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Celebriamo la 56ª Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2023)

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    Sac. Pasquale Pirulli

Augurando a tutti gli amici di Rutiglianoonline un felice Anno Nuovo mi permetto di sottoporre alla loro riflessione alcuni spunti del Messaggio di papa Francesco dal titolo «Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid -.19 per tracciare insieme sentieri di pace», firmato l’ 8 dicembre 2022.

    Il papa introduce il suo appello richiamando l’invito che l’apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani di Tessalonica di prepararsi nella speranza ad incontrare il Signore perché il suo giorno verrà «come un ladro di notte» (1 Ts 5,1-2). Noi tutti «anche se gli eventi della nostra esistenza appaiono così tragici e ci sentiamo spinti nel tunnel oscuro e difficile dell’ingiustizia e della sofferenza, siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza, fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino». Ne deriva un invito cordiale «a restare svegli, a non rinchiuderci nella paura, nel dolore e nella rassegnazione, a non cedere alla distrazione, a non scoraggiarci ma ad essere invece come sentinelle capaci di vegliare e di cogliere le prime luci dell’alba, soprattutto nelle ore più buie».
    Tutti abbiamo negli ultimi tre anni attraversato la notte della pandemia che «ha messo a soqquadro i nostri piani e le nostre abitudini…generando disorientamento e sofferenza, causando la morte di tanti nostri fratelli e sorelle…provocando la mobilitazione del modo della sanità e l’impegno delle Autorità della politica». Ci sono anche gli effetti a lungo termine: malessere generale causati dai lunghi periodi di isolamento e dalle restrizioni alla libertà. «Non possiamo dimenticare che la pandemia abbia toccato alcuni nervi scoperti dell’assetto sociale ed economico, facendo emergere contraddizioni e disuguaglianze. Ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti e aggravato la solitudine sempre più diffusa nelle nostre società, in particolare quella dei più deboli e dei poveri».

    Dopo tre anni, secondo il papa, è arrivato «il tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, un tempo privilegiato per prepararsi al “giorno del Signore”. Egli si dice convinto che “dai momenti di crisi non si esce mai uguali: se ne esce o migliori o peggiori» e pone a tutti queste domande cruciali: «Che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo coglier per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?»

    Papa Francesco, dopo l’esperienza della fragilità personale e sociale, sintetizza la grande lezione del Covid-19: «la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo». C’è stato il fallimento della fiducia riposta nel progresso, nella tecnologia e nella globalizzazione perché si è trasformata in «intossicazione individualistica e idolatrica, compromettendo la garanzia auspicata di giustizia, di concordia e di pace. Non dobbiamo dimenticare che in questo tempo è stato possibile fare anche delle scoperte positive: un benefico ritorno all’umiltà; un ridimensionamento di certe preste consumistiche; un senso di solidarietà che ci incoraggia a uscire dal nostro egoismo per aprirci alla sofferenza degli altri e ai loro bisogni; nonché un impegno, in certi casi veramente eroico, di tante persone che si sono spese perché tutti potessero superare al meglio il dramma dell’emergenza».

    Il cammino dell’umanità deve riprendere soltanto mettendo al centro la parola «INSIEME»: «è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi».  Purtroppo oltre al flagello del Covid-19 si è abbattuta sull’umanità «la terribile sciagura della guerra in Ucraina, guidata da scelte umane colpevoli, che miete vittime innocenti e diffonde incertezza anche a quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante». Il Covd-19 è stato affrontato col vaccino ma «il virus della guerra è più difficile da sconfiggere» (cf Mc 7,17-23).

    Alla domanda urgente “Cosa ci è chiesto di fare?” il papa offre una risposta impegnativa per tutti gli uomini di buona volontà: «Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e più pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune». Si tratta di far fronte alle sfide epocali con responsabilità e compassione: «Dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario  minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società».

    Il messaggio si conclude con l’auspicio che “nel nuovo anno possiamo camminare insieme facendo tesoro di quanto la storia ci può insegnare” e con l’augurio a tutti di «costruire giorno per giorno, come artigiani di pace, un buon anno! Maria Immacolata. Madre di Gesù e Regina della Pace, interceda per noi e per il mondo intero».


Foto di apertura: Di Quirinale.it, Attribution, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115828333

 

 

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