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La trasmissione "Linea Verde Radici" nella bottega di due artisti rutiglianesi

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Rutigliano e l’arte figula su Rai Uno
con Vito Moccia e Rosa Pagliarulo


di Michele Rubino

Sabato scorso, Linea Verde Radici – trasmissione di Rai 1 condotta da Angela Rafanelli - ha dedicato una puntata alle bellezze della provincia di Bari. Il percorso, che ha preso il via a Mola di Bari, ha fatto tappa anche a Rutigliano ricalcando le orme del cammino di don Tonino Bello. Una finestra prestigiosa, dunque, per la nostra cittadina che, agli occhi del pubblico, ha sfoggiato le proprie eccellenze. Non poteva mancare, a tal riguardo, il richiamo all'arte figula: la conduttrice del programma, infatti, ha fatto visita alla bottega della terracotta di Vito Moccia e Rosa Pagliarulo. Quest’ultima, intervistata mentre intenta a realizzare un fischietto raffigurante San Nicola, ha parlato dell’importanza dell’argilla e, soprattutto, spiegato le sue tecniche di lavorazione. Nei giorni addietro, abbiamo intercettato telefonicamente i due artisti per dibattere su alcuni temi salienti: dalla vetrina in RAI all’evoluzione che l’attività sta subendo a causa dalla pandemia, passando per il rinvio della tradizionale fiera del fischietto in terracotta.

Rosa, l’arte figula nuovamente alla ribalta della tv nazionale, come accaduto in altre circostanze negli anni addietro. L’avete definita: una vetrina prestigiosa per Rutigliano.
«Si, sono state presentate le bellezze del paesaggio e, nel nostro caso, le tradizioni di Rutigliano. Il bello è stato divenire parte di quel filo conduttore che legava i paesi e le persone nel segno del rispetto delle origini e della propria terra. Abbiamo collaborato affinché fosse chiara la preziosità dell’argilla, l’oro nero di Rutigliano».
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Una vetrina che giunge in un momento storico di pura difficoltà, anche e soprattutto per settori come il vostro.
«Vero, è un periodo particolare. Inevitabilmente ne abbiamo risentito anche a causa della mancanza del turismo. Mi rammarica, tuttavia, prendere atto che si fa poco per riconoscere il valore della nostra attività in quanto tale. L’emergenza sanitaria, a mio avviso, ha messo a nudo un aspetto in particolare: l’ipocrisia. Non ci sentiamo affatto tutelati nel piccolo».

Ragion per cui, in assenza di tutele, occorre rimboccarsi le maniche e provare anche a reinventarsi.
«Giusto. Prima dell’arrivo della pandemia, la nostra bottega di terracotta era già entrata in un processo di espansione. Ad essa, infatti, abbiamo affiancato il laboratorio ColoriRò, maggiormente incentrato sulla lavorazione delle ceramica, e avviato diversi corsi per adulti, bambini e soggetti affetti da disabilità. C’è stata anche l’esperienza legata all’apertura di una seconda, nostra, sede a Polignano. Insomma le nostre radici hanno sempre provato a farsi largo per far crescere la nostra arte. Con il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria, per ovvie ragioni, abbiamo dovuto ridimensionare gli stessi corsi (nel rispetto delle restrizioni, stiamo andando avanti con lezioni individuali per soli adulti) ma, al contempo, vista l’impossibilità – per molti – di recarsi in negozio, abbiamo deciso di puntare molto sull’e-commerce».
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E-commerce grazie al quale i vostri manufatti arrivano, nel giro di 48 ore, in ogni angolo d’Italia e, in cinque giorni lavorativi, in tutta Europa.
«In un periodo come quello che stiamo vivendo, l’e-commerce è fondamentale. Dalla primavera scorsa ad oggi, il nostro sito ha raggiunto oltre 12.000 visualizzazioni online tra Italia ed estero. Un impatto importante se pensiamo al fatto che, per il momento, lo abbiamo pubblicizzato solo ed esclusivamente sui nostri canali social. Nella crescita del nostro e-commerce, poi, ha sicuramente giocato un ruolo importante il passaparola della clientela che, a onor del vero, già da tempo ci chiedeva un portale di vendita online. Credo che tutti debbano prendere sempre più consapevolezza del processo di digitalizzazione che, specie nell’attuale momento storico, va affermandosi e dei vantaggi che lo stesso comporta per le piccole-medie imprese».

Vito, i social e il sito e-commerce, dunque, saranno il luogo – virtuale, precisiamo – dove lancerai il fischietto di quest’anno. E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, il rinvio della tradizionale fiera del fischietto.
«A dire il vero, sin dalla fine di ottobre, si paventava tale possibilità. Non entriamo nel merito della scelta e chiaramente auspichiamo che la stessa fiera possa svolgersi in primavera. Tuttavia, non nego che c’è un pizzico di rabbia poiché non si è pensato ad un format diverso, e allo stesso tempo ridimensionato, attraverso il quale pubblicizzare realmente il nostro prodotto».

Il forte legame con questa tradizione, però, ti ha spinto a lanciare un’iniziativa sui social con tanto di hashtag ad hoc
«Si. Da 35 anni investo, ed investiamo, in questa passione ed il sol pensiero che, quest’anno, non ci sarà la fiera mi fa star male. Il legame con la tradizione, però, resta in piedi e nulla potrà scalfirlo. Ragion per cui, come hai detto prima, ci sarà regolarmente il nuovo “pezzo”. Cercheremo di farlo arrivare anche a casa con un servizio di consegna a domicilio. Ciò non intacca, chiaramente, la possibilità di ospitare nella nostra bottega coloro i quali desiderosi di acquistare i nostri manufatti. Ed è proprio da qui che ho partorito l’hashtag #nonspezzarelacatenadisantantonioabate: un invito, reso sotto forma di contest, a non voler rompere la tradizione e ad acquistare un fischietto. Un’iniziativa, avviata lo scorso 8 dicembre, che sarà valida sino al 16 di gennaio. Lo facciamo per i clienti che, con gli attestati di stima ed i complimenti, ci danno la forza per andare avanti nonostante le tante difficoltà».

 

 

 

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