Claudio Lolli, emozione e nostalgia di una persona che ha lasciato il segno
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- Pubblicato Lunedì, 25 Febbraio 2019 11:28
- Scritto da Valentina Castiglione Minischetti
“Claudio Lolli: Salvarsi la vita con la musica”
di Valentina Castiglione Minischetti
Giovedì scorso, presso la Sala Conferenze del Museo del Fischietto in Terracotta, si è svolta la proiezione del film-documentario sulla vita di Claudio Lolli, evento curato dell’associazione per la promozione della cultura cinematografica “VisionArea” di Rutigliano.
A presentare la serata è stato il Presidente dell’associazione Franco Larizza, il quale senza dilungarsi troppo ha detto sorridendo «se siamo qui, sappiamo tutti il perché», dimostrando passione e affetto nei confronti del cantautore bolognese scomparso il 17 agosto dell’anno scorso.
Il film è di Salvo Manzone, regista italiano che -dal 1997- opera soprattutto a Parigi, responsabile di EPINOIA, una associazione di giovani registi per la produzione di documentari. Questa di Manzone è stata la prima, importante, esperienza.
Attraverso testimonianze di giovani e anziani appassionati delle canzoni e dello stile del cantautore bolognese, e interviste allo stesso Lolli, la pellicola ripercorre i tratti biografici e artistici di un cantautore definito spesso triste e malinconico.
Claudio Lolli è il borghese che odiava la borghesia contro cui spesso ha inveito, il bolognese che non si sentiva bolognese, timido, a tratti impacciato, ma capace di sollecitare la mente di chi lo ascoltava attraverso i suoi testi e la sua musica, passando da temi sociali a temi politici e biografici.
Durante la sua trentennale carriera è riuscito ad avvicinare un pubblico giovane, anche i suoi ragazzi, gli alunni del Liceo presso cui ha insegnato latino e italiano per circa 10 anni. «Non ho cercato la musica, sono stato scelto da lei», ha detto più volte l’autore di “Borghesia”, “Ho visto anche degli zingari felici”, “Aspettando Godot”, “Michel”…
Un cantautore che ha accompagnato i sentimenti e le passioni di un’intera generazione, quella degli anni ’70, protestataria e impegnata politicamente. La sera della proiezione, dunque, era presente un pubblico maturo, nostalgico, appassionato di Claudio Lolli, che ha visto e scoperto tratti importanti della personalità del cantautore e anche della sua vita quotidiana. «Ho scoperto un Claudio Lolli sposato, che beveva il caffè», ha sottolineato Franco Larizza a fine serata.