Aver cura della nostra casa
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- Pubblicato Lunedì, 02 Settembre 2019 16:18
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
Il 1° Settembre di ogni anno papa Francesco invita a celebrare nella preghiera la cura per il creato. Già la Conferenza Episcopale Italiana 14 anni fa invitava a celebrare una giornata nazionale per la custodia del creato. La celebrazione di particolari giornate (della pace, dei migranti, dei lebbrosi, della terra, delle vocazioni, ecc.) intendono richiamare l’attenzione di tutti gli uomini di buona volontà a particolari tematiche che interessano la società umana e tutte le chiese cristiane. Papa Francesco il 24 maggio 2015 faceva dono della sua enciclica “Laudato si’: sulla cura della casa comune”. Egli proponeva un’analisi della situazione ecologica e nello spirito di San Francesco d’Assisi, patrono del suo servizio alla Chiesa di Cristo, proponeva una <<ecologia integrale>> di cui tutti gli uomini diventano responsabili protagonisti.
Alla viglia della celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato egli ha indirizzato un messaggio di richiamo paterno ad aver cura della “casa comune”. Siamo tutti dinanzi allo splendore del creato, sul quale si posa lo sguardo di Dio creatore che lo consegna all’uomo “come dono prezioso da custodire”.
Quale è la risposta dell’uomo? “Tragicamente, la risposta umana al dono è stata segnata dal peccato, dalla chiusura nella propria autonomia, dalla cupidigia di possedere, dalla cupidigia di possedere e di sfruttare. Egoismi e interessi hanno fatto del creato, luogo di incontro e di condivisione, un teatro di rivalità e di scontri… La cosa buona agli occhi di Dio è diventata cosa sfruttabile nelle mani dell’uomo. Il degrado si è accentuato negli ultimi decenni: l’inquinamento costante, l’uso incessante di combustibili fossili, lo sfruttamento agricolo intensivo, la pratica di radere al suolo le foreste stanno innalzando le temperature globali a livelli di guardia. L’aumento dell’intensità e della frequenza di fenomeni metereologici estremi e la desertificazione del suolo stanno mettendo a dura prova i più vulnerabili tra di noi. Lo scioglimento dei ghiacciai, la scarsità d’acqua, l’incuria dei bacini idrici e la considerevole presenza di plastica e microplastica negli oceani sono fatti altrettanto preoccupanti, che confermano l’urgenza di interventi non più rimandabili. Abbiamo creato un’emergenza climatica, che minaccia gravemente3 la natura e la vita, inclusa la nostra”. Abbiamo dimenticato che tutti “siamo creature, immagine di Dio, chiamati ad abitare come fratelli e sorelle la nostra casa comune”. Il papa auspica che si possa riscoprire la nostra vocazione di figli di Dio, di fratelli tra noi, di custodi del creato… Si tratta di amare la vita e viverla in comunione, connessi con il creato”.
Con sensibilità ecumenica papa Francesco indice il TEMPO DEL CREATO: un periodo di più intensa preghiera e azione a beneficio della casa comune che si apre con la celebrazione della Giornata di Preghiera e si conclude con la festa di S. Francesco di Assisi (4 ottobre). Può esser questo il tempo della “preghiera immersi nella natura”, che, secondo San Bonaventura, è il libro che Dio ha scritto per farci scoprire la bontà, la bellezza e così elevare il canto della lode cosmica. Deve essere anche il tempo per riflettere sui nostri stili di vita e su “come le nostre scelte quotidiane in fatto di cibo, consumi, spostamenti, utilizzo dell’acqua, dell’energia e di tanti beni materiali siano spesso sconsiderate e dannose. In troppi stiamo spadroneggiando sul creato. Scegliamo di cambiare, di assumere stili di vita più semplici e rispettosi”. Il papa si augura che sia il tempo giusto per intraprendere azioni profetiche: “molti giovani stanno alzando la voce in tutto il mondo, invocando scelte coraggiose. Sono delusi da tante promesse disattese, da impegni presi e trascurati per interessi e convenienze di parte. I giovani ci ricordano che la Terra non è un bene da sciupare, ma un’eredità da trasmettere; che sperare nel domani non è un bel sentimento, ma un compito che richiede azioni concrete oggi.”
A tuti i governanti che si riuniranno per orientare le diverse politiche economiche, sociali e planetarie egli ripete il grido di Mosé: “Scegli dunque la vita, perché viva tu a e la tua discendenza!” (Dt 30,19) e non può fare a meno di richiamare l’attenzione sul vertice delle Nazioni Unite per l’azione sul clima, il rispetto sugli Accordi di Parigi e anche sul prossimo Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia “il polmone verde della terra” che in questi giorni sta bruciando con grave danno degli equilibri climatici e antropologici.
Si tratta per tutti di “contribuire a tessere, come un filo sottile, ma unico e indispensabile, la rete della vita che tutti abbraccia…. “Sentiamoci coinvolti e responsabili nel prendere a cuore con la preghiera e con l’impegno, la cura del creato… Che il Signore ci dia il coraggio di operare il bene senza aspettare che siano altri a iniziare, senza aspettare che sia troppo tardi!”.
Foto del papa tratta da vaticannews.va