Calcio, beffa incredibile nei minuti finali per la Rutiglianese in quel di Acquaviva
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- Pubblicato Martedì, 29 Marzo 2022 08:57
- Scritto da Michele Rubino
I granata, avanti 1-2, si fanno rimontare dall’Atletico
in cinque minuti e poi perdono per 3-2
di Michele Rubino
Una beffa incredibile. Una sconfitta atroce in una stagione che assume, sempre più, le sembianze di un’autentica disfatta. Ancora una rimonta, ancora nei minuti finali come accaduto, nell’ultimo impegno casalingo in ordine cronologico, contro l’Arboris Belli. Ad Acquaviva, la Rutiglianese vede complicare ulteriormente il proprio destino e, adesso, serve un miracolo – negli ultimi due turni del campionato regionale di Promozione – per provare a centrare la salvezza senza passare dai play-out. Le sorti della compagine del presidente Saffi, tuttavia, dipenderanno anche dai risultati delle dirette concorrenti e, soprattutto, dallo scontro di diretto, di domenica prossima, ad Apricena: i foggiani, attualmente, hanno gli stessi punti dei rutiglianesi (17, per la precisione) e l’esito finale della gara potrebbe determinare, in caso di arrivo a pari punti, anche il fattore campo in un’eventuale play-out. Capurso (21) e Football Acquaviva (20), infatti, sembrano in grado di ipotecare la salvezza negli ultimi 180’ stagionali.
Eppure, il quadro appena delineato avrebbe potuto assumere ben altra fisionomia se la Rinascita Rutiglianese, ieri, avesse avuto maggior fortuna contro l’Atletico Acquaviva. Sotto di una rete all’intervallo (Genchi al 37’), infatti, i ragazzi di mister Battaglia, nonostante l’inferiorità numerica, hanno saputo ribaltare il punteggio con una doppietta di Daddato; di pregevole fattura la seconda rete del centravanti granata giunta sugli sviluppi di una ripartenza. Poi, nel giro di quattro minuti (tra 84’ e 88’), l’impensabile: due punizioni – certamente Palasciano e soci, in questo, hanno mostrato poca accortezza – e altrettante reti incassate. Prima Cannone, in tap-in, poi Genchi con una traiettoria potente e precisa. Una rimonta, dunque, clamorosa che, certamente, non rende giustizia agli sforzi profusi dai grifoni, costretti ad incassare l’ennesima delusione dopo una prestazione di cuore e puro orgoglio.