DISTRUTTO UN POZZO DELL’ACQUEDOTTO ROMANO
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- Pubblicato Lunedì, 06 Giugno 2011 11:07
- Scritto da Gianni Nicastro
E’ stato denunciato ai Vigili Urbani dal presidente dell’Archeoclub di Rutigliano Peppino Sorino, il quale il era stato informato da un cittadino il 28 maggio scorso. Uno dei pozzi che si trovano sulla strada vicinale che porta a San Lorenzo da via Madonna delle Grazie è stato distrutto.
In un primo momento si è pensato ad un atto vandalico finalizzato al furto della pietra sulla quale è incisa una iscrizione dell’ottocento, ma i vigili hanno trovato sul posto i vetri di un fanale posteriore di un auto. E’ probabile, quindi, che qualcuno, manovrando a retromarcia, abbia urtato il cubo di pietra, rovinandolo, e sia scappato.
Su quella via, e in tutta la contrada San Lorenzo, ce ne sono parecchi (forse un centinaio, arrivano fino a Noicattaro) di pozzi alimentati da una falda acquifera superficiale. In tempi antichi quella serie di pozzi erano una importante fonte di approvvigionamento dell’acqua. Sono profondi circa dieci metri e hanno una forma a bottiglia, ci spiega Peppino Sorino.
Alcuni di questi pozzi sono collegati da un corridoio abbastanza percorribile, tant’è che nel 1991 l’Archeoclub di Rutigliano organizzò una serie di "escursioni" insieme al gruppo di speleologi di Castellana Grotte i quali si calarono giù in espolrazione.
Questi corridoi furono percorsi fino a un certo punto, gli speleologi dovettero fermarsi davanti a un crollo.
Il primo a parlare di acquedotto è stato il noto storico locale Lorenzo Cardassi nel suo libro “Rutigliano in rapporto agli avvenimenti più notevoli della Provincia e del Regno” del 1877. Il Cardassi riteneva, però, che non fossero stati i romani a costruirlo, ma i “Pelasgi o Greci”.
“Parlo dell’antichissimo acquedotto sotterraneo, ovvero, emissario, a 500 metri da Rutgliano, e propriamente vicino alla Cappella rurale di S. Lorenzo Martire”, scriveva l’illustre concittadino nel suo libro. “Opera veramente colossale -scrive ancora lo storico- meraviglia dell’arte antica quale fu quella dei Pelasgi, o Greci, imitata dai Romani…”.
Nella prima metà del 1800 il comune di Rutigliano fece costruire alla sommità di questi pozzi i cubi di pietra che vediamo oggi, ognuno dei quali porta una pietra con su incisa la seguente iscrizione: “POZZO PUBBLICO A. D. 1846”
Uno di questi pozzi, proprio all’angolo tra via Madonna delle Grazie e la via che porta a Castiello, è stato completamente affogato nel cemento armato con cui si è costruito un muro di cinta. Il pudore di chi ha perpetrato un simile scempio ha voluto salvare alla vista almeno la pietra con sopra incisa quell’iscrizione.
Il pozzo
prima della
distruzione