FLI. IL RITORNO DELL’EX SINDACO LANFRANCO DI GIOIA
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- Pubblicato Venerdì, 08 Aprile 2011 10:44
- Scritto da Gianni Nicastro
E’ nato. Il partito di Fini ieri è ufficialmente nato a Rutigliano in una sala Mons. Di Donna gremita certo, ma di persone più o meno organiche alla locale ex Alleanza Nazionale e all’entourage dell’ex decennale sindaco Lanfranco Di Gioia.
Come si sa, c’era Giammarco Surico, consigliere regionale, l’On Francesco Divella, la folta pattuglia consiliare locale (Valentini, Gaio, Milillo, Giuliano, G. Romagno) e le giovani, nuove, leve locali del partito di Fini. Si è affacciato anche il sindaco Roberto Romagno, che è intervenuto.
L’intervento più atteso, crediamo non solo per noi, era quello del “coordinatore reggente di Rutigliano” del partito e, in effetti, non si è fatto attendere.
Di Gioia ha preso subito la parola, ha parlato -ovviamente- di politica generale, di un «partito liberale e democratico di centrodestra». «Futuro e Libertà nasce -ha detto- come un partito che vuole essere aperto alla partecipazione di tutti coloro che vogliono esprimere la loro opinione (…) anche perché vuole che la politica sia più vicina ai cittadini».
Non è mancata la stoccata a Berlusconi. Quello di FLI è un partito che non ha padroni, non è un «partito azienda dove chi si alza la mattina comanda e dice quello che si deve fare e tutti i soldati eseguono alla lettera»; «la politica non deve discutere solo dei problemi della giustizia», bisogna difendere la Costituzione, avere rispetto delle Istituzioni, sostenere il Presidente della Repubblica, ultimo baluardo di difesa delle regole costituzionali. Insomma, c’era molto dell’armamentario argomentativo di Fini nella prima parte del discorso di Lanfranco.
FLI è, dunque, un partito nuovo, ha continuato, «che si avvale di strumenti nuovi, quali internet, il web, perché vuol essere vicino soprattutto ai giovani». Il filo conduttore del suo discorso, infatti, sono stati i commenti dei lettori del sito “generazioneitaliarutigliano”, commenti spesso non teneri nei confronti della locale classe dirigente FLI, ma anche positivi. Questi ultimi, naturalmente, hanno funto da canovaccio dell’intero intervento a dimostrazione dell’importanza che oggi ha la comunicazione online, il web.
LA PARABOLA POLITICA DI LANFRANCO
Prima di passare alla parte più interessante del discorso, quella su eventuali risvolti amministrativi della nascita di FLI e del folto gruppo consiliare, una breve riflessione sull’approdo della parabola politica di Lanfranco Di Gioia.
E’ notoria la collocazione ideologica di Fini e del suo partito, rivendicata a ogni piè sospinto. Quello di Fini è un partito di destra, vuole rifondare la destra in Italia, vuole deberlusconizzarla, dargli un respiro liberale e democratico, distinguerla dal becerismo della Mussolini, della Santanchè, dei Larussa, Gasparri, Storace… Con anche degli slanci progressisti (voto amministrativo agli immigrati, il sì alla fecondazione assistita, la centralità del parlamento…), ma una forza politica comunque ben collocata ideologicamente a destra. L’adesione di Lanfranco Di Gioia a FLI, in ruoli anche di rilievo, si configura come una sorta di metamorfosi politico-ideologica.
Nei dieci anni di sindaco Di Gioia è stato a capo di una coalizione di centrodestra certo, ma non organico a nessun partito politico, quasi un sindaco super partes, con l’appoggio personale di una semplice lista civica.
Dalla DC, se non ricordiamo male anche della sua corrente di sinistra, a Rinnovamento Italiano (poi R. Puglia, collocato nell’alveo del centrosinistra), alla candidatura a sindaco nel centrodestra locale. Fin qui Lanfranco ha sempre detto di sé che era un uomo di centro. Oggi il salto di qualità, l’adesione a un vero partito, la collocazione ideologica forse definitiva: a destra.
I RIFLESSI SULL’AMMINISTRAZIONE
«Ebbene, Futuro e Libertà a livello locale ha una grande responsabilità in virtù della sua rappresentanza in consiglio comunale. Oggi il gruppo di F.L. a Rutigliano conta cinque consiglieri comunali» ha ribadito l’ex sindaco. Quella della costituzione del gruppo consiliare FLI, ha tranquillizzato, «non è né una scelta provocatoria, come qualcuno dice, né è un tradimento, perché non si vuole provocare nessuno», e qui sono scrosciati gli applausi della platea e soprattutto di Roberto Romagno.
Ha ribadito la grande responsabilità amministrativa che è nella mani di FLI e del suo gruppo consiliare «proprio perché siamo il gruppo più numeroso, quello con più responsabilità a contribuire maggiormente a questa amministrazione comunale».
A questo punto Di Gioia sgombra subito il campo alle malelingue che in questi giorni hanno annunciato guai politici per la giunta Romagno, si è parlato addirittura di un rimpasto di assessori per riequilibrare, portare in amministrazione il pesante e indiscutibile peso politico che FLI ha già in maggioranza.
«Voglio subito sgombrare il campo -si affretta a dire- anche da qualsiasi equivoco, da qualsiasi illazione che in questi giorni si sentiva nell’aria». Quindi, «Futuro e Libertà è il partito che ha voluto a suo tempo candidare Roberto Romagno, o perlomeno le persone che oggi stanno in FLI, che hanno sostenuto la sua candidatura, che hanno contribuito fortemente alla sua elezione». «Futuro e Libertà -dunque- continuerà a sostenere lealmente e con decisione Roberto Romagno fino alla fine della legislatura», riscroscia uno sperticato applauso con l’attuale sindaco in un brodo di giuggiole.
Il reggente finiano riprende e dice, chiaro e lapalissiano, quello che R. Romagno vuole sentir dire: «Non abbiamo nessuna intenzione di alterare gli attuali equilibri della maggioranza, non vogliamo in alcun modo andare a stravolgere quelli che sono gli assetti interni a questa amministrazione che, per quanto ci riguarda, devono rimanere tali fino alla fine della legislatura».
Tutto quello che c’era, dunque, da dire per far tacere le malelingue, Lanfranco lo ha detto. Lo ha detto pubblicamente, in una sede ufficiale. Cosa succederà poi, in realtà, nelle varie camere caritatis, quanto durerà questa incondizionata professione di fede di FLI e del suo vagone di consiglieri comunali all’attuale assetto della giunta Romagno, nessuno lo sa.
Quello che si sa, ed è certo, è che il PDL a Rutigliano è scomparso. Matteo Colamussi è rimasto di nuovo con la classica spazzola in mano nel balletto politico-amministrativo locale. E’ la seconda volta che Di Gioia prosciuga lo spazio e il personale politico al presidente del consiglio comunale, è successo anche con Forza Italia nel 2002.
Il rampollo di Raffaele Fitto, “capotreno” delle FAL, quando è in una così scomoda posizione, entra in fibrillazione. Forse non è un caso che nell’ultimo consiglio comunale Matteo Colamussi si sia prodotto i una specie di braccio di ferro con la sua maggioranza, ha tolto la parola addirittura al sindaco (mai successo in assoluto) e, cosa ancora più interessante, ha votato come l’opposizione in una situazione che vedeva l’intera sua maggioranza astenersi.
Questa, però, è un’altra storia che non mancheremo di raccontare.