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“Il baco e la farfalla”: l’Olympia Rutigliano tra sport e sociale

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di Michele Pesce

E’ stato presentato venerdì pomeriggio, nella cornice della sala “Monsignor Didonna”, il progetto “Il baco e la farfalla - insieme con l’Olympia per volare a canestro”, nato dalla sinergia tra la Polisportiva Olympia Club di Rutigliano e il GAP (associazione Genitori Autismo Puglia).

Relatori della serata, moderata dal sempre professionale Gianni Capotorto, il dirigente responsabile della Polisportiva Olympia Marco Dell’Edera ed il dott. Paolo Scialpi, membro dell’associazione Genitori Autismo Puglia.

L’iniziativa, nata all’interno di un progetto ad ampio respiro e denominata “Magic Oro Olympia”, si svilupperà in una serie di incontri della durata di 60 minuti ciascuno (18:30-19:30), organizzati il venerdì pomeriggio con cadenza quindicinale presso la palestra della Scuola Media Statale “A.Manzoni” di via Campanella.
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L’obiettivo è quello di avvicinare alla pratica della pallacanestro bambini con disturbo dello spettro autistico (le adesioni possono essere raccolte fino a martedì 24/3), dando vita ad una forma di integrazione graduale che li coinvolga e li faccia interagire attivamente con gli atleti dell’Olympia basket Rutigliano, allo scopo di stimolare le facoltà cognitive e motorie proprio attraverso l’utilizzo del pallone da basket come strumento di aggregazione e socializzazione.

«Un percorso di crescita da fare insieme», come ha tenuto a sottolineare Dell’Edera, per il quale il progetto, oltre all’importantissima funzione sociale che potrà rivestire per questo gruppo di ragazzi in difficoltà, rappresenterà anche «una fondamentale occasione di confronto e arricchimento per i ragazzi dell’Olympia».

Per Scialpi, invece, lo sport in questo caso può diventare la migliore cura, soprattutto contro la solitudine cui ormai i ragazzi autistici sempre più spesso sono condannati da una società poco incline ad accettare e gestire al meglio le diversità: «I nostri ragazzi hanno bisogno di una precisa educazione e di un adeguato sostegno, che non può in alcun modo essere quello di tutti gli altri. Questo progetto, mettendo in connessione l’ambito sportivo e quello cognitivo-comportamentale, può avere diversi effetti benefici: penso ai movimenti con la palla, ai passaggi, al cercare con lo sguardo il compagno libero. Il linguaggio dello sport può aiutare il baco a diventare una splendida farfalla e a farla volare verso il canestro».
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Presente all’incontro anche Giuseppe Pavone, ex giocatore e oggi responsabile del settore giovanile dell’Olympia, che ha rimarcato la funzione sociale dell’associazione intesa come fenomeno concettualmente ed etimologicamente finalizzato ad “unire altri”, scopo al quale la Polisportiva non vuole assolutamente sottrarsi: «Tutti i bambini devono poter fare sport ed avere la possibilità attraverso questo di divertirsi e stare insieme. Quella con il GAP rappresenta l’ennesima sfida che l’Olympia vuole affrontare nel sociale, continuando a battersi per sconfiggere isolamento e degrado sociale».

«Alla fine di questa partita mi piace pensare che ci siano solo vincitori» - spiega l’educatrice Maria Antonietta Tagarelli - «Da un lato, sarà un modo per arricchire la propria esperienza culturale e sociale, dall’altro, per abbattere la barriera della parola regalando uno stimolo e una gioia ad un compagno di squadra speciale».

Ospite d’eccezione anche il responsabile aziendale ASL, dott. Cesare Porcelli: «Più che una malattia, l’autismo è una condizione dell’esistenza. Questa iniziativa può essere molto utile, perché l’azione motoria stimola il pensiero, e quello che può essere un passaggio corretto verso il compagno può facilmente tradursi in un pensiero corretto. E’ la strada giusta».

A margine dell’evento, il prof. Marco Calamai, ex allenatore della Fortitudo basket Bologna, ha voluto salutare e ringraziare telefonicamente la platea ed i referenti dell’iniziativa per aver sposato il suo progetto, nato ormai più di 20 anni fa e che ancora oggi continua a portare considerevoli risultati: «Il segreto è racchiuso nella palla ed in ciò che questa scatena nell’istinto. L’emozione è in grado di riattivare la corteccia cerebrale, facilitando anche l’uso della parola e dei linguaggi non verbali. E’ un’occasione da sfruttare, gli effetti positivi della gioia sono di gran lunga più significativi e rilevanti rispetto a quelli negativi causati dal dolore e dalla solitudine».

Un’iniziativa che noi della redazione di Rutiglianoonline sentiamo di sostenere ed applaudire, augurando a questi splendidi ragazzi di vivere tutti insieme un’esperienza unica che possa aiutarli a crescere e maturare, sia come atleti che come uomini.


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