LA SCUOLA “MANZONI”, I GIOVANI E LA STRADA
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- Pubblicato Lunedì, 16 Maggio 2011 12:25
- Scritto da Gianni Nicastro
La sicurezza stradale e l’educazione alla sicurezza. Sabato scorso, 14 maggio, alla succursale della scuola media “Manzoni” di questo si è parlato, con gli alunni del terzo anno e i loro genitori. Una iniziativa interessante, organizzata dalla scuola in collaborazione col comune di Rutigliano e col comando di Polizia Municipale.
Quando si parla di educazione stradale a una platea di ragazzi di quell’età il tema centrale non può che essere il motorino, la velocità e l’utilizzo del casco. L’argomento è stato trattato in modo spettacolare, nel senso di uno spettacolo vero e proprio, itinerante, dal nome “Slow down show”, condotto magistralmente da Leo Pierluca, direttore SFSS (Suola Formazione Sicurezza Stradale) di Alberobello.
Un’Aula Magna piena di ragazzi che Pierluca ha fatto prima divertire, coinvolgendoli, interrogandoli in modo scherzoso, alternando battute e musica a ritmo dello spettacolo. Poi li ha fatti riflettere, con l’ausilio di slide proiettate a tutto schermo, sulla velocità con coi si va in motorino, sulla necessità di utilizzare il casco, su come si fabbrica un casco e quali sono i materiali con cui è fatto.
Impressionante è stato quando il conduttore ha chiesto a bruciapelo ai ragazzi «chi di voi indossa il casco quando va in motorino?”, la risposta, in sintesi, è stata “nessuno!”.
Lo spettacolo ha insistito sulla qualità del casco «che non deve essere comprato da dove si vendono le banane», cioè dai supermercati, ha messo in guardia Pierluca. Quei caschi non salvano né la testa e neanche la vita. Ha invitato, quindi, i papà («che vogliono tanto bene ai propri figli») a comprare un oggetto così importante, per la testa e la vita, da negozi specializzati, spendendo magari qualcosa in più. Un casco buono, omologato, che non costi 25 euro, ma perlomeno 200, è buon investimento, potrebbe salvare la vita dei propri figli. E qui il brivido alla schiena è corso ai genitori presenti.
Dopo la proiezione delle slide riflessive, lo spettacolo si è fatto triste, drammatico, commovente. La sala si è fatta muta di fronte alle immagini di spettacolari incidenti col motore. Sono state raccontate le storie tragiche di famiglie lacerate dalla perdita di giovani ragazzi che, sulle loro moto hanno incrociato ostacoli mortali contro cui sono andati a schiantarsi senza la protezione del casco che non garantisce al 100% la vita, ma aumenta le probabilità che ci si salvi, in qualche modo o, addirittura, del tutto.
Qui è stata dura trattenere la commozione, perché Pierluca ha raccontato la storia di un suo amico, morto in un incidente con la sua moto di grossa cilindrata, rossa fiammante, insomma, la moto dei sogni. E’ passato poi a raccontare un’altra storia, anche questa tragica, di due amici che in un giorno piovoso stavano andando per moto. A un certo punto la strada viscida li ha fatti schiantare contro un muretto a secco, uno muore, «l’altro ve lo racconta lui di persona».
Colpo di scena, esce da dietro un paravento un giovane, poco più che trentenne, su una sedia a rotelle. Nessuno ne era a conoscenza (tranne gli organizzatori) che sarebbe apparso un testimone scampato a morte certa se non avesse avuto il casco quel giorno ben saldo sulla testa. Il pedale della moto dell’amico glielo perforò, ma il casco era di qualità e gli ha salvato la vita. Non lo ha protetto però dall’urto subito alla schiena, che gli ha reciso il midollo spinale e ora è su una sedia a rotelle.
Domenico Latagliata si chiama questo giovane, di Palagiano; l’incidente è avvenuto nel 2000.
«Questa lezione di sicurezza stradale -ha detto Domenico da noi intervistato- non deve spaventare i ragazzi, nel senso che non deve vietare l’uso del motorino, l’uso della macchina». «Questa lezione serve a far capire ai i ragazzi la necessità di tutelarsi quando sono alla guida di un ciclomotore, cioè l’uso del casco e dello schienale, quello che non avevo io, per salvaguardare la colonna vertebrale ed evitare la lesione midollare». «In auto usare le cinture e non andare veloci in città e fuori. Questo voglio dire, solo questo». Un appello elementare e fondamentale allo stesso tempo, molto spesso ignorato proprio dai ragazzi, magari quei ragazzi che erano lì ad ascoltare la sua storia.
Insomma, una iniziativa che ci ha fatto sorride, riflettere e commuovere, che avrebbe dovuto essere presentata a un pubblico molto più numeroso, avrebbe dovuto coinvolgere altre scuole. Questo sarebbe piaciuto al preside Nicola Valenzano, purtroppo «a Rutigliano manca una struttura, un contenitore capace di ospitare un pubblico più grande in modo che iniziative di questo genere possano arrivare a più persone nello stesso tempo», è stato il rammarico del dirigente scolastico.
Alla fine sono stati ringraziati tutti per la loro presenza e collaborazione. Le classi delle terze, le docenti, il sindaco Roberto Romagno, il comandante della Polizia Municipale Magg. Francesco Vita, Leo Pierluca e il suo staff, Angela Damato (vicepresidente Consiglio d’Istituto), il referente del progetto Educazione Stradale prof. Nicola Gassi, il prof. Luigi Montisci. Era presente anche il geom. Remo Pavone che, in qualità di Segretario Interregionale Autoscuole Puglia e Basilicata, questo tipo di iniziative le organizza.
Quella di sabato scorso non è stata la prima iniziative sull’educazione stradale organizzata dalla scuola media “Manzoni”, ne ha all’attivo una decina ormai. Un appuntamento utile a tutti che la scuola non mancherà di riproporre il prossimo anno.