, anche quest’anno i giovani rutiglianesi che vorranno candidarsi dovranno scegliere di spostarsi altrove, magari dove certi meccanismi sono già abbastanza rodati.


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