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GLI ITALIANI IN MASSA CONTRO LE CENTRALI NUCLEARI

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L’energia nucleare e i suoi sostenitori non se la passano bene in questo momento. Il piano “atomico” del governo Berlusconi prevede la costruzione di 4 centrali nucleari della cosiddetta “terza generazione” entro il 2020 con la posa della prima pietra nel 2013 in quattro siti sparsi per l’Italia.


L’opinione pubblica italiana non ha mai giubilato per questo tipo di energia e già ne 1987 si è espressa contro la costruzione di centrali nucleari in Italia. Allora sull’onda emotiva del disastro nucleare di Cernobyl, oggi ancora più critica a causa dell’annunciata ecatombe nucleare del Giappone.


E’ di stamattina la notizia dell’acqua contaminata di iodio radioattivo a Tokyo, pericolosa per i bambini. Contaminato è anche il mare di fronte al Giappone. La raccomandazione di non consumare verdura, latte e alimenti prodotti nel raggio di 200 km dalla centrale di Fukushima, la contaminazione di intere città, la nube radioattiva che sta arrivando anche in Italia dopo essere già arrivata in Europa. E’ il prezzo che il paese interessato al disastro e una grande porzione di mondo paga alla scelta di produrre energia utilizzando la fissione nucleare che, lo vogliamo ricordare, è la stessa reazione che avviene quando si sgancia una bomba atomica. L’unica differenza è che in una centrale nucleare questa reazione è tenuta sotto controllo con il piombo, in una bomba è lasciata libera di esprimere tutto il suo potenziale di morte, distruzione e contaminazione.

L’esposizione mediatica sui gravi rischi ambientali connaturati all’energia atomica dovuta al disastro nucleare della centrale giapponese di Fukushima ha sgonfiato, dunque, almeno per adesso, l’entusiasmo governativo su quel piano nucleare.
L’aria si è fatta piuttosto “radioattiva” e il governo è corso ai ripari annunciando la moratoria di un anno sulla costruzione delle centrali in Italia. L’ha chiamata “pausa di riflessione”, in realtà è la paura del referendum di giugno prossimo proprio sull’energia nucleare.

C’è un sondaggio telefonico fatto da Gn Research (società internazionale specializzata in ricerche di mercato con filiali in Italia, Francia, Germania, Tunisia e Albania) su un campione di un migliaio di persone rappresentativo della società italiana. Il sondaggio è di ieri e fotografa un orientamento dell’opinione pubblica nettamente sfavorevole (76%) all’energia nucleare e alla costruzioni di centrali in Italia.


Ecco alcune tabelle del sondaggio tratte da www.repubblica.it.


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