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REFERENDUM. SI VOTERA’ ANCHE SUL NUCLEARE

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La Corte di Cassazione oggi ha dato il via libera al referendum sul nucleare messo in forse dal decreto omnibus varato dal governo la settimana scorsa.

Il tentativo di Berlusconi era quello di evitare il referendum più sentito dagli italiani, quello che -con molta probabilità- farà scattare l’agognato quorum. Il timore del presidente del consiglio era, ed è, che il si al referendum sul nucleare trascini nell’abrogazione anche gli altri tre quesiti, soprattutto quello sul legittimo impedimento.

La Corte di Cassazione ha ritenuto che l’aver sospeso il programma nucleare per una pausa di riflessione (limitata nel tempo) sulla sicurezza delle centrali lasciando intatta tutta la normativa sul ritorno all’energia atomica varata dal 2008 ad oggi, non ha per niente fatto venir meno le ragioni del referendum.

Un’altra, forte, batosta al governo e al suo presidente dopo quella elettorale di lunedì scorso.
C’è solo un problema tecnico. Le schede dovranno essere tutte ristampate per inserire nel quesito anche le norme sul nucleare da abrogare contenute nel decreto legge omibus. C’è chi sostiene che la consultazione referendaria, per questi problemi tecnici, possa addirittura slittare di qualche settimana.

Questi i quesiti dei quattro referendum

LEGITTIMO IMPEDIMENTO
"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?".

In sostanza eliminate queste norme, il presidente del consiglio e i ministri sono costretti a presentarsi in udienza senza poter addurre impedimenti di carattere istituzionale (la legge ritornerebbe ad essere uguale per tutti).

Bisogna barrare il “SI”se si è d’accordo con l'abrogazione (cancellazione) delle norme, il "NO" se si  vuole che rimangano così come sono.

NUCLEARE (il quesito potrebbe essere aggiornato)
"Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?".

Sono norme che permettono la realizzazione su tutto il territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare, norme che sono diventate legge il 6 agosto 2008.

Bisogna barrare il “SI” se si è d’accordo con l'abrogazione (cancellazione) delle norme, il "NO" se si vuole che rimangano così come sono.

ACQUA 1
"Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?".

ACQUA 2
"Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito".

I due quesiti sull’acqua sono contro la privatizzazione del prezioso liquido. Il primo riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito.

Anche qui bisogna barrare il “SI”se si è d’accordo con l'abrogazione (cancellazione) delle norme, il "NO" se si vuole che rimangano così come sono.

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