(via) GIUSEPPE CATAMO, PIONIERE DELL'ARCHEOLOGIA RUTIGLIANESE
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- Pubblicato Mercoledì, 03 Agosto 2011 00:57
- Scritto da Gianni Capotorto
Via GIUSEPPE CATAMO, pioniere dell'archeologia rutiglianese (1931-1981)
(strada senza uscita da Via Enrico Berlinguer)
Giuseppe, ma per tutti era noto con il nome di Pippo, Catamo, nacque a San Cassiano (Lecce) il 15 Maggio 1931 da Francesco, ferroviere, e da Maria Antonietta Fersini. La sua famiglia si trasferì in Rutigliano quando egli ancora frequentava la scuola, elementare. Successivamente studiò al Liceo Classico “Morea” di Conversano.
Si avvicinò all'archeologia sin da giovane, individuando numerose aree archeologiche nel territorio di Rutigliano. A lui si devono anche i ritrovamenti archeologici più importanti. Grazie al suo deciso intervento, venne avviata l'esplorazione sistematica nella celebre necropoli di contrada Purgatorio, ricerca condotta da egli stesso ininterrottamente dal 1976 al 1979. Per questa sua frenetica quanto fruttuosa ricerca sul campo, venne insignito nel 1977 dalla Pro Loco di Rutigliano del premio “Azetinon”, “a testimonianza della mirabile dedizione, dell'entusiasmo, dell'innato e felice intuito nella instancabile opera di ricerca archeologica che ha consentito il ritrovamento ed il recupero di preziosissimi reperti delle passate civiltà di Rutigliano”.
Per diversi anni fu vice presidente della sede rutiglianese di Archeoclub d'Italia, di cui, nel 1973, fu uno dei soci fondatori. Per il suo infaticabile impegno venne nominato dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia “Assuntore di Custodia” delle zone archeologiche di Rutigliano.
Pippo Catamo fu impegnato anche, negli anni '70 dello scorso secolo, nel rilancio della tradizionale produzione locale dei fischietti di terracotta, eccellendo anche per la sua abilità manipolativa dell'argilla ben coniugata ad una straordinaria inventiva.
Gravemente malato, morì non ancora cinquantenne il 31 Gennaio 1981.
Nel 1984, ancora la Pro Loco di Rutigliano, assegnò alla sua memoria il riconoscimento “Lustro e impegno per Rutigliano”, con questa motivazione:
"Dotato di una profonda intuizione e di una passione encomiabilissima, soprattutto per i problemi archeologici, ma anche per tutti gli aspetti storico-paesaggistici locali, seppe promuovere in Rutigliano una vera e propria coscienza, finalizzata alla salvaguardia ed alla tutela delle zone archeologiche. Formatosi da solo attraverso un meticoloso e profondo studio personale, trovò piena espressività nell'Archeoclub di Rutigliano dove seppe coinvolgere nel discorso archeologico tanti, soprattutto giovani, attraverso la testimonianza personale, l'impegno continuo e disinteressato, la tenacia e la perseveranza, nonostante numerose difficoltà. Può essere considerato uno dei pionieri di un discorso che solo negli ultimi anni ha incominciato a dare risultati concreti.
Per questo Rutigliano gliene sarà sempre grata".
BIBLIOGRAFIA
Gianni Capotorto, “Gli illustri Rutiglianesi nella toponomastica cittadina”, Rutigliano, 2007.